Cronaca
Padova | Arresti per spaccio di droga tra tunisini: anche un italiano
Nella settimana appena trascorsa, la Polizia di Stato di Padova ha condotto un’importante operazione che ha portato all’arresto di quattro persone coinvolte in attività di spaccio di stupefacenti. Gli arresti sono stati effettuati principalmente nella zona della Stazione e in alcuni parchi pubblici della città, in un’azione coordinata volta a contrastare il traffico di droga.
Tra gli arrestati, due tunisini irregolari, di cui uno minorenne, e un nigeriano, anch’esso senza permesso di soggiorno, sono stati trovati in possesso di significative quantità di sostanze stupefacenti, tra cui cocaina e hashish. Le indagini hanno rivelato che il minorenne era già attivo nel mercato della droga, mentre il nigeriano era un pregiudicato noto per il suo coinvolgimento nel traffico di sostanze illecite.
Uno dei momenti salienti dell’operazione è avvenuto quando gli agenti hanno osservato il nigeriano mentre cedeva dosi di droga a un giovane. L’intervento tempestivo della polizia ha portato alla cattura del sospettato, che ha cercato di nascondere la droga e il denaro guadagnato dalle sue attività illecite.
In un altro episodio, i due tunisini sono stati trovati in un appartamento utilizzato come rifugio per lo spaccio. Durante il controllo, gli agenti hanno scoperto diverse dosi di cocaina e hashish, insieme a strumenti per il confezionamento delle sostanze. Il minorenne è stato quindi affidato a una struttura penale minorile, mentre il maggiorenne è stato portato presso l’Ufficio Immigrazione per l’allontanamento dal paese.
Infine, un diciannovenne italiano è stato bloccato in un parco pubblico dopo essere stato segnalato dai cittadini. Sorpreso in possesso di hashish, il giovane è stato arrestato dopo una perquisizione che ha rivelato ulteriori sostanze e materiale per il confezionamento nella sua abitazione.
Questa operazione evidenzia l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro il traffico di droga e la sicurezza pubblica, un problema sempre più rilevante nelle aree urbane.
Cronaca
Modena | Furto in un supermercato: due arresti e misure cautelari
Un episodio di furto all’interno di un supermercato in un noto centro commerciale di Modena si è concluso con l’arresto di due donne di origine bulgara, rispettivamente di 26 e 24 anni. Il fatto è accaduto nel pomeriggio di ieri, quando un addetto alla sicurezza ha notato comportamenti sospetti da parte delle due giovani e ha immediatamente avvertito le forze dell’ordine.
Le due donne sono state sorprese a sottrarre un portafoglio dalla borsa di una cliente, un’anziana signora intenta a fare acquisti. L’azione, ben orchestrata, prevedeva la collaborazione tra le due: una distraeva la vittima, mentre l’altra eseguiva il furto. Il tutto è stato documentato dalle telecamere di videosorveglianza del negozio.
All’arrivo degli agenti, il portafoglio è stato ritrovato in possesso di una delle due arrestate. Dopo l’identificazione, entrambe sono state condotte in tribunale per l’udienza di convalida dell’arresto. Il giudice ha deciso di applicare la misura dell’obbligo di presentarsi periodicamente alle autorità di Torino, città di residenza delle indagate.
Parallelamente, il Questore di Modena ha adottato ulteriori provvedimenti, emettendo un foglio di via obbligatorio che vieta alle due donne di fare ritorno nel comune emiliano. Questo episodio sottolinea l’importanza di una vigilanza attenta e della collaborazione tra personale dei negozi e forze di polizia per garantire la sicurezza dei cittadini.
Cronaca
Modena | Sequestro preventivo per omesso versamento IVA: coinvolta azienda del settore ceramico
Il 20 novembre 2024, le autorità hanno proceduto al sequestro preventivo di beni appartenenti a una società con sede a Maranello, specializzata nella produzione e vendita di materiali ceramici. L’operazione è stata eseguita su mandato della Procura della Repubblica di Modena, con il supporto del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, ed è legata a un’indagine sull’omesso versamento dell’IVA per le annualità fiscali 2017 e 2020, per un importo complessivo stimato intorno a 550.000 euro.
L’inchiesta ha messo in luce una rilevante esposizione debitoria della società nei confronti dell’Erario e degli enti previdenziali, con un accumulo di debiti pari a diversi milioni di euro. Nonostante l’azienda avesse cercato di regolarizzare la propria situazione attraverso strumenti agevolativi come la “rottamazione” dei debiti fiscali e piani di rateizzazione, è emerso che tali iniziative non sono state portate avanti con costanza, portando alla revoca dei benefici per inadempienze ripetute.
La mancata corresponsione dell’IVA, oltre a superare le soglie di punibilità previste dalla normativa vigente, è risultata essere una condotta reiterata, consolidatasi in più anni. La gravità della situazione ha indotto gli inquirenti a richiedere una misura cautelare volta a impedire la dispersione dei beni, considerata la possibilità che il rappresentante legale della società potesse adottare ulteriori azioni per sottrarli alle pretese erariali.
Il sequestro ha riguardato beni per un valore di circa 460.000 euro, compresi asset finanziari, e un immobile situato a Camposanto (MO). La misura si colloca nel quadro di una strategia di tutela preventiva, finalizzata a garantire che i beni possano essere utilizzati per risarcire il debito fiscale in attesa della conclusione del procedimento penale.
La figura del rappresentante legale dell’azienda non è nuova a episodi del genere: già nel 2021 era stato emesso un provvedimento simile per il mancato versamento di ritenute fiscali. Questo nuovo episodio rafforza il quadro indiziario a carico dell’indagato, con implicazioni che potrebbero estendersi anche al futuro dell’attività imprenditoriale.
La vicenda rappresenta un caso emblematico dell’attenzione posta dalle autorità nei confronti di violazioni fiscali significative, evidenziando la determinazione nel contrastare comportamenti lesivi per le finanze pubbliche.
Cronaca
Lanzo D’intelvi (CO) | Sequestro di pellicce di animali protetti: denunciato cittadino italiano
Prosegue l’intensa attività di controllo da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e delle Fiamme Gialle lungo il confine con la Svizzera, finalizzata a contrastare il traffico illecito di beni, in particolare quelli riguardanti la fauna selvatica. Recentemente, un importante intervento ha avuto luogo presso il valico di Lanzo d’Intelvi, dove i militari della Tenenza di Oria hanno fermato un cittadino italiano, originario di Napoli, intento a entrare nel territorio italiano.
Durante i controlli doganali di routine, il viaggiatore ha dichiarato di trasportare delle pellicce acquistate a Lugano per un valore di circa 600 franchi. Tuttavia, durante l’ispezione, è emersa una discrepanza tra il numero di pellicce dichiarato e quello effettivamente trasportato: il viaggiatore aveva con sé 15 pellicce, mentre la ricevuta mostrava solo 12. Questo dettaglio ha suscitato sospetti tra i militari, che hanno avviato una verifica approfondita.
La perquisizione ha portato a un risultato sorprendente: tra le pellicce sequestrate, due erano realizzate con pelli di animali protetti, rispettivamente una pelle di lince (Lynx spp) e una di giaguaro (Panthera onca), entrambe incluse nell’Appendice I e II della Convenzione CITES (Convenzione sul commercio internazionale di specie in pericolo di estinzione). Queste specie sono tutelate a livello internazionale, e il loro commercio è severamente regolato per prevenire il rischio di estinzione.
A seguito dei riscontri effettuati dai funzionari della CITES e dei militari della GdF specializzati in questo tipo di reati, il cittadino è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Como per violazione delle leggi relative alla protezione della fauna selvatica. Le pellicce sono state sequestrate penalmente.
Questa operazione si inserisce in un più ampio dispositivo di contrasto al commercio illegale di flora e fauna selvatica, volto a proteggere le specie in via di estinzione e a salvaguardare la biodiversità globale. L’azione è il risultato di una collaborazione tra l’ADM e la Guardia di Finanza, rafforzata dal Protocollo d’intesa siglato tra le due istituzioni nell’aprile del 2023, che coordina le attività di controllo doganale e le operazioni di tutela ambientale.
Il sequestro rappresenta una vittoria nella lotta contro il traffico di animali protetti, un fenomeno che, oltre a minacciare la sopravvivenza di numerose specie, alimenta il mercato nero internazionale di prodotti illegali.
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