Tecnologia
Nuova catena di infezione: un attacco malware sotto forma di phishing
Negli ultimi giorni, è emersa una preoccupante catena di infezione informatica che ha attirato l’attenzione degli esperti di sicurezza. Il processo di attacco inizia con l’invio di email di phishing, le quali contengono un archivio ZIP. Questo archivio è insidioso: al suo interno si trova un file LNK che, una volta aperto, utilizza PowerShell per scaricare un file MSI da un server remoto.
Una volta scaricato, il file MSI viene copiato su disco con un nome diverso e avviato senza alcun intervento da parte dell’utente. Il file si presenta come l’installer dei driver NVIDIA o Midjourney, cercando di ingannare gli utenti e nascondere la vera natura del malware. Attraverso strumenti di Windows, l’installer riesce a caricare in memoria una DLL nota come Bumblebee.
Per evitare di destare sospetti, il malware sfrutta la tabella SelfReg presente nella struttura del file MSI, caricando la DLL nello spazio di indirizzi del processo msiexec. La configurazione di Bumblebee viene quindi decifrata tramite una chiave RC4, presente nel codice del malware.
Nonostante gli esperti di Netskope non abbiano fornito informazioni specifiche sui malware distribuiti attraverso questo loader, è noto che in passato è stato utilizzato per installare minacce come beacon Cobalt Strike, software di furto di informazioni e vari tipi di ransomware.
Questa scoperta sottolinea ancora una volta la resilienza dei cybercriminali. Sebbene le operazioni delle forze dell’ordine possano rallentare le loro attività, questi gruppi riescono a ricostruire rapidamente la propria infrastruttura e a lanciare nuovi attacchi con versioni aggiornate dei loro malware. È un promemoria della continua necessità di vigilanza e di sicurezza informatica per proteggere utenti e organizzazioni.
Tecnologia
Novità di OxygenOS 15: prestazioni e intelligenza artificiale al top
OnePlus ha ufficialmente presentato OxygenOS 15, il suo nuovo sistema operativo basato su Android 15, promettendo un’esperienza utente arricchita da numerosi miglioramenti. Questo aggiornamento sarà inizialmente disponibile per il OnePlus 12 e si distingue per le sue prestazioni ottimizzate e il design rinnovato. Uno dei principali punti di forza di OxygenOS 15 è l’incremento delle prestazioni rispetto alla versione precedente. Grazie alla tecnologia di Parallel Processing, gli utenti potranno godere di uno switch più veloce tra le applicazioni, riducendo i ritardi causati dall’interruzione del rendering delle animazioni. Questa innovazione consente di eseguire più animazioni contemporaneamente, offrendo così un’esperienza utente fluida e reattiva. Inoltre, il produttore ha lavorato per eliminare le funzioni ridondanti, liberando spazio prezioso per app e file. Per il OnePlus 12, la dimensione del nuovo sistema operativo è stata ridotta di circa il 20% rispetto a OxygenOS 14, permettendo una gestione più efficiente della memoria. OxygenOS 15 introduce anche un design rinnovato con nuove icone, animazioni, effetti e colori che arricchiscono l’interfaccia utente. Questi cambiamenti non solo rendono il sistema operativo più attraente, ma migliorano anche l’usabilità complessiva, offrendo un’interfaccia più intuitiva e accattivante. Una delle novità più interessanti di OxygenOS 15 è l’integrazione avanzata dell’intelligenza artificiale. La suite OnePlus AI include strumenti per migliorare la creatività fotografica, come AI Detail Boost, AI Unblur e AI Reflection Eraser. Queste funzionalità consentono agli utenti di ottenere immagini di qualità superiore, rendendo più facile la modifica e l’ottimizzazione delle foto. In conclusione, OxygenOS 15 rappresenta un passo avanti significativo per OnePlus, offrendo prestazioni elevate e una serie di funzionalità innovative che possono migliorare notevolmente l’esperienza degli utenti. Con l’implementazione di tecnologie all’avanguardia e un design fresco, questo nuovo sistema operativo è destinato a conquistare gli appassionati del marchio.
Tecnologia
Comunicazione nei sogni: la startup REMspace promette di rivoluzionare il concetto di sogno lucido
Il film Inception, uscito 15 anni fa, ha affascinato il pubblico con la sua trama innovativa che esplorava un mondo in cui la tecnologia consentiva di entrare nei sogni altrui, creando scenari fantascientifici e ricchi di suspense. Ora, una startup californiana, REMspace, ha annunciato di aver compiuto un passo rivoluzionario nel campo della comunicazione onirica, affermando di essere riuscita a permettere a due persone di comunicare mentre sognano, un risultato che se confermato, potrebbe avvicinarci alla realtà del film di Christopher Nolan.
Attualmente, le informazioni disponibili riguardo all’esperimento sono limitate e provengono principalmente dall’azienda stessa. REMspace ha dichiarato che la comunicazione a distanza tra i due sognatori è avvenuta il 24 settembre. I partecipanti, che si trovavano in luoghi diversi, sono stati monitorati da un team di scienziati, i quali hanno registrato le loro onde cerebrali e altri dati polisonnografici. L’obiettivo era identificare il momento esatto in cui i soggetti entravano in uno stato di “sogno lucido”, un fenomeno in cui gli individui diventano consapevoli di essere in un sogno e possono esercitare un certo controllo su di esso.
Se i risultati di questo esperimento saranno confermati, potrebbero non solo aprire nuovi orizzonti nella comprensione dei sogni, ma anche dare vita a modalità di interazione tra le persone completamente inedite, influenzando vari settori, dalla terapia ai videogiochi, fino all’arte. Il potenziale di esplorare e interagire in un ambiente onirico potrebbe segnare l’inizio di una nuova era, rendendo il fantastico di Inception una possibilità concreta.
Tecnologia
Calcestruzzo green: verso una costruzione sostenibile per il futuro
Il calcestruzzo è uno dei materiali da costruzione più utilizzati al mondo, secondo solo all’acqua per consumo globale. Tuttavia, la sua produzione è responsabile di circa l’8-9% delle emissioni mondiali di CO2, un dato allarmante che ha spinto ricercatori e aziende a sviluppare alternative più sostenibili. Nasce così il concetto di calcestruzzo green, un approccio innovativo per ridurre l’impatto ambientale di questo materiale.
Il calcestruzzo green si riferisce a un tipo di materiale da costruzione che utilizza elementi di scarto e viene prodotto in modo da minimizzare l’impatto ambientale, senza compromettere le prestazioni. L’obiettivo principale è ridurre le emissioni di CO2 legate alla produzione del cemento, che rappresenta il componente principale del calcestruzzo tradizionale, e diminuire il consumo di risorse naturali, come sabbia e ghiaia.
La produzione di cemento, necessaria per il calcestruzzo convenzionale, avviene attraverso la cottura di carbonato di calcio e argilla a temperature elevate (circa 1450°C). Questo processo genera CO2 sia tramite la decomposizione del carbonato di calcio che attraverso l’uso di combustibili fossili per alimentare i forni. Tale produzione ha un impatto significativo sulle emissioni globali di CO2, rendendo urgente la ricerca di alternative sostenibili.
Per rendere il calcestruzzo più green, gli scienziati stanno sperimentando diverse strategie. Una delle principali è la riduzione della quantità di cemento utilizzata nella miscela, sostituendolo parzialmente con additivi minerali, il che potrebbe portare a una diminuzione del 60-70% del cemento necessario. Inoltre, l’uso di nuovi additivi chimici, come i polimeri disperdenti, può migliorare le performance del materiale, riducendo al contempo il contenuto di legante.
Un’altra promettente direzione è l’incorporazione di materiali di scarto industriali. Ceneri volanti, scorie di ghisa e rifiuti dell’industria del vetro possono sostituire parte del cemento o degli aggregati. Questa pratica non solo limita la necessità di nuove risorse, ma affronta anche il problema dello smaltimento dei rifiuti.
L’adozione delle nanotecnologie offre ulteriori opportunità di miglioramento per il calcestruzzo green. L’integrazione di nanomateriali, come i nanotubi di carbonio, potrebbe aumentare la densità e la resistenza del calcestruzzo, riducendo la quantità di cemento richiesta e le relative emissioni di CO2.
Un approccio innovativo prevede l’uso di cementi geopolimerici, che sostituiscono il cemento Portland con polimeri inorganici. Questi materiali promettono una sostanziale riduzione delle emissioni di CO2, mantenendo prestazioni simili a quelle dei calcestruzzi tradizionali. Sebbene siano ancora in fase di sviluppo, rappresentano una potenziale rivoluzione per il settore dell’edilizia sostenibile.
Se il calcestruzzo ecosostenibile venisse adottato su scala globale, potrebbe contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2. Alcuni studi stimano un potenziale risparmio di circa 800 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, equivalenti al 2% delle emissioni di carbonio globali.
Questo potenziale di mitigazione del cambiamento climatico rende la ricerca sul calcestruzzo green una priorità fondamentale per l’industria delle costruzioni. Attraverso l’innovazione e l’adozione di pratiche più sostenibili, il settore può intraprendere un percorso verso un futuro ecologicamente responsabile.
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