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Cronaca

Taranto | Controlli della polizia su circoli e ristoranti: sospesi

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Negli ultimi giorni, la Polizia di Stato ha intensificato i controlli sulle attività pubbliche nel Quartiere Tamburi e in altre zone di Taranto per garantire il rispetto delle normative di sicurezza e igiene. Le operazioni hanno portato a provvedimenti significativi contro un circolo ricreativo, un secondo circolo e una pizzeria.

Il primo circolo è stato costretto a cessare immediatamente l’attività a seguito di irregolarità riscontrate, tra cui l’installazione non autorizzata di apparecchi da intrattenimento. Inoltre, sono emersi collegamenti con persone già note alle forze dell’ordine per vari reati, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza pubblica.

Il secondo circolo, invece, ha subito una sospensione di otto giorni dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande, a causa di violazioni simili e della presenza di individui con precedenti penali. Questi eventi evidenziano la necessità di mantenere alti standard di controllo per evitare comportamenti illeciti e garantire un ambiente sicuro per la comunità.

Anche una pizzeria situata a San Giorgio Jonico è stata oggetto di verifiche, che hanno rivelato gravi carenze igienico-sanitarie. Il locale è stato sospeso fino al ripristino delle normative igieniche, con sanzioni amministrative imposte al titolare.

Queste misure evidenziano l’impegno delle autorità nel monitorare e regolare le attività commerciali per tutelare la salute pubblica e la sicurezza dei cittadini. I controlli continueranno nelle prossime settimane, segnalando un’azione decisa contro le irregolarità nel settore della ristorazione e nelle attività di intrattenimento.

Cronaca

Latina | Sequestro di beni per oltre un milione di euro a soggetto pericoloso

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Le autorità della Guardia di Finanza di Latina hanno messo in atto un sequestro di beni per un valore superiore a un milione di euro, riguardante un individuo considerato socialmente pericoloso. Il soggetto, noto per il suo coinvolgimento in attività illecite legate allo spaccio di droga, ha accumulato un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ufficialmente.

Le indagini patrimoniali hanno portato alla scoperta di beni di lusso, inclusi immobili, veicoli, gioielli e denaro, tutti ritenuti frutto di attività criminali. Il sequestro rappresenta un passo importante nella lotta contro il crimine organizzato e la ricchezza accumulata illecitamente.

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Cronaca

Milano | Condanne confermate per la ‘ndrangheta in lombardia: il processo “cavalli di razza”

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La Corte d’Appello di Milano ha recentemente confermato le condanne emesse nell’aprile 2023 nel processo “Cavalli di razza”, un’importante operazione contro la ‘ndrangheta attiva nel territorio comasco. Il procedimento, che ha già portato a oltre 30 condanne in un precedente rito abbreviato, ha visto la conferma di pene pesanti per i membri del clan, con un totale di oltre 200 anni di reclusione.

Tra i condannati, Daniele Ficarra ha ricevuto una pena di 16 anni e 10 mesi, mentre Antonio Carlino è stato condannato a 16 anni. Alessandro Tagliente ha visto la sua pena aumentata a 16 anni e 4 mesi. Inoltre, Massimiliano Ficarra, ritenuto la mente economica della cosca di Fino Mornasco, è stato condannato a 14 anni e 10 mesi. Un imputato, inizialmente assolto, ha ricevuto una pena sospesa di un anno e 10 mesi.

Questa indagine, condotta dalla Squadra mobile di Milano e dalla Guardia di Finanza di Como, ha portato a un maxi blitz nel novembre 2021, arrestando i presunti capi e affiliati della cosca. Le investigazioni hanno dimostrato come il clan dei Molé-Piromalli esercitasse pressioni su aziende locali, tra cui la Spumador spa, per ottenere vantaggi illeciti, culminando in misure di amministrazione giudiziaria.

Con la conferma delle condanne in appello, si segna un passo importante nella lotta contro la criminalità organizzata in Lombardia, un territorio spesso afflitto da infiltrazioni mafiose.

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Cronaca

Reggio Calabia | Marino aggredisce i giornalisti: polemiche e scuse

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Un episodio increscioso ha segnato la mattinata di oggi nella commissione affari generali del Comune di Reggio Calabria. Il presidente della commissione, Giuseppe Marino, ha affrontato i giornalisti presenti durante la seduta in maniera aggressiva e poco rispettosa, suscitando sgomento e polemiche.

Durante la discussione su un nuovo regolamento comunale controverso, Marino ha chiesto in modo insistente l’identificazione dei giornalisti, insinuando che la loro presenza fosse inappropriata. I professionisti dell’informazione, collegati via web, sono stati messi in discussione riguardo alla loro identità e ai loro ruoli, generando un clima di tensione. Questo comportamento ha destato l’indignazione non solo tra i giornalisti, ma anche tra alcuni membri della commissione che hanno subito preso le distanze dalle azioni del presidente.

Dopo le dure critiche ricevute, Marino ha tentato di giustificare il suo atteggiamento, affermando di aver agito per “tutela di tutti” e che i giornalisti sono sempre i benvenuti. Tuttavia, le sue scuse sono apparse goffe e inadeguate rispetto alla gravità dell’accaduto. È evidente che il rispetto per il lavoro dei giornalisti è fondamentale in una democrazia e che ogni tentativo di ostacolare l’informazione libera deve essere condannato.

La politica, infatti, dovrebbe essere un servizio ai cittadini, e non una sfera protetta da cui escludere le voci critiche. Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla trasparenza e sull’importanza di garantire il diritto di accesso alle informazioni, specialmente in un contesto dove le decisioni politiche possono avere un impatto significativo sulla comunità.

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