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Australia propone divieto ai minori di 16 anni i social media

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L’Australia sta preparando una legge che vieterebbe ai minori di 16 anni l’accesso ai social media, una proposta che sta suscitando dibattito sia tra i genitori che tra le piattaforme digitali. Il primo ministro Anthony Albanese ha chiarito che la legge non permetterà alcuna eccezione, nemmeno con il consenso dei genitori, e riguarderà anche i profili già esistenti.

Questa normativa, che dovrebbe entrare in vigore tra un anno, obbligherà i social network, come Facebook, Instagram, TikTok, YouTube e X (ex Twitter), a implementare misure per impedire l’accesso ai minori. L’agenzia governativa eSafety Commissioner avrà il compito di monitorare l’adozione di queste politiche e potrà applicare multe alle aziende che non si adeguano.

Sebbene Meta abbia annunciato di rispettare le nuove restrizioni, ha espresso perplessità sulla modalità di implementazione delle protezioni. Alcuni critici, come il Digital Industry Group, ritengono che una simile decisione sia troppo rigida e non tenga conto delle sfide tecnologiche attuali. In confronto, altri paesi come la Francia e gli Stati Uniti hanno introdotto limiti di età meno severi, con possibili eccezioni o la possibilità di accedere ai social media con il consenso dei genitori.

Il governo australiano punta a proteggere i giovani dai rischi online, ma si trova a fronteggiare il delicato equilibrio tra sicurezza e il bisogno di connessione sociale che molti adolescenti trovano nelle piattaforme digitali. La proposta solleva interrogativi sulla sua efficacia e su come la realtà digitale debba evolversi in un contesto in cui gli adolescenti sono sempre più presenti online.

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Denunciò le Pratiche di OpenAI, Trovato Morto l’Ex Ricercatore Suchir Balaji

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Suchir Balaji, un ex ricercatore di OpenAI, è stato trovato morto nella sua abitazione a San Francisco. La sua morte, avvenuta a 26 anni, è stata classificata come suicidio dalle autorità locali, secondo quanto riportato dai media americani.

Balaji era noto per essere stato uno dei principali denunciatori delle pratiche di OpenAI. Lo scorso ottobre, aveva rilasciato un’intervista al New York Times, dove esponeva le sue preoccupazioni riguardo all’uso delle norme sul copyright da parte della società per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale, come ChatGPT. Secondo Balaji, le modalità con cui OpenAI raccoglieva i dati per allenare i suoi algoritmi violavano i diritti d’autore di creatori di contenuti digitali, mettendo a rischio l’industria della creazione di contenuti online.

Balaji aveva anche avvertito che l’espansione delle chatbot basate su IA come ChatGPT avrebbe potuto minacciare l’esistenza di molteplici organizzazioni che si occupano della produzione di contenuti originali, utilizzando i loro lavori per addestrare le intelligenze artificiali senza il loro consenso.

La denuncia di Balaji aveva suscitato un ampio dibattito riguardo le implicazioni legali e etiche delle pratiche di OpenAI, in particolare per quanto riguarda l’uso dei dati e la protezione dei diritti di autori e creatori. La sua morte solleva interrogativi non solo su questi temi, ma anche sullo stato di salute mentale dei ricercatori e dei professionisti nel campo dell’intelligenza artificiale, in un’industria caratterizzata da forti pressioni e rapide evoluzioni.

Il suo caso, insieme alle sue denunce, ha attirato l’attenzione sulla necessità di rivedere le politiche di copyright e l’etica nell’uso delle nuove tecnologie, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei dati sensibili e la protezione dei diritti degli utenti e dei creatori di contenuti.

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L’88% delle Banche Avrà una Strategia per l’Intelligenza Artificiale Generativa Entro il 2025

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ADN24

Secondo una recente indagine condotta da Abi Lab con il supporto di Deloitte, l’88% delle banche italiane avrà implementato una strategia per la Generative AI entro il 2025. Di queste, il 38% ha già avviato l’adozione di soluzioni di IA generativa, con impatti tangibili sui processi aziendali.

La ricerca, presentata a Milano, ha coinvolto 16 istituti bancari italiani, che rappresentano il 76% dell’attivo bancario nazionale e circa il 79% dei dipendenti del settore. Questo studio sottolinea l’importanza crescente della Generative AI nell’industria finanziaria, poiché la sua adozione è vista come un driver fondamentale per l’innovazione e la competitività delle banche.

Le Opportunità Offerte dalla Generative AI per il Settore Bancario

La Generative AI offre una vasta gamma di opportunità nel settore bancario, a partire dall’iper-personalizzazione dei servizi fino al miglioramento dell’efficienza operativa. Tra le applicazioni emergenti, l’intelligenza artificiale generativa può rivoluzionare i sistemi informativi bancari, ottimizzando la gestione dei dati, migliorando l’esperienza del cliente e automatizzando attività complesse.

Tuttavia, gli esperti avvertono che per sfruttare appieno il potenziale della Generative AI, non è sufficiente implementare semplicemente strumenti tecnologici avanzati. È fondamentale anche un ripensamento dell’organizzazione aziendale e una ristrutturazione dell’offerta di servizi per i clienti, integrando competenze digitali e abilitando i collaboratori a interagire efficacemente con queste nuove tecnologie.

Paolo Gianturco, Financial Services Tech Leader di Deloitte Central Mediterranean, ha sottolineato come la trasformazione digitale delle banche richieda un approccio complesso e olistico, che non si limiti solo all’adozione di tecnologie avanzate, ma coinvolga anche un cambiamento culturale interno per ottimizzare le risorse e i processi aziendali.

Le Fasi di Adottazione della Generative AI nelle Banche

La ricerca evidenzia che il 69% delle banche italiane si trova ancora in una fase di sperimentazione con progetti legati alla Generative AI, mentre l’82% delle realtà bancarie intervistate prevede un aumento significativo del budget destinato a iniziative legate all’IA.

Questo aumento degli investimenti è un segno chiaro della crescente fiducia nel potenziale della Generative AI, che viene riconosciuta come uno strumento cruciale per affrontare le sfide future del settore bancario, come l’efficienza dei processi, la sicurezza dei dati, e la personalizzazione dei servizi.

Conclusioni

Con l’88% delle banche italiane pronte a implementare una strategia per la Generative AI entro il 2025, il settore bancario si sta preparando a una trasformazione digitale radicale. L’adozione di queste tecnologie avanzate promette non solo di migliorare l’efficienza operativa, ma anche di innovare profondamente nell’offerta di servizi personalizzati e nell’interazione con i clienti. Tuttavia, il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità delle banche di integrare la Generative AI in modo strategico e sostenibile, ripensando processi e competenze interne per ottenere il massimo vantaggio competitivo.

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I Big del Web Conquistano l’Italia: Google Insidia la Rai

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ADN24

Nel 2022, il valore economico complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) in Italia è stato stimato in 19,4 miliardi di euro, pari all’1% del Prodotto Interno Lordo (PIL). L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha recentemente analizzato la ripartizione di queste risorse, rivelando un cambiamento significativo nelle dinamiche di mercato, con i colossi tecnologici internazionali che continuano a guadagnare terreno, mentre i tradizionali operatori italiani mostrano segni di declino.

La Domina della Rai e l’Ascesa di Google

La Rai, storicamente il principale attore nel panorama mediatico italiano, mantiene la leadership con una quota del 13,1% dei ricavi complessivi del SIC, ma è in lieve calo rispetto al 13,5% registrato nel 2021. Dietro di essa, Google, rappresentata dal colosso Alphabet, ha visto un significativo aumento della sua quota, passando dall’10% all’11,3%, conquistando la seconda posizione. Questo cambiamento dimostra come i giganti del web stiano guadagnando terreno nel mercato pubblicitario italiano, insidiando progressivamente la supremazia della televisione tradizionale.

Comcast/Sky e Fininvest, i tradizionali gruppi mediatici italiani, hanno visto calare la loro incidenza sul SIC: Sky è passata dal 12,1% al 9,9%, mentre Fininvest è scesa dal 10,3% al 9,8%. Al contrario, Meta/Facebook ha registrato una crescita significativa, passando dal 6,9% al 7,6%, mentre Amazon ha mantenuto una quota più modesta, con il 3,7%.

La Pubblicità Online Cresce Senza Sosta

Una delle principali tendenze emerse dal rapporto è la continua ascesa della pubblicità online, che ha raggiunto i 6,3 miliardi di euro nel 2022, rappresentando il 32,6% del SIC, con una crescita impressionante del 55% negli ultimi due anni. Questo risultato evidenzia il crescente divario tra la pubblicità digitale e quella sui mezzi tradizionali, che ha visto una stabilità con un valore di 4,98 miliardi di euro, pari al 29,6% del SIC.

Le entrate pubblicitarie derivanti da Internet continuano a superare quelle provenienti dai media tradizionali, segnando un cambiamento strutturale nel settore delle comunicazioni italiane. Questo trend riflette la globalizzazione del mercato pubblicitario e l’espansione dei servizi online, con un impatto sempre maggiore sulle strategie dei media tradizionali.

Le Nuove Dinamiche nei Ricavi del SIC

In termini di distribuzione delle fonti di ricavi, il SIC del 2022 ha mostrato una crescente predominanza dei ricavi da servizi digitali. I ricavi derivanti dai fondi pubblici rappresentano il 12,2% del SIC, mentre quelli ottenuti dalla vendita diretta di prodotti e servizi sono saliti al 29,4%. In particolare, i ricavi delle offerte televisive a pagamento su Internet, come i servizi di streaming, hanno visto un forte incremento, contrastando il calo delle entrate derivanti dagli abbonamenti alla pay TV satellitare e dalle vendite di copie di quotidiani.

L’analisi suggerisce che la televisione tradizionale stia affrontando una crescente difficoltà nel competere con le nuove forme di distribuzione dei contenuti, come lo streaming e le piattaforme on-demand, che stanno attirando sempre più investimenti.

Prospettive Future: Il Dominio dei Giganti del Web

Con il rafforzamento della posizione di Google e Meta nel mercato italiano, i grandi gruppi mediatici tradizionali stanno affrontando una sfida sempre più ardua. La continua crescita della pubblicità online e l’ascesa di nuove forme di fruizione dei contenuti stanno ridisegnando il panorama delle comunicazioni in Italia, portando a un riassetto delle risorse e dei protagonisti del settore.

Se da un lato la Rai mantiene una posizione dominante, dall’altro è chiaro che l’industria delle comunicazioni italiane sta cambiando rapidamente, con i Big Tech che svolgono un ruolo sempre più cruciale. I prossimi anni potrebbero segnare un ulteriore consolidamento della posizione di Google e Meta, con effetti significativi non solo per il mercato pubblicitario, ma anche per la produzione e distribuzione dei contenuti in Italia.

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