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SAI CHE… Cosa Accade in Caso di Rottura di un Cavo di un Ascensore?

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Nel novembre 2018, un evento straordinario si è verificato a Chicago, quando sei persone sono rimaste bloccate in un ascensore al 95° piano dell’ex John Hancock Center. Durante la discesa, uno dei cavi che sosteneva la cabina si è spezzato, causando una caduta di 84 piani, fino a fermarsi all’11°. Sorprendentemente, tutti i passeggeri sono usciti illesi.

Questo incidente solleva una domanda cruciale: come è possibile che una situazione così drammatica si sia conclusa senza gravi conseguenze? La risposta risiede nei moderni sistemi di sicurezza degli ascensori. Ogni ascensore è progettato con cavi di acciaio multipli, e la loro struttura permette che, anche in caso di rottura di uno di essi, gli altri possano sostenere il peso della cabina.

Inoltre, in situazioni estreme in cui tutti i cavi dovessero cedere, i freni di sicurezza si attivano automaticamente grazie a un dispositivo chiamato “governatore di velocità”. Questo meccanismo ferma la cabina sui binari, prevenendo una caduta libera.

Ma le precauzioni non si fermano qui: sotto la cabina si trova aria compressa e ci sono ammortizzatori alla base del vano. Questi componenti sono progettati per ridurre l’impatto in caso di emergenza, incrementando ulteriormente le possibilità di sopravvivenza.

Nel caso dell’incidente di Chicago, i vigili del fuoco hanno dovuto intervenire per liberare i passeggeri intrappolati, dimostrando così che, nonostante la drammaticità dell’evento, le misure di sicurezza hanno funzionato. Gli ascensori sono tra i mezzi di trasporto più sicuri grazie a queste tecnologie, e gli incidenti come quello di Chicago sono estremamente rari e di solito non comportano ferite gravi.

La prossima volta che utilizzi un ascensore, ricorda che la tua sicurezza è garantita da un sistema altamente affidabile e collaudato.

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SAI CHE…Si può “guarire” dalla R moscia?

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La pronuncia imprecisa del suono “r” può avere principalmente due cause. Una è l’accento predominante nella regione di origine: ad esempio, nelle aree di Parma e Alessandria, il suono “r” è influenzato dai dialetti locali e quindi viene trasmesso e appreso in modo errato.

Un’altra causa è la difficoltà linguistica. Questo è particolarmente vero per la “r” gutturale, nota anche come “r” moscia. Questo disturbo fonologico è dovuto a una difficoltà nella motilità (ovvero la capacità di movimento) dell’articolazione della lingua.

Tuttavia, è possibile correggere la pronuncia della “r” a qualsiasi età attraverso specifici esercizi che stimolano la motilità della parte anteriore della lingua. Questi esercizi sono solitamente indicati da un logopedista, lo specialista che aiuta le persone con disturbi del linguaggio.

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SAI PERCHE’…il nostro cervello desidera cibi dolci e grassi?

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ADN24

Resistere alla tentazione dei cibi grassi e zuccherati è più facile a dirsi che a farsi, e il nostro cervello ne è in gran parte responsabile. Consumare cibi ricchi di zuccheri o grassi provoca un aumento dei livelli di dopamina, un neurotrasmettitore prodotto in diverse regioni del cervello che svolge un ruolo fondamentale in molteplici funzioni. Nel caso del cibo, questi effetti sono legati ai meccanismi cerebrali di motivazione e ricompensa: stimoli come il sesso, l’ascolto di buona musica o il consumo di cibi particolarmente saporiti generano piacere grazie all’aumento della dopamina.

Al contrario, un basso livello di questo neurotrasmettitore può tradursi in depressione, mancanza di attenzione e altri stati d’animo negativi. Sapori come il salato, il dolce e il grasso sono in grado di sedurre il nostro palato letteralmente, poiché stimolano la produzione di dopamina.

Tuttavia, la dopamina non si accumula nel nostro organismo, e nel tempo si può sviluppare una sorta di “dipendenza” da alimenti che inducono un senso di benessere. Il rilascio di dopamina diminuisce anche se si consumano quantità sempre maggiori di quei cibi specifici, il che può portare a un desiderio crescente di consumarli.

In sintesi, i cibi grassi e zuccherati non solo sono appetibili per il loro gusto, ma agiscono direttamente sul nostro cervello attraverso il sistema di ricompensa, contribuendo a spiegare perché possiamo trovare difficile resistere a queste tentazioni alimentari.

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SAI PERCHE’….il Taxi si Chiama Così?

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ADN24

Il termine “taxi” è usato in tutto il mondo per designare un servizio di trasporto privato, ma pochi conoscono le sue origini e le varie teorie che ne spiegano l’origine. Ci sono diverse versioni riguardo l’origine della termine taxi, ecco alcune delle spiegazioni più interessanti:

1. La Casata Thurn und Taxi
Una delle teorie più affascinanti lega l’origine della parola “taxi” alla famiglia nobiliare tedesca Thurn und Taxis. Questa casata, risalente al Sacro Romano Impero, non solo gestiva il sistema postale europeo dal Quattrocento fino al 1866, ma alla fine del XVIII secolo iniziò anche a offrire servizi di trasporto passeggeri utilizzando le stesse carrozze che usavano per la posta. La parola “taxi” potrebbe derivare dal nome di questa famiglia, che divenne sinonimo di trasporto.

2. Origini Italiane della Famiglia Tasso
Pochi sanno che i Thurn und Taxis hanno radici italiane. I due fratelli bergamaschi Zanetto e Francesco Tasso ricevettero nel 1504 dall’imperatore Massimiliano I d’Austria il monopolio del servizio postale in tutto l’impero. Quando la famiglia si trasferì in Germania e assunse il nome Thurn und Taxis, gestiva una vasta rete di carrozze e cavalli, diventando una delle famiglie più ricche e influenti d’Europa.

3. Il Termini “Taxi” e il Tassametro
Un’altra spiegazione si basa sull’uso del termine “taxi” nel contesto della parola “tassametro”. Questo strumento, inventato dal tedesco German Wilhelm Bruhn nel 1891, misura il costo del trasporto. La parola “taxi” potrebbe derivare dal termine “tax”, che significa “costo” in inglese, combinato con “metrum” (misura).

4. Il Greco “Tachus”
Una terza ipotesi è che “taxi” derivi dall’aggettivo greco “tachus”, che significa “veloce”. Questo potrebbe riflettere l’intento di descrivere il taxi come un mezzo rapido di trasporto.

5. La Storia del Taxi in Italia
In Italia, il primo taxi a motore fu prodotto dalla Fiat nel 1908, modello Fiat Tipo 1. Questo veicolo fu progettato specificamente per l’uso come taxi, e circa 1.600 esemplari furono realizzati. Nel 1940, con l’introduzione dei primi impianti radio, il servizio taxi divenne più efficiente grazie alla comunicazione tra veicoli.

6. L’Influenza del Fascismo
Durante il regime fascista, la parola “taxi” fu considerata sgradita e venne inclusa in una campagna per eliminare i termini stranieri dal linguaggio quotidiano. Nel 1932, il quotidiano romano La Tribuna organizzò un concorso per trovare un termine italiano alternativo, e “tassì” fu scelto come sostituto di “taxi”.

La parola “taxi” ha una storia ricca e variegata, con origini che spaziano dalla nobiltà tedesca alla linguistica italiana e alle innovazioni tecniche. La prossima volta che salirai su un taxi, ricorda che il termine ha una storia affascinante e complessa che riflette evoluzioni culturali e linguistiche nel corso dei secoli.

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