Cronaca
Matera | Tutela della fauna selvatica, sequestri di mezzi vietati dalla legge
I Carabinieri Forestali della provincia di Matera hanno intensificato le operazioni di controllo sul territorio in concomitanza con l’apertura della stagione venatoria regionale, con l’obiettivo di vigilare sul rispetto delle norme a tutela della fauna selvatica. Questi interventi si sono resi particolarmente necessari per garantire che l’attività di caccia, regolata dal calendario venatorio 2024/2025, avvenga in conformità con le disposizioni vigenti.
Nel corso delle ispezioni, i militari hanno rinvenuto numerosi dispositivi illegali utilizzati per attirare specie migratorie. In totale, sono stati sequestrati sedici richiami acustici, apparecchiature sofisticate in grado di riprodurre i versi degli animali per concentrare gli uccelli in aree mirate. Questi strumenti, vietati dalla normativa, sfruttano tecnologie avanzate come amplificatori, altoparlanti e timer programmabili, ed erano accuratamente nascosti in zone rurali, come vecchi edifici abbandonati o tra i cespugli di macchia mediterranea.
I dispositivi sequestrati erano collocati strategicamente in luoghi attraversati dalle rotte migratorie degli uccelli selvatici, spesso in terreni agricoli o aree incolte. La loro funzione principale è quella di agevolare il prelievo venatorio illegale, alterando gli equilibri naturali e mettendo a rischio la conservazione di specie protette.
Le operazioni condotte dai Carabinieri Forestali non si limitano al sequestro dei dispositivi, ma mirano anche a identificare e perseguire i responsabili di queste violazioni. L’utilizzo di richiami elettroacustici rappresenta infatti una grave infrazione alle normative sulla caccia, con conseguenze sia penali che amministrative.
Questa attività di controllo si inserisce in una più ampia strategia di contrasto agli illeciti ambientali, con l’obiettivo di preservare il patrimonio faunistico e naturale, che rappresenta un bene collettivo e indisponibile. I militari continueranno a monitorare il territorio per garantire che la pratica venatoria sia esercitata nel rispetto delle leggi e dell’equilibrio ecologico.
Tali operazioni, oltre a proteggere la fauna selvatica, sottolineano l’importanza di un’attività di vigilanza capillare per contrastare fenomeni illegali che danneggiano l’ambiente e compromettono la biodiversità.
Cronaca
Rovigo | Prodotto ittico illegalmente pescato, sequestro di 431 kg
Il 12 novembre, le forze di polizia del Comando Provinciale di Rovigo, durante una serie di controlli mirati sul territorio, hanno intercettato quattro veicoli che trasportavano prodotti ittici pescati illegalmente nel Fiume Po. L’operazione, condotta dalla Tenenza di Loreo e dalla Sezione Operativa Navale di Porto Levante, ha visto la collaborazione con il Servizio Veterinario dell’ULSS 5 Polesana per verificare la sicurezza igienico-sanitaria dei prodotti, e si è svolta alle prime luci dell’alba nel comune di Porto Viro, località Donada.
I controlli hanno rivelato che i veicoli erano destinati al trasporto di oltre 400 chilogrammi di pesce d’acqua dolce, che, pur risultando idoneo al consumo umano, non rispettava le normative di tracciabilità e sicurezza alimentare. I pesci sono stati quindi sottoposti a ispezione sanitaria, e successivamente inviati al Mercato Ittico di Porto Viro per essere messi in vendita, con l’obbligo che i ricavi derivanti dalla vendita venissero versati all’Erario.
Oltre alla violazione in ambito sanitario e di tracciabilità, sono state riscontrate irregolarità anche sul piano del trasporto: una delle autovetture utilizzate per il trasporto risultava priva di revisione biennale, motivo per cui tutti e quattro i mezzi sono stati sottoposti a fermo amministrativo. A carico dei conducenti sono state elevate sanzioni per un totale di oltre 5.500 euro, con l’accusa di utilizzo improprio dei veicoli.
L’operazione ha avuto l’obiettivo di tutelare l’ambiente e garantire la sicurezza del commercio ittico, intervenendo contro attività illegali che potrebbero danneggiare l’ecosistema del Delta del Po e mettere a rischio la salute pubblica. Le forze di polizia hanno sottolineato come l’azione dimostri il continuo impegno nel contrastare il commercio illecito e garantire che le pratiche commerciali siano svolte nel rispetto delle normative ambientali e sanitarie.
Cronaca
Lanciano (CH) | Tratto in arresto un uomo destinatario di un ordine di carcerazione
Nel pomeriggio di ieri, un uomo residente a Lanciano è stato arrestato dagli agenti della Squadra Anticrimine del Commissariato di P.S. di Lanciano, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Lanciano. L’arresto è stato eseguito a seguito della condanna dell’individuo, che dovrà scontare una pena di 9 anni e 10 mesi di reclusione per una serie di reati gravi. Questi crimini, che includono violazioni della disciplina del fallimento, ricettazione, usura ed estorsione, sono stati commessi tra il 2006 e il 2012 nelle province di Teramo, Campobasso e Chieti.
L’uomo è stato trasferito e recluso nella Casa Circondariale di Lanciano, dove dovrà espiare la sua pena. L’arresto rappresenta un ulteriore passo nel contrasto alle attività criminali di carattere economico e illecito nella zona, evidenziando l’impegno della Polizia di Stato nel perseguire i reati contro la legalità.
Cronaca
Cosenza | Truffa bonus edilizi, sequestro di 5,7 milioni di euro
Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza hanno portato al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 5,7 milioni di euro, a seguito di una truffa aggravata ai danni dello Stato. I protagonisti dell’operazione, tre persone fisiche e una società, sono accusati di aver creato un sistema fraudolento per ottenere crediti fiscali inesistenti, utilizzando illecitamente i bonus statali destinati alla ristrutturazione edilizia, tra cui il “Bonus Facciate”, “Ecobonus”, “Super Sisma Bonus” e il “Recupero del patrimonio edilizio”.
Le indagini sono partite dalla verifica fiscale di una società che operava nel settore delle ristrutturazioni. I Finanzieri hanno scoperto che la società aveva emesso fatture per lavori mai realizzati, creando crediti d’imposta fittizi per un valore di oltre 5,7 milioni di euro. Tali crediti venivano poi utilizzati per abbattere debiti verso l’Erario, l’INPS e altri Enti Locali, o ceduti a terzi, inducendo in errore l’Amministrazione Finanziaria.
I responsabili, tra cui l’amministratore della società, un imprenditore e un commercialista, sono accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione, tramite la creazione di false dichiarazioni relative a lavori edilizi mai effettuati. A seguito delle verifiche, tra cui l’analisi di documentazione fiscale e testimonianze di clienti ignari, è emerso che le opere per le quali erano stati richiesti i crediti non erano mai state eseguite.
Il sequestro preventivo, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, ha riguardato beni mobili, immobili e crediti d’imposta per un valore complessivo di 5,7 milioni di euro, a garanzia dell’importo illecito ottenuto. L’operazione evidenzia l’impegno delle Forze dell’Ordine nel contrastare i crimini finanziari, tutelando la sicurezza economica del Paese e preservando la correttezza del mercato. Come sempre, gli indagati sono presunti innocenti fino a una sentenza definitiva di condanna.
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