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Economia

A Chicago la prima edizione di Vinitaly.USA

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Con più di 1.500 tra buyer, operatori dell’horeca e Gdo accreditati, 230 aziende italiane presenti, cinque collettive regionali (Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Sardegna e Veneto e Umbria rappresentate istituzionalmente) e 1.650 etichette in degustazione, si è inaugurata ieri, al Navy Pier di Chicago, la prima edizione di Vinitaly.USA. Un debutto, quello della due giorni che ha trasformato il famoso molo della metropoli dell’Illinois in un business center del vino italiano, che ha così centrato gli obiettivi dichiarati per la prima fase di avviamento del progetto di presidio permanente sul mercato americano.

All’apertura della manifestazione, organizzata da Veronafiere e Fiere italiane in collaborazione con i ministeri dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e il supporto di ITA, Italian trade Agency, il presidente della Fiera di Verona, Federico Bricolo, ha sottolineato: «Con Vinitaly.USA intensifichiamo ulteriormente l’azione di promozione del brand fieristico portabandiera del vino italiano nel mondo. Alla prima edizione, l’evento si conferma la prima rassegna del vino italiano negli USA e la straordinaria presenza delle istituzioni e delle associazioni agricole e del vino, conferma la grande attenzione verso il settore enologico, uno dei principali ambasciatori del Made in Italy.

Siamo presenti – tra fiere ed eventi – sui principali mercati obiettivo, per facilitare il percorso di internazionalizzazione delle aziende. In uno scenario geopolitico complesso come quello attuale in cui si inseriscono nuove sfide evolutive della domanda e dei consumi di vino su scala globale – ha concluso Bricolo -, Veronafiere, attraverso Vinitaly da Verona al mondo e viceversa, vuole essere sempre di più una leva per la competitività e la crescita del settore. Vanno in questa direzione anche tutte le alleanze tessute con le istituzioni preposte al fine di ottimizzare gli strumenti di promozione evitando frammentarietà e dispersione di progetti e risorse».

Nel corso dell’inaugurazione è intervenuto il Governatore dell’Illinois J.B. Pritzker che ha ricordato «il forte legame tra il vino e l’Illinois, dove esiste una produzione enologica di grande qualità da oltre 150 anni». «Questa è la ragione – ha proseguito Pritzker – per la quale siamo davvero contenti di condividere giornate come questa con voi, perchè penso che lo spirito dei successi che avete ottenuto in Italia vada condiviso anche qui, con noi. Gli USA sono il più grande mercato per il vino italiano. Ma non è il solo motivo perchè il nostro legame con voi è così stretto. Chicago è una vera e propria testimonianza dell’influenza che gli italiani hanno avuto qui nel nostro Paese. Dal cibo all’arte, alla cultura, all’architettura, all’arte, all’agricoltura. Le connessioni sono molte e si possono trovare nella intera nostra città».

L’esordio di Vinitaly.USA ha raccolto a Chicago il sostegno di tutte le istituzioni italiane preposte alle politiche di promozione e internazionalizzazione del Made in Italy e la collaborazione della Camera di Commercio italiana americana del Midwest – Chicago.
Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha evidenziato all’apertura dell’evento: «Con Vinitaly negli USA rispondiamo alla richiesta di qualità che hanno i consumatori di tutto il mondo e che l’Italia può offrire. Ovviamente, non basta avere dei prodotti eccezionali ma bisogna saperli promuovere in modo sinergico e questa iniziativa con i tanti buyer presenti possiamo già dire che è una sfida vinta, tanto che anche i francesi hanno chiesto di partecipare. L’Italia quindi apre nuove strade e anche gli altri, che prima erano considerati quelli che dettavano la linea, in alcuni casi, vorrebbero accodarsi a noi in una proposta al mercato che offre qualità».

L’alleanza a favore della crescita del settore e delle aziende del vino è stata al centro del video messaggio del ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani che ha sottolineato che, dall’inizio del suo mandato, ha avviato «una intensa azione di diplomazia della crescita per favorire l’export e il vino ha un ruolo di primo piano in questo impegno. Iniziative come Vinitaly.USA – ha concluso Tajani – sono esempi – sono esempi virtuosi di partenariato tra pubblico e privato ed eccezionali strumenti di promozione del nostro saper fare».
Matteo Zoppas, presidente di Agenzia ICE, ha ribadito «la forte azione di sistema-Paese su un mercato fondamentale per i prodotti creati con grande capacità dall’imprenditoria italiana ed è stata premiata la visione strategica di questo progetto condiviso».

«Per noi Vinitaly è una grande esperienza e il Comune è il partner principale di Veronafiere – ha detto nel suo intervento il Sindaco di Verona, Damiano Tommasi -. Credo che per Verona questa sia una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità. Siamo qui a rappresentare l’Italia e le più grandi eccellenze del vino italiano. Come il Vinitaly a Verona è diventato una vera e propria esperienza per buyer, produttori e winelover, spero che anche a Chicago accada la stessa cosa, già a partire da questa prima edizione. E spero di vedervi tutti al prossimo Vinitaly».
All’inaugurazione di Vinitaly.USA hanno partecipato anche: Maurizio Muzzetta, presidente Fiere Italiane; Riccardo Guariglia, segretario generale ministero degli Affari esteri e Cooperazione internazionale; Mario Alberto Bartoli, Console generale d’Italia a Chicago; Marco Rago, consigliere giuridico del ministro Tajani; Marco Verna, direttore ICE Chicago; Mario Pozza, presidente Assocamerestero; Fulvio Calcinardi, segretario generale della Camera di Commercio italiana americana del Midwest – Chicago; Francesco Rocca, presidente Regione Lazio; Marilynn Gardner, general manager Navy Pier.

Per le organizzazioni di settore erano presenti a Chicago Lamberto Frescobaldi e Micaela Pallini, rispettivamente presidenti di Unione italiana vini e Federvini, Marzia Varvaglione, presidente di AGIVI (i giovani produttori di vino di UIV), oltre alle associazioni di rappresentanza agricola con Ettore Prandini, presidente Coldiretti, Luigi Scordamaglia, presidente Filiera Italia e Annamaria Barrile, direttore generale Confagricoltura. Per Veronafiere: Maurizio Danese, amministratore delegato Veronafiere, i vicepresidenti Matteo Gelmetti e Romano Artoni e il direttore generale, Adolfo Rebughini. Tra i partecipanti anche il vicedirettore generale del Banco Popolare di Sondrio, Mario Erba, e Paolo Barletta, amministratore delegato di Arsenale Spa e Gruppo Barletta e Steven Hartenstein, chairman board of Directors Illinois Restaurant Association.

– Foto Veronafiere –

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I Giovani di Confindustria in missione a Bucarest

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I principali componenti del Sistema Italia in Romania, Ambasciata d’Italia a Bucarest, ITA Bucarest e Confindustria Romania, hanno accolto a Bucarest, nelle rispettive Sedi Istituzionali, la Delegazione dei Giovani industriali di Confindustria. La Delegazione guidata dal Vice Presidente Alessandro Somaschini è giunta nella Capitale romena per partecipare all’Assemblea Annuale di Yes for Europe, l’associazione che riunisce gli imprenditori e le imprenditrici under 40 dei paesi europei e di quelli candidati all’ingresso in Unione Europea. Il Gruppo di giovani imprenditori italiani, rappresentanti di aziende che operano in svariati settori merceologici, hanno avuto la curiosità di conoscere e visitare, di persona, la realtà di Confindustria Romania, considerata la Rappresentanza internazionale di Confindustria più grande e performante dell’Est Europa, con Desk attivi anche presso le principali Confindustrie italiane.

Successivamente, grazie alla disponibilità di Alfredo Durante Mangoni, Ambasciatore d’Italia a Bucarest e alla Direttrice di ITA – (ICE) Italian Trade Agency, Micaela Soldini, hanno potuto approfondire e condividere con i membri della Delegazione, molti aspetti degli investimenti italiani in Romania, legati quindi all’attuale presenza industriale, produttiva e distributiva, alla situazione economica del Paese e ai trend economici previsti nel breve/medio termine.
Non sono mancate, da parte dei Giovani industriali, specifiche domande sulle opportunità di business nei vari settori di loro interesse, da cui è comunque emersa l’importanza di poter contare su un Sistema Italia cosi organizzato come quello rappresentanto, durante l’incontro, dai tre componenti partecipanti alla presentazione.

– Foto ufficio stampa Confindustria Romania –

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Protesta dei commercialisti contro il concordato fiscale: sciopero nazionale in arrivo

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Un’ondata di proteste sta per investire la categoria dei commercialisti in Italia a causa delle recenti misure riguardanti il concordato fiscale per le partite IVA. A partire dal 30 ottobre e fino al 7 novembre, i professionisti hanno annunciato uno sciopero nazionale che coinciderà con uno dei periodi più cruciali per la consegna delle dichiarazioni dei redditi.

Questa mobilitazione nasce da un profondo malcontento nei confronti delle nuove disposizioni fiscali che, secondo i rappresentanti della categoria, non solo complicano ulteriormente la situazione fiscale per le piccole e medie imprese, ma minano anche il ruolo dei commercialisti come intermediari tra i contribuenti e l’amministrazione finanziaria. La decisione di scioperare è stata presa all’unanimità, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle problematiche che stanno affrontando nella loro attività quotidiana.

Il periodo di sciopero coincide con scadenze fiscali importanti, creando una situazione di ulteriore pressione per i contribuenti e per i professionisti del settore. I commercialisti intendono far sentire la loro voce, richiedendo modifiche che possano semplificare le procedure e migliorare il dialogo con l’amministrazione fiscale.

La protesta dei commercialisti non è solo una questione di disagio professionale, ma rappresenta anche una battaglia più ampia per garantire che le esigenze e le preoccupazioni delle partite IVA vengano ascoltate e tenute in considerazione. Mentre il mondo del lavoro continua a evolversi, è fondamentale che le politiche fiscali si adattino alle reali necessità degli imprenditori e dei professionisti, per garantire un ambiente di lavoro equo e sostenibile.

Le conseguenze di questo sciopero potrebbero ripercuotersi su un gran numero di contribuenti, rendendo le prossime settimane particolarmente critiche. Con l’avvicinarsi della scadenza per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, l’attenzione si concentra ora sulla risposta delle istituzioni alle richieste dei commercialisti e sull’eventuale impatto che questa protesta avrà sull’ecosistema fiscale italiano.

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La Banca Centrale Europea Riduce i Tassi d’Interesse: Analisi e Implicazioni

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La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di interesse, riducendo per la terza volta consecutiva i tassi di 25 punti base. Con questa decisione, il tasso sui depositi scende al 3,25%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 3,40% e il tasso sui prestiti marginali al 3,65%. Questa mossa si inserisce in un contesto di inflazione in diminuzione, con l’ultimo report di Eurostat che ha confermato un calo dell’inflazione al 1,7%nel mese di settembre.

La BCE ha giustificato la sua decisione sulla base di una valutazione aggiornata delle prospettive economiche e dell’andamento dell’inflazione. In particolare, la Banca ha sottolineato che il tasso di deposito funge da riferimento per orientare la politica monetaria. L’analisi indica che il processo di disinflazione è ben avviato, suggerendo una maggiore stabilità nei prezzi. Tuttavia, il contesto economico rimane complesso, con sorprese al ribasso in vari indicatori dell’attività economica, che influenzano le aspettative di inflazione.

La riduzione dei tassi di interesse ha come obiettivo principale quello di stimolare l’economia, rendendo il credito più accessibile e incentivando gli investimenti. Tuttavia, la BCE ha anche messo in evidenza che le condizioni di finanziamento continuano a essere restrittive, il che potrebbe limitare l’efficacia di queste misure. La banca centrale si trova così a dover bilanciare la necessità di stimolare la crescita con il rischio di un eccesso di liquidità che potrebbe influenzare negativamente l’inflazione in futuro.

Con il calo dell’inflazione e le recenti misure adottate, gli occhi degli analisti sono puntati sulle future decisioni della BCE. Potrebbero esserci ulteriori aggiustamenti in base all’andamento dei dati economici e inflazionistici nei prossimi mesi. L’attenzione si concentrerà anche su come le politiche monetarie della BCE interagiranno con le politiche fiscali degli stati membri, specialmente in un periodo di sfide economiche globali.

In conclusione, il taglio dei tassi da parte della BCE rappresenta una risposta strategica a un contesto economico in evoluzione. La Banca Centrale sta cercando di navigare in un panorama complesso, con l’obiettivo di stimolare l’economia senza compromettere la stabilità dei prezzi. Le prossime mosse della BCE saranno cruciali per determinare l’andamento economico della zona euro nei prossimi mesi.

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