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Cronaca

Napoli | Rafforzati i controlli sul territorio: sequestrate tonnellate di rifiuti non autorizzati

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In seguito alle direttive del Prefetto di Napoli, Michele di Bari, per intensificare i controlli sulla sicurezza e sull’ordine pubblico, la Guardia di Finanza di Napoli ha recentemente effettuato un’importante operazione di verifica e contrasto alle attività illecite nella zona del “Miglio d’oro”, un’area particolarmente sensibile dal punto di vista ambientale.

Durante le ispezioni condotte nella zona costiera di Ercolano, le forze dell’ordine hanno scoperto un’azienda che, pur avendo un’autorizzazione limitata per la gestione di rifiuti tessili fino a 5 tonnellate, ne conteneva oltre 17. Questa scoperta ha rivelato un’eccedenza di materiali pari a più del triplo rispetto al consentito, con il rischio che ciò rappresentava per l’ambiente e per la sicurezza del luogo.

Ulteriori verifiche all’interno dell’azienda hanno evidenziato gravi mancanze sul piano della sicurezza, tra cui l’assenza di un sistema antincendio obbligatorio, considerata la natura infiammabile dei materiali depositati. Questo impianto, essenziale per la protezione di chi lavora o vive nelle vicinanze, non era stato installato, aumentando così il rischio di incidenti.

Di conseguenza, tutto il complesso aziendale, comprese le tonnellate di rifiuti e le attrezzature presenti, è stato posto sotto sequestro. La titolare dell’impresa è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per la gestione non autorizzata dei rifiuti e per le mancanze in tema di sicurezza antincendio.

Cronaca

Verona | Evasione fiscale: arresti e sequestro per 33 milioni di euro

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Le forze dell’ordine di Verona hanno arrestato un imprenditore locale attivo nel commercio di prodotti petroliferi, suo figlio e il loro commercialista per una presunta frode fiscale multimilionaria. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, ha portato al sequestro di beni e fondi per oltre 33 milioni di euro, pari al presunto profitto ottenuto tramite l’evasione fiscale.

L’indagine ha svelato un complesso schema di frode basato su crediti d’imposta fittizi per circa 30 milioni di euro e l’emissione di fatture false per oltre 20 milioni, usate per ridurre drasticamente l’imposta sul valore aggiunto dovuta. I crediti fittizi, accumulati tramite acquisizioni a basso costo e contratti con società estere, sono stati contabilizzati per compensare il debito fiscale. Per occultare i profitti, gli indagati avrebbero utilizzato conti correnti sia nazionali che internazionali, aggirando i controlli fiscali.

A seguito delle indagini, l’Autorità Giudiziaria ha disposto, oltre agli arresti, il sequestro di immobili, veicoli e lo studio professionale del commercialista. Sebbene gli accusati si trovino in detenzione preventiva, la loro responsabilità verrà accertata solo in sede di giudizio, come previsto dalla presunzione di innocenza garantita dalla Costituzione.

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Cronaca

Cosenza | Dirigente dell’Asp citato per danno erariale da un milione di euro

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La Procura Regionale della Corte dei Conti ha avviato un’azione legale nei confronti di un dirigente dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Cosenza per un presunto danno erariale di circa un milione di euro. La Guardia di Finanza di Cosenza, incaricata dell’indagine, ha rilevato irregolarità in relazione alla fornitura di gas medicale per le strutture sanitarie locali.

Secondo quanto emerso dall’inchiesta, al dirigente viene contestato di non aver aggiornato il contratto per la fornitura di gas medicale, risalente al 2005, e di aver permesso il suo rinnovo per oltre un decennio senza adeguarlo alle normative vigenti sugli appalti pubblici. La mancata indizione di una nuova gara d’appalto avrebbe comportato il mantenimento di un prezzo più alto rispetto alla media di mercato, causando un danno economico all’azienda sanitaria.

L’indagine ha portato alla luce una spesa eccessiva per il gas medicale, applicando un costo superiore a quello pagato da altri presidi ospedalieri nella stessa provincia. Gli accertamenti, condotti dalla Guardia di Finanza, hanno incluso un’analisi comparativa delle fatture d’acquisto tra il 2019 e il 2023, dimostrando l’esistenza di costi superiori rispetto ai prezzi medi di altre forniture.

Questo episodio rappresenta l’ennesimo esempio dell’attenzione delle autorità nel contrasto agli sprechi e alle irregolarità nell’ambito della spesa pubblica, specialmente nel settore sanitario, dove fenomeni di questo tipo possono compromettere risorse destinate ai servizi essenziali.

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Cronaca

Ancona | Amministratore di sostegno accusato di peculato: sottratti 120.000 euro a un familiare vulnerabile

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Un amministratore di sostegno è stato denunciato dalla Guardia di Finanza di Ancona con l’accusa di peculato, in seguito a indagini che hanno rivelato presunte sottrazioni di denaro dai conti del proprio familiare, persona affetta da gravi deficit cognitivi e incapace di provvedere autonomamente alla gestione del proprio patrimonio. La somma, stimata in oltre 120.000 euro, era destinata al mantenimento e alle cure del familiare, ma sarebbe stata trasferita dall’amministratore sui propri conti tramite bonifici e prelievi di denaro in contante.

L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Macerata, ha incluso meticolosi accertamenti bancari e testimonianze che hanno contribuito a delineare le presunte condotte illecite. L’indagato, che per il suo ruolo è equiparato a un pubblico ufficiale, è soggetto agli obblighi di tutela delle persone che non sono in grado di gestire i propri beni e interessi; l’accusa di peculato implica che abbia abusato di questo ruolo a fini personali.

Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Macerata ha disposto il sequestro preventivo di beni pari alla cifra sottratta, includendo due immobili e somme liquide dell’amministratore, per garantire la possibile restituzione delle risorse al familiare vulnerabile.

Questo intervento rappresenta un ulteriore passo della Guardia di Finanza nella lotta alla criminalità economica e a tutela delle persone più fragili. La presunzione di innocenza rimane garantita per l’indagato fino a un’eventuale sentenza definitiva.

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