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SAI CHE… Nella Geografia di Strabone sono scomparse due isole italiane?

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L’italiano paesaggio costiero nasconde segreti antichi, come testimoniato da un’opera fondamentale della letteratura geografica: la Geografia di Strabone. Recenti ricerche hanno portato alla luce un intrigante enigma: due isole italiane, conosciute come le Enotridi, risultano assenti dalle mappe contemporanee. Ma come è possibile che tali terre siano scomparse nel corso dei secoli?

Strabone, un erudito greco che visse durante l’era di Augusto, scrisse la sua opera in greco, suddividendola in diciassette libri. Il suo lavoro non si limitava a descrivere le caratteristiche fisiche dei luoghi, ma si intrecciava con la storia e la cultura dei popoli che li abitavano. I suoi dettagli toponomastici, come quelli riguardanti Elea, dimostrano un’accuratezza degna di nota.

Secondo le informazioni fornite da Strabone, le Enotridi si trovavano dopo la polis di Elea e il promontorio di Palinuro, con approdi che avrebbero dovuto permettere l’ancoraggio delle navi. Anche Plinio il Vecchio, un altro celebre storico dell’epoca, fa riferimento a queste isole nella sua Storia Naturale, indicando la loro posizione “contra Velia”, l’antico nome romano di Elea.

Oggi, tuttavia, nessuna traccia delle Enotridi è visibile. Le teorie sulla loro scomparsa sono varie. Una delle ipotesi suggerisce che il materiale sedimentario trasportato dai fiumi possa aver progressivamente collegato le isole al promontorio, ma questa spiegazione è considerata poco probabile. Un’altra teoria, più affascinante, punta verso tre vulcani sottomarini nel Tirreno: potrebbero essere stati questi a formare le cime che Strabone e Plinio avrebbero avvistato, ora completamente sommerse dalle acque.

Questo mistero geografico ci invita a riflettere sull’instabilità del nostro ambiente costiero e sulla ricchezza della storia che si cela sotto la superficie del mare. Le scomparse isole Enotridi sono un affascinante esempio di come la geografia possa raccontare storie dimenticate, risvegliando la curiosità e l’interesse verso le antiche civiltà che hanno solcato queste acque.

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Lo sai che le farfalle..

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..hanno le antenne così sensibili da poter “annusare” un fiore a distanza? Le antenne delle farfalle sono dotate di minuscole cellule sensoriali che permettono loro di rilevare le sostanze chimiche presenti nell’aria. Questo le aiuta a localizzare i fiori ricchi di nettare da cui nutrirsi, ma anche a trovare un compagno durante la stagione degli amori.

Ma non è tutto: le antenne sono così sofisticate che le farfalle possono “annusare” anche da lontano, percependo tracce di feromoni rilasciati dalle piante o da altre farfalle. In questo modo, riescono a orientarsi con una precisione incredibile, anche in ambienti complessi. Questa capacità di rilevare segnali chimici nell’aria è estremamente sviluppata e permette alle farfalle di navigare e interagire con il loro ambiente in modi che noi umani non possiamo nemmeno immaginare.

Le antenne delle farfalle sono, quindi, strumenti multiuso che non solo le aiutano a nutrirsi, ma sono anche fondamentali per la loro sopravvivenza e riproduzione. Un altro esempio affascinante della straordinaria natura dei piccoli insetti!

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Lo sai che i polpi hanno tre cuori?

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Due cuori pompano il sangue verso le branchie, dove avviene lo scambio di ossigeno, mentre il terzo cuore pompa il sangue ossigenato al resto del corpo. Questo sistema circolatorio speciale permette ai polpi di adattarsi all’ambiente marino, che può essere povero di ossigeno in alcune zone. Tuttavia, c’è un dettaglio curioso: quando un polpo nuota, il cuore che pompa il sangue al corpo si ferma temporaneamente, il che significa che i polpi tendono a stancarsi molto più rapidamente mentre nuotano rispetto a quando si muovono strisciando sul fondale marino.

Inoltre, i polpi sono esseri straordinariamente intelligenti. Sono noti per la loro capacità di risolvere problemi complessi, aprire contenitori e persino utilizzare strumenti, come conchiglie e noci di cocco, per proteggersi dai predatori. La loro intelligenza è stata studiata a fondo, in particolare per la loro sorprendente capacità di memorizzare e adattarsi a nuove situazioni.

Un’altra caratteristica affascinante dei polpi è la loro capacità di cambiare colore e texture della pelle grazie a cellule specializzate chiamate cromatofori. Questo permette loro di mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente circostante per sfuggire ai predatori o per cacciare le prede.

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Lo sai che gli alberi comunicano tra loro?

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Lo sai che gli alberi comunicano tra loro attraverso una rete sotterranea di funghi? Questo fenomeno, noto come Wood Wide Web, è una vera e propria “internet naturale” che permette agli alberi di scambiarsi informazioni e risorse. Sotto la superficie, le radici degli alberi si collegano a una rete di funghi micorrizici che agisce come una sorta di cavo di comunicazione. Attraverso questa rete, gli alberi possono condividere nutrienti, come zuccheri e azoto, ma anche inviare segnali di allarme in caso di attacchi da insetti o malattie.

Un esempio affascinante di questa cooperazione è che gli alberi più anziani, spesso più forti, inviano risorse agli alberi giovani che potrebbero avere difficoltà a sopravvivere. Inoltre, se un albero viene attaccato da parassiti, può inviare segnali chimici attraverso questa rete per avvisare gli altri alberi, i quali si preparano a difendersi. Questo comportamento altruista dimostra come le piante non solo competano tra loro per risorse, ma possano anche cooperare per garantire la sopravvivenza collettiva. La scoperta della rete sotterranea di comunicazione tra alberi ha cambiato il nostro modo di pensare all’intelligenza e alla cooperazione nel regno vegetale.

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