Tecnologia
L’intelligenza artificiale nelle previsioni meteo: un passo avanti, ma non una soluzione alle catastrofi climatiche
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI) ha rivoluzionato il modo in cui vengono effettuate le previsioni meteorologiche, rendendole più precise ed efficaci. Tuttavia, eventi recenti, come le devastanti inondazioni che hanno colpito l’Europa Centrale, dimostrano che, nonostante i progressi tecnologici, la AI da sola non può prevenire le catastrofi naturali.
L’AI sfrutta algoritmi avanzati e analisi di grandi quantità di dati storici per prevedere fenomeni meteorologici, migliorando l’accuratezza delle previsioni. Ad esempio, sistemi come GraphCast, sviluppato da Google, hanno mostrato risultati superiori rispetto ai modelli tradizionali, permettendo di anticipare con maggiore precisione eventi estremi come le alluvioni.
Tuttavia, esperti del settore avvertono che le previsioni meteorologiche, per quanto accurate, devono essere accompagnate da strategie di comunicazione efficaci. La comprensione dei rischi e la preparazione da parte della popolazione sono essenziali, specialmente in un contesto di cambiamenti climatici che portano a eventi meteorologici sempre più frequenti e gravi.
Inoltre, l’Agenzia europea dell’ambiente ha messo in guardia riguardo ai rischi climatici in aumento, evidenziando che eventi estremi, come le recenti inondazioni, stanno diventando sempre più comuni. Nonostante l’efficacia delle tecnologie predittive, la realtà è che la risposta politica e le misure di mitigazione sono fondamentali per affrontare le conseguenze del cambiamento climatico.
In conclusione, sebbene l’intelligenza artificiale stia migliorando la qualità delle previsioni meteo, è chiaro che la soluzione alle catastrofi climatiche richiede un approccio multidimensionale, che includa non solo innovazioni tecnologiche, ma anche politiche ambientali sostenibili e investimenti in infrastrutture resilienti.
Tecnologia
L’Inno di Mameli rivive con l’Intelligenza Artificiale al Museo del Risorgimento
Il Museo del Risorgimento di Genova si arricchisce di un’esperienza innovativa che unisce tradizione e tecnologia: una stanza dedicata all’inno di Mameli, dove l’intelligenza artificiale reinterpreta il celebre canto patriottico in modo interattivo e coinvolgente. Questo progetto mira a trasmettere i valori risorgimentali in chiave moderna, offrendo ai visitatori un approccio immersivo.
Parallelamente, alcuni licei genovesi collaborano per formare gli studenti come guide del museo, creando un percorso educativo multilivello. I giovani diventano protagonisti, guidando coetanei e ragazzi più piccoli, approfondendo storia e scienza. Questo metodo rafforza il legame con il patrimonio culturale locale.
Tecnologia
L’Italia introduce i documenti digitali sull’app IO
La digitalizzazione dei documenti personali è finalmente realtà in Italia grazie all’app IO. Una nuova funzione permette ai cittadini di caricare la patente di guida, la tessera sanitaria e altri documenti importanti sul proprio smartphone. Questa innovazione offre una soluzione comoda e sicura, mantenendo le versioni fisiche al riparo da smarrimenti o danni.
L’accesso ai documenti digitali è garantito tramite SPID o Carta d’identità elettronica (CIE), assicurando che solo gli utenti autenticati possano utilizzarli. Per ora, la patente digitale è valida solo per i controlli sul territorio italiano, mentre la tessera sanitaria può essere usata per accedere ai servizi del SSN e per richieste di rimborso all’interno dell’UE.
La nuova funzione sarà implementata gradualmente: dai primi test con 50.000 utenti a ottobre, si arriverà a un rilascio completo per tutti gli utenti dell’app IO entro dicembre. Questa iniziativa rappresenta un passo importante verso la semplificazione burocratica e l’inclusione digitale in linea con le normative sulla privacy e la sicurezza.
Una svolta che facilita la vita quotidiana e pone l’Italia tra i pionieri dell’innovazione amministrativa in Europa.
Tecnologia
Android 16 Beta rivela nuove funzioni: Gemini e l’API “App Functions” per un’IA più potente
Il 19 novembre, Google ha rilasciato con settimane di anticipo la prima beta per sviluppatori di Android 16, suscitando subito un grande interesse tra esperti e sviluppatori. Tra le novità scoperte, spicca la presenza di un’API chiamata “app functions”, destinata a potenziare il sistema operativo grazie all’integrazione dell’assistente digitale Gemini.
Stando a quanto riportato dal giornalista Mishaal Rahman di Android Authority, la novità principale di Android 16 è rappresentata proprio da questa API, che permetterà a Gemini di eseguire azioni all’interno delle app di sistema e di terze parti, separandosi dal codice di base del sistema operativo. In pratica, Gemini sarà in grado di agire su applicazioni di qualsiasi tipo, aprendo nuove possibilità per l’integrazione tra l’IA e l’ecosistema di app Android.
L’API “app functions” permette agli sviluppatori di configurare alcune azioni delle loro app come eseguibili dall’IA. Questo significa che, tramite Gemini, sarà possibile, ad esempio, ordinare cibo, chiamare un taxi o avviare un livestreaming, tutto tramite comandi vocali o altre interazioni naturali con l’assistente. Le funzioni delle app verranno quindi incluse in un elenco di azioni che Gemini potrà eseguire su richiesta dell’utente, migliorando l’esperienza di utilizzo del dispositivo Android.
Questa mossa di Google segue l’orientamento già anticipato da Apple con iOS 18, previsto per il 2025, dove Siri sarà potenziato dall’intelligenza artificiale per svolgere azioni simili, come aprire e interagire con app di terze parti. Con l’introduzione di Gemini e dell’API “app functions”, Android 16 potrebbe dare una risposta al concorrente di Cupertino, mantenendo la leadership nell’integrazione tra AI e app di terze parti.
In sintesi, Android 16 punta su Gemini per diventare un assistente digitale completo, capace di svolgere compiti complessi e utili all’interno di un ecosistema più ampio di applicazioni, rendendo l’interazione con il dispositivo ancora più fluida e potente.
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