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SAI CHE… Esiste uno “Psicologo on the Road”?

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“Psicologo on the Road” è un progetto innovativo nato per promuovere l’accesso alla salute mentale, con l’obiettivo di contrastare lo stigma ancora associato alla figura dello psicologo, soprattutto nelle aree più lontane dai grandi centri urbani. Questo servizio itinerante, realizzato a bordo di un camper, si sposta nelle piazze e nei mercati delle città e dei paesi, offrendo supporto psicologico gratuito a chiunque ne abbia bisogno.

L’iniziativa, ideata nel 2022 dal dottor Maurizio Cinquini, un professionista con esperienza anche nel campo ferroviario, si propone di portare un servizio di ascolto diretto alle persone, creando uno spazio accogliente dove parlare di ansia, stress, solitudine o altri temi legati alla salute mentale. A bordo del camper, i partecipanti possono ricevere cinque sedute gratuite di 30 minuti, durante le quali lo psicologo offre un primo supporto e, se necessario, indirizza verso specialisti locali.

L’approccio informale e accogliente del progetto si distingue dal contesto tradizionale degli studi psicologici, facendo sentire le persone più a loro agio nel condividere le proprie difficoltà. In questo ambiente colorato e stimolante, tutti, dai giovani agli anziani, possono trovare un aiuto per superare le difficoltà quotidiane o anche solo per esplorare il benessere psicologico.

Con un’accoglienza entusiastica da parte della comunità e delle amministrazioni locali, l’iniziativa ha rapidamente conquistato il supporto dei cittadini. Il successo del progetto dimostra come il servizio psicologico, se reso accessibile e visibile, possa rispondere a una crescente richiesta di supporto psicologico, contribuendo a normalizzare la cura della propria mente come un aspetto fondamentale della salute.

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SAI CHE… La Nasa lancia una sfida da 3 milioni di dollari per risolvere il problema dei rifiuti spaziali?

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La NASA ha dato il via a una nuova competizione, la “LunaRecycle Challenge”, con un montepremi di 3 milioni di dollari, per trovare soluzioni innovative alla gestione dei rifiuti durante le missioni lunari. L’obiettivo è ridurre l’inquinamento spaziale e promuovere pratiche sostenibili per una presenza umana duratura sulla Luna, un passo fondamentale nelle missioni Artemis.

Il concorso invita cittadini e aziende di tutto il mondo a presentare idee creative per il riciclaggio dei materiali di scarto che potrebbero accumularsi durante le missioni. Le proposte possono spaziare dalla creazione di sistemi per trattare i rifiuti sulla superficie lunare a modelli digitali per simulare l’efficacia di tali tecnologie. Tra i materiali da riciclare ci sono imballaggi alimentari, abiti e altre risorse scientifiche, con l’intento di trasformarli in nuovi prodotti utili per le missioni future.

Il concorso si articola in due categorie: la prima riguarda lo sviluppo di prototipi fisici in grado di riciclare i rifiuti sulla Luna, mentre la seconda si concentra sulla progettazione di modelli virtuali che rappresentano il processo di riciclo. Entrambe le soluzioni dovranno essere ad alta efficienza energetica e a basso impatto ambientale, caratteristiche fondamentali per affrontare le sfide di sostenibilità nello spazio. Le tecnologie vincenti, oltre a essere utilizzate per le missioni lunari, potrebbero anche contribuire al miglioramento del riciclaggio sulla Terra.

La NASA ha avviato questa competizione come parte delle “Centennial Challenges”, un programma che coinvolge il pubblico globale nella risoluzione di problemi tecnologici e scientifici. La registrazione è aperta a tutti, e i partecipanti hanno la possibilità di avere un impatto diretto sul futuro delle missioni spaziali e sulla gestione dei rifiuti terrestri.

Il concorso, coordinato dal Marshall Space Flight Center in collaborazione con l’Università dell’Alabama, si prefigge di stimolare nuove idee che, oltre a migliorare la sostenibilità nello spazio, potrebbero trasformare il modo in cui trattiamo i rifiuti anche sulla Terra.

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SAI CHE… Una tempesta di grandine colpisce il deserto dell’Arabia Saudita?

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Una straordinaria tempesta di grandine ha colpito il deserto dell’Arabia Saudita, trasformando l’arido paesaggio in un’apparenza quasi invernale. La regione di Al-Jawf, nel nord del Paese, è stata invasa da una spessa coltre di ghiaccio che ha sorpreso tanto i residenti quanto gli osservatori internazionali. Questo evento, straordinario per il deserto, è stato generato dalla cosiddetta “goccia fredda”, un fenomeno meteorologico che può causare condizioni atmosferiche insolite, come il contrasto termico tra aria artica e le calde temperature desertiche.

Il fenomeno ha anche interessato altre aree del Medio Oriente, portando a intensi temporali e piogge abbondanti, inclusi alcuni episodi di alluvioni lampo in Libano e Israele. Tali eventi sono particolarmente rari per regioni come quella desertica dell’Arabia Saudita, notoriamente caratterizzata da un clima secco e temperature elevate.

Questa tempesta, insieme ad altri eventi climatici estremi registrati in diverse parti del mondo, sottolinea l’importanza di monitorare con attenzione i cambiamenti meteorologici, che possono colpire anche zone solitamente lontane da fenomeni di tale entità. Con il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, episodi come questo ricordano quanto sia cruciale prepararsi e prevedere eventi estremi, anche in aree che non sembrano a rischio.

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SAI CHE… Le lingue del mondo (dal cinese all’italiano) condividono queste due piccole parole sempre uguali?

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Un recente studio ha rivelato una sorprendente caratteristica comune a tutte le lingue del mondo: l’uso dei cosiddetti “dimostrativi spaziali”, ovvero parole come “questo” e “quello”, che indicano la vicinanza o lontananza di un oggetto rispetto a chi parla. Nonostante la grande diversità linguistica, dai più di 7.000 idiomi esistenti, tutte le lingue presentano termini simili per distinguere gli oggetti vicini da quelli lontani, come dimostrato da una ricerca condotta su quasi 1.000 parlanti nativi di 29 lingue.

L’esperimento ha coinvolto l’analisi di come questi parlanti usano le parole per descrivere oggetti spostati a diverse distanze. I risultati hanno mostrato che, indipendentemente dalla lingua, esistono parole specifiche per riferirsi agli oggetti alla portata di mano e a quelli fuori portata, un fenomeno che evidenzia una tendenza universale della comunicazione umana. Questo studio suggerisce che la distinzione spaziale tra “questo” e “quello” potrebbe avere radici evolutive comuni.

I dimostrativi spaziali non solo sono essenziali per la comunicazione quotidiana, ma riflettono anche aspetti culturali profondi, influenzando la percezione della distanza, anche in ambito sociale. In alcune culture, ad esempio, la distinzione tra ciò che è vicino e lontano si estende anche a concetti di rispetto e gerarchia.

Inoltre, i dimostrativi spaziali rivestono un ruolo cruciale nell’apprendimento linguistico, essendo tra le prime parole che i bambini apprendono, poiché sono fondamentali per orientarsi nello spazio e interagire socialmente. Questi termini sembrano essere parte integrante dello sviluppo linguistico universale, facilitando la comunicazione sin dai primi anni di vita.

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