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Cronaca

Smantellata rete di truffatori nel Sud Italia: due arresti

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I Carabinieri di Reggio Calabria, con il supporto operativo dei colleghi di Napoli, hanno messo fine all’attività di una rete di truffatori specializzata nel raggiro di anziani. L’organizzazione agiva in diverse regioni del Sud Italia utilizzando il cosiddetto “metodo del falso carabiniere”. Due pregiudicati sono stati arrestati con l’accusa di aver orchestrato una truffa ai danni di un’anziana invalida, alla quale avevano sottratto gioielli per un valore superiore a 40.000 euro.

La truffa seguiva un copione consolidato: i malviventi inscenavano un finto incidente stradale che avrebbe coinvolto un parente della vittima, chiedendo denaro o oggetti di valore come “cauzione” per evitare un inesistente arresto. La denuncia di una donna truffata a maggio scorso ha dato avvio all’indagine, durante la quale i Carabinieri hanno raccolto prove decisive.

Grazie a immagini di videosorveglianza e testimonianze di residenti, i sospetti sono stati identificati. Le perquisizioni nei locali utilizzati dai truffatori hanno portato al sequestro di telefoni cellulari e SIM card intestate a identità fittizie, indizi di una struttura organizzata e ramificata.

La Procura di Palmi ha emesso misure cautelari nei confronti degli arrestati, e le indagini proseguono per individuare eventuali complici e altre vittime. Gli investigatori ritengono che questa rete possa rappresentare solo una parte di un fenomeno criminale più esteso, attivo nel raggiro di anziani, spesso soli e vulnerabili.

L’Arma sottolinea il suo impegno nella lotta contro le truffe agli anziani, con un approccio che combina prevenzione e repressione. Oltre alle azioni investigative, i Carabinieri promuovono campagne informative per sensibilizzare le fasce più deboli della popolazione, fornendo consigli su come riconoscere e prevenire questi raggiri.

L’operazione conferma l’importanza della collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine, fondamentale per smascherare truffatori e restituire sicurezza alla comunità

Cronaca

Udine | Polizia espelle cittadino pakistano socialmente pericoloso

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Il caso di un trentenne straniero, proveniente dal Pakistan, ha attirato l’attenzione delle autorità italiane dopo una serie di vicende legate alla sua permanenza sul territorio nazionale. Arrivato in Italia nel 2016, l’uomo aveva inizialmente richiesto la protezione internazionale, ma le sue domande erano state respinte dalla Commissione competente. Nonostante i numerosi rigetti, lo straniero aveva continuato a rimanere in Italia, ottenendo diversi permessi di soggiorno temporanei per motivi di lavoro.

Nel corso degli anni, però, il suo comportamento ha sollevato preoccupazioni per la sua pericolosità sociale. I suoi precedenti penali, tra cui reati come spaccio di droga, rapina, resistenza a pubblico ufficiale e violenza, sono stati un fattore determinante nel procedimento che ha portato all’espulsione. Nonostante le richieste di collocamento in un Centro di Permanenza per i Rimpatri, l’indisponibilità dei posti ha ritardato l’attuazione dell’espulsione.

A seguito di un secondo decreto di espulsione emesso nel 2024, l’uomo è stato finalmente rintracciato nel centro di Udine e accompagnato dalle forze dell’ordine all’aeroporto. Dopo la convalida del provvedimento da parte del Giudice di Pace, l’uomo è stato imbarcato su un volo diretto in Pakistan, dove è arrivato la mattina successiva.

Questa vicenda sottolinea l’importanza delle procedure di controllo sull’immigrazione e della gestione dei casi legati alla sicurezza pubblica. In questo caso, l’espulsione si è conclusa positivamente dopo un lungo processo amministrativo e legale, ma evidenzia anche le difficoltà derivanti dalla carenza di strutture adeguate per la gestione dei rimpatri e il contrasto alla criminalità legata a reati di vario tipo.

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Cronaca

Pisa | Due denunce per pubblicità ingannevole

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I Carabinieri del Comando Provinciale di Pisa, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’importante operazione di sequestro preventivo nei confronti di un imprenditore della zona e della sua compagna, coinvolti in un sistema di truffa che ha ingannato numerosi acquirenti in tutta Italia. L’operazione ha portato al sequestro di beni mobili e immobili, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

Il caso è stato avviato dopo una serie di esposti che hanno segnalato l’imprenditore, socio e amministratore di sei società attive in settori diversi, tra cui la ricerca scientifica e l’agricoltura. L’uomo aveva lanciato una campagna pubblicitaria, sia su siti internet che attraverso canali televisivi, per promuovere un micro-generatore (o caldaia) che, secondo le sue dichiarazioni, sarebbe stato in grado di produrre autonomamente l’idrogeno necessario per il suo funzionamento, garantendo un risparmio completo sulle utenze domestiche.

Tuttavia, le indagini hanno rivelato che le affermazioni fatte dall’imprenditore erano completamente false: la caldaia non era mai stata né progettata né realizzata. Non solo, i test promessi, che dovevano comprovare l’efficacia del prodotto, erano del tutto inesistenti e le prove citate come a supporto erano state inventate, attribuendo falsamente i risultati positivi a docenti universitari ignari. Inoltre, l’imprenditore aveva predisposto risposte standard via email per calmare le lamentele dei clienti, che subivano ritardi nelle consegne e non ricevevano mai il prodotto acquistato.

Il sistema di vendita ingannevole ha permesso all’imprenditore di incassare ingenti somme, provenienti da acconti per l’acquisto della caldaia e dalla vendita di quote societarie. In seguito, i Carabinieri hanno denunciato l’imprenditore e la sua compagna per truffa, riciclaggio e autoriciclaggio. In aggiunta al sequestro dei beni, sono stati confiscati cinque fabbricati, quindici terreni, sette veicoli e una motocicletta.

Le indagini sono ancora in corso, e la responsabilità degli indagati sarà accertata solo al termine del procedimento penale. Questa operazione delle Fiamme Gialle sottolinea l’importanza della lotta contro i reati economici, in particolare quelli che danneggiano i consumatori e alterano la concorrenza nel mercato, con un’attenzione particolare al monitoraggio dei flussi finanziari per contrastare il riciclaggio e proteggere l’economia legale.

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Cronaca

Reggio Calabria | Smantellata centrale delle truffe con “metodo del falso carabiniere”

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Una vasta operazione dei Carabinieri ha portato all’arresto di due pregiudicati, accusati di aver orchestrato una serie di truffe in tutta la zona del Sud Italia. Il gruppo criminale, attivo principalmente nella città di Napoli e nelle aree limitrofe, aveva come base operativa una zona vicina a Porta San Gennaro, da dove pianificava i suoi colpi.

L’indagine, condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria con il supporto dei colleghi napoletani, è iniziata a seguito di una truffa avvenuta a San Giorgio Morgeto, un piccolo comune della provincia calabrese. I due uomini, utilizzando il noto “metodo del falso carabiniere”, avevano raggirato una donna anziana e invalida, convinta di dover pagare una cauzione per evitare l’arresto del nipote, coinvolto in un finto incidente stradale. La donna, terrorizzata, ha ceduto i suoi gioielli, per un valore superiore ai 40.000 euro, credendo di aiutare il suo familiare.

Il colpo è stato però sventato grazie a un errore dei truffatori: la loro auto, parcheggiata nei pressi dell’abitazione della vittima, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza di un negozio. Sebbene la registrazione mostrasse solo una parte della targa, i Carabinieri sono riusciti a risalire al veicolo tramite un’attenta analisi dei dati e dei movimenti nella zona. Ulteriori testimonianze da parte dei residenti locali, che avevano notato i due uomini aggirarsi nel quartiere nei giorni precedenti, hanno fornito gli ultimi indizi per l’identificazione.

In seguito a questa scoperta, la Procura di Palmi ha emesso misure cautelari per i due indagati, e durante le perquisizioni sono stati sequestrati oltre 10 telefoni cellulari e numerose SIM card intestate a nomi fittizi, suggerendo l’esistenza di una rete criminale più ampia. Le indagini proseguono per individuare ulteriori complici e vittime.

Il caso si inserisce in un più ampio contesto di prevenzione delle truffe agli anziani, una delle priorità per l’Arma dei Carabinieri. L’istituzione, infatti, da tempo promuove campagne di sensibilizzazione, educando la popolazione anziana su come riconoscere i tentativi di raggiro e come proteggersi. Oltre a queste attività di prevenzione, i Carabinieri sono costantemente impegnati nell’individuare e smantellare organizzazioni criminali che operano con il medesimo modus operandi.

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