Tv e Spettacolo
“Joker: Folie à deux”: il debutto del sequel incassa tre volte meno del primo film
Il recente debutto di “Joker: Folie à Deux”, sequel del controverso film del 2019, ha scatenato discussioni sull’attuale stato del cinema. Con un budget di oltre 200 milioni di dollari, il film ha incassato meno di 40 milioni nel primo weekend di programmazione, un risultato ben al di sotto delle aspettative. Questo insuccesso ha spinto critici e analisti a interrogarsi su cosa stia realmente accadendo nel panorama cinematografico contemporaneo.
Le recensioni sono state in gran parte negative, con molte testate che non hanno esitato a definire il film come una “sfacchinata” e una scelta creativa discutibile. A differenza del primo “Joker”, che aveva riscosso un successo sia di critica che di pubblico, il sequel sembra non essere riuscito a catturare l’attenzione del pubblico. Nonostante il ritorno di Joaquin Phoenix nel ruolo principale e l’aggiunta di Lady Gaga, il film ha ricevuto un punteggio deludente su Cinemascore.
Esperti del settore hanno suggerito che il flop di “Joker: Folie à Deux” non sia tanto un riflesso di una crisi del mercato cinematografico, quanto piuttosto un problema legato allo sviluppo creativo. Mentre altri titoli, come “Deadpool & Wolverine”, hanno ottenuto risultati straordinari al botteghino, il film di Todd Phillips sembra aver fallito nel suo intento di evolvere e rinnovarsi.
Francis Ford Coppola, noto regista di capolavori come “Il Padrino”, ha espresso le sue opinioni sul lavoro di Phillips, sottolineando che il regista è spesso un passo avanti rispetto al pubblico. Questa riflessione solleva interrogativi sul valore artistico e commerciale dei film d’autore, che a volte sembrano non trovare il loro pubblico nonostante il talento e l’impegno coinvolti nella loro realizzazione.
Nel film, Arthur Fleck si trova rinchiuso in un manicomio, mentre cerca di affrontare la sua doppia identità. La storia esplora tematiche profonde come l’accettazione e l’amore, attraverso una narrazione che si intreccia con la musica. Phoenix ha descritto il suo personaggio come una figura complessa, riflettendo le sfide esistenziali che tutti affrontiamo, ma senza l’intenzione di fare dichiarazioni politiche.
Il fallimento di “Joker: Folie à Deux” si unisce a una lunga lista di insuccessi al botteghino nel cinema d’autore, da “Cleopatra” a “Waterworld”. Questi esempi storici ci ricordano che, anche con budget stratosferici e star di prim’ordine, il successo commerciale non è garantito. La critica spesso mette in luce la dicotomia tra il valore artistico e l’apprezzamento del pubblico, evidenziando quanto sia difficile per i film d’autore trovare la loro strada in un mercato in continua evoluzione.
Il tonfo di “Joker: Folie à Deux” è un chiaro segnale di quanto sia complesso il panorama cinematografico attuale. Mentre alcuni film riescono a catturare l’immaginazione del pubblico, altri, nonostante le aspettative, possono rimanere in ombra. Rimane da vedere come questa esperienza influenzerà le future scelte creative nel settore e quale direzione prenderà il cinema nei prossimi anni.
Tv e Spettacolo
Morto Panseca, artista delle opere biodegradabili e del garofano Psi
PANTELLERIA (TRAPANI) (ITALPRESS) – E’ morto all’età di 84 anni Filippo Panseca a causa un infarto fulminante che lo ha colpito nella notte. Inutile gli sforzi dei sanitari dell’ospedale Nagar di Pantelleria. Lo riporta il sito d’informazione Pantelleria Internet. Da tempo si era preparato il suo mausoleo in Contrada Mursia, vicino ai Sesi, tombe di tremila anni fa. A Pantelleria era arrivato nel 1976 assieme a Margherita Boniver.
Docente di figura ed ornato modellato al liceo artistico di Palermo dal 1964 al 1967, fondò nel 1965 il Gruppo Tempo Sud.
Nel 1970 dà inizio all’Arte biodegradabile, critici di questo nuovo movimento artistico sono Pierre Restany e Guido Ballo. Nel 1975 riesce l’esperimento di produrre opere da trasmettere via satellite contemporaneamente in ogni parte del mondo eseguendo un esperimento a Milano con Pierre Restany presso la Rank Xerox.
Nel 1986 viene invitato da Tommaso Trini ad esporre il video “Immagini Digitali Fotodegradabili” alla Biennale di Venezia e partecipa alla Triennale di Milano presentando “Il Luogo del lavoro di Filippo Panseca”, una valigia contenitore di tutto di sogni e strumenti per attuarli. Diviene noto negli anni Ottanta come realizzatore di innovative scenografie per i congressi del Partito Socialista Italiano, inventore del garofano rosso nel simbolo elettorale. Celebre il tempio di Rimini e la piramide telematica eretta nel 1989 nell’area Ansaldo di Milano.
Ha inoltre collaborato come scenografo con La Scala di Milano con la Rai, Mediaset e Rete A e come designer per Kartell, Onlywood, Martini, Arteluce, Fiorucci e Baghetti. Nel 1988 è tra i fondatori del movimento Arte Ricca a Torino e partecipa a tutte le mostre del gruppo in Italia e all’estero. Nei primi anni Novanta, brevetta e realizza Swart Art O Mat, un distributore automatico di opere d’arte programmabile a distanza e utilizzabile attraverso banconote o carta di credito. Nel 2009, prosegue il suo percorso con una serie di opere Cronache Mitologiche Digitali che rappresentano la vita di personaggi noti dalla politica all’industria rappresentati in veste di divinità con i loro pregi e difetti, vizi e virtù, le opere sono state esposte a Savona al Castello di Priamar e successivamente alla galleria Battaglia di Milano. Dal 2015, con una tecnica innovativa, realizza le opere fotocatalitiche che sono state presentate a giugno per la prima volta presso la Galleria Adalberto Catanzaro di Bagheria (Palermo) e successivamente al Museo di Palazzo Riso di Palermo.
(ITALPRESS).
-Foto: Salvatore Gabriele-
Tv e Spettacolo
Marco Betta nominato sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo
PALERMO (ITALPRESS) – Con l’arrivo del decreto del ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ratifica la nomina in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, diventa operativa la nomina del maestro Marco Betta a Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo per i prossimi cinque anni.
“Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al Sindaco Roberto Lagalla, al Presidente della Regione Renato Schifani e al Ministro della Cultura Alessandro Giuli per la fiducia che hanno riposto in me con questa nomina – dichiara il Sovrintendente Marco Betta. Un pensiero di riconoscenza va anche al pubblico, che non mi ha mai fatto mancare il suo affetto e sostegno, dimostrando un amore incondizionato per questa straordinaria forma d’arte. Esprimo altresì soddisfazione per i lavoratori del Teatro che, sotto la guida del direttore esecutivo, hanno assicurato continuità amministrativa e artistica della Fondazione. Sono pienamente consapevole della responsabilità e dell’onore che questo incarico comporta. Con umiltà e determinazione, mi impegno a custodire e promuovere il nostro patrimonio culturale, valorizzando il talento e la passione che rendono unica la nostra tradizione”.
“Rivolgo il mio ringraziamento al Ministro della Cultura Giuli per la firma della nomina, in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, del maestro Marco Betta quale nuovo sovrintendente del Teatro Massimo ed esprimo personale apprezzamento per le significative parole che il Ministro ha voluto manifestare in riferimento al ruolo che Palermo e il Teatro Massimo avranno in termini di rigenerazione culturale – afferma in una nota il sindaco di Palermo Roberto Lagalla -. Al maestro Betta rivolgo il mio augurio di buon lavoro, convinto che l’amministrazione comunale e la Fondazione Teatro Massimo sapranno ancora camminare fianco a fianco per il bene del teatro, dei suoi lavoratori, del pubblico e della città, sempre più emotivamente attaccata al suo simbolo culturale e artistico più prestigioso”.
Siciliano, nato a Enna nel 1964, Marco Betta è Accademico effettivo di Santa Cecilia, docente di Composizione al Conservatorio di Palermo. Dal 2010 al 2021 è stato Professore di “Teoria e Pratica della colonna sonora” alla Luiss Creative Business Center a Roma. Dal 1992 è stato Consigliere di amministrazione e in seguito dal 1994 fino al 2002 ha ricoperto l’incarico di Direttore Artistico del Teatro Massimo di Palermo che riapre il 12 maggio 1997 dopo 23 anni di chiusura. Dal 1988 al 1993 è stato Coordinatore del Centro di Documentazione della musica Contemporanea del CIMS di Palermo. Dal 1995 al 2000 è stato membro della Commissione Musica della Siae e in seguito Vice Presidente della Commissione Lirica. E’ stato Consigliere di amministrazione del Conservatorio di Palermo, dal 2001 al 2004 e dal 2005 al 2011, e membro del Consiglio Accademico della stessa Istituzione. Dal 13 gennaio 2022 al 31 luglio 2024 ha ricoperto il ruolo di Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Ha composto opere liriche, lavori di teatro musicale, e colonne sonore cinematografiche. La sua musica viene trasmessa ed eseguita in molti paesi d’Europa, Stati Uniti, Canada, ex Unione Sovietica, Argentina e Brasile. In Italia riceve inviti e commissioni da enti e festival come il Teatro alla Scala, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Chigiana di Siena, l’Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma. Le sue musiche sono edite da Ricordi Milano e Casa Musicale Sonzogno.
– Foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
Tv e Spettacolo
Lino Guanciale si scaglia contro Riccardo Scamarcio: ‘Il patriarcato non è finito’
L’intervista di Riccardo Scamarcio a Belve continua a suscitare forti reazioni, in particolare per le sue dichiarazioni sul rapporto tra i sessi. L’attore pugliese ha affermato che nel contesto familiare tradizionale “il maschio è capobranco” e “la femmina gli sta accanto e si occupa dei figli”. Nonostante le critiche ricevute, Scamarcio ha ribadito il suo punto di vista durante la trasmissione, dichiarando che il suo pensiero riguardava un “gioco delle parti” nel nucleo familiare.
Tra coloro che hanno commentato negativamente le sue parole, si è aggiunto Lino Guanciale, che ha mostrato il suo disappunto in modo indiretto, mettendo un “like” a un post su Instagram del giornalista Lorenzo Tosa. Il post critica aspramente l’attore e afferma che le sue dichiarazioni sono un chiaro esempio del persistere del patriarcato. Tosa ha anche suggerito che Scamarcio avrebbe potuto cogliere l’occasione per scusarsi o almeno per esprimere un pensiero più progressista.
Scamarcio ha risposto alle critiche con una certa nonchalance, sostenendo di non aver detto nulla di sbagliato e di aver sempre avuto relazioni con donne indipendenti. Ha anche scherzato sulla sua compagna, l’attrice Benedetta Porcaroli, dicendo di chiederle ironicamente se avesse “lavato le mutande”. Il tono delle sue risposte non ha placato il malcontento, alimentando ulteriormente il dibattito sulle sue affermazioni.
Le polemiche derivano dalla visione di Scamarcio sulla divisione tradizionale dei ruoli tra i sessi, un argomento che continua a generare discussioni sulla modernità dei valori legati alla famiglia e alla parità di genere. L’incidente riflette un’ulteriore riflessione sulla percezione della figura maschile nella società contemporanea, soprattutto in un periodo in cui molte discussioni si concentrano sulla lotta per l’uguaglianza e i diritti delle donne.
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