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Cronaca

Catania | Aggressione al Pronto Soccorso: denunciato 36enne

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Un episodio di violenza ha scosso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “San Marco” a Catania, dove un operatore sanitario è stato aggredito da un uomo di 36 anni, in compagnia di suo padre. I due si erano recati in ospedale per chiedere assistenza per una donna, affetta da problemi psichici, ma la situazione è rapidamente degenerata.

Durante le fasi di triage, il marito della paziente ha mostrato segni di crescente frustrazione, sfogando il suo malcontento colpendo una vetrata del triage e danneggiando un monitor. A questo punto, il figlio ha preso parte alla violenza, rivolgendo insulti al personale e, infine, aggredendo fisicamente un operatore, schiaffeggiandolo.

La rapida reazione delle forze dell’ordine ha portato al controllo della situazione, con l’arrivo degli agenti della squadra Volanti. Dopo aver identificato i responsabili, il 36enne è stato denunciato per percosse aggravate, mentre il personale sanitario ha potuto riprendere le proprie funzioni. Questo episodio mette in luce l’importante tema della sicurezza degli operatori sanitari, spesso esposti a situazioni di stress e violenza.

Cronaca

Norma (LT) | Truffa telefonica ai danni di un anziano: due denunce

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ADN24

I Carabinieri di Norma hanno denunciato due uomini, un 27enne di Palermo e un 20enne marocchino residente a Busto Arsizio, accusati di aver messo in atto una truffa ai danni di una coppia di anziani. I due indagati, già noti alle forze dell’ordine, sono stati identificati grazie a un’attenta attività investigativa condotta dai militari.

Secondo quanto ricostruito, il 13 novembre scorso i truffatori hanno contattato telefonicamente i coniugi anziani, presentandosi come dipendenti della loro banca e facendo credere a un presunto problema tecnico legato ai conti. Approfittando della confusione e della paura delle vittime, i malfattori hanno convinto la coppia ad effettuare nove operazioni bancarie, tra il 7 e il 9 novembre, per un totale di circa 14.000 euro. Le somme sono state trasferite su due conti bancari collegati a carte ricaricabili intestate agli stessi truffatori.

Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di risalire agli intestatari delle carte, confermando che erano proprio i due indagati ad aver effettuato i prelievi illeciti. Il caso è attualmente nelle fasi preliminari dell’inchiesta, e gli indagati sono considerati presunti innocenti fino a un’eventuale condanna definitiva, come previsto dalla legge.

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Cronaca

Como | Arrestato spacciatore nell’area erbese: cocaina, denaro e rete di clienti smascherati

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ADN24

Un’operazione della Polizia di Stato ha portato all’arresto di un uomo di origini magrebine, accusato di spaccio di sostanze stupefacenti. L’indagine, condotta dagli investigatori della Squadra Mobile, si inserisce in un programma di monitoraggio e contrasto al traffico di droga con particolare attenzione alle modalità itineranti. L’arresto è avvenuto nell’area erbese, dove il sospettato operava come spacciatore “a domicilio”, utilizzando la propria automobile per raggiungere i clienti. Durante l’operazione, gli agenti hanno osservato diverse cessioni di droga a persone che giungevano sul posto con i propri mezzi. Gli acquirenti sono stati identificati e sottoposti a sanzioni amministrative.

A seguito della perquisizione personale e del veicolo, le forze dell’ordine hanno sequestrato 7 grammi di cocaina suddivisa in 10 dosi, 300 euro in contanti ritenuti provento dello spaccio e un telefono cellulare utilizzato per gestire i contatti con i clienti. L’uomo, che frequentava anche aree boschive note per attività illecite, è stato fermato in flagranza di reato. Il 36enne, risultato già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati agli stupefacenti, è stato condotto in Questura e formalmente accusato di detenzione ai fini di spaccio. Su disposizione del Pubblico Ministero di turno, è stato rinviato a giudizio con rito direttissimo presso la Procura della Repubblica di Como.

L’operazione rappresenta un ulteriore passo nella battaglia contro lo spaccio itinerante e il traffico di droga nelle aree urbane e periferiche. Le forze dell’ordine ribadiscono l’importanza di mantenere alta l’attenzione su tali attività illecite, che minacciano la sicurezza e il benessere delle comunità locali.

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Cronaca

Palermo | Maxi-operazione contro il traffico illecito di rifiuti: sequestri e denunce

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ADN24

Un’importante operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha portato a un colpo significativo contro un’organizzazione criminale attiva nel traffico illecito di rifiuti. I Carabinieri forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 16 persone e 6 aziende, accusate di far parte di un’associazione a delinquere operante nel settore della gestione illegale di rifiuti speciali.

L’inchiesta, avviata nel 2019 e conclusa nel 2020, ha rivelato un sistema strutturato di raccolta, trasporto e smaltimento illegale di materiali pericolosi e non. Tra i rifiuti trattati in modo illecito figurano batterie al piombo, componenti meccaniche, rottami ferrosi e apparecchiature elettroniche. Le operazioni di smaltimento, svolte senza alcun rispetto delle normative ambientali, includevano la miscelazione di materiali diversi e la loro rivendita come metalli ferrosi non pericolosi, aggirando le procedure di trattamento richieste per legge.

Durante il periodo delle indagini, l’organizzazione avrebbe movimentato oltre 3.000 tonnellate di rifiuti, generando profitti illeciti superiori a 300.000 euro. L’attività illecita coinvolgeva sia aziende non autorizzate, sia privati che conferivano materiali presso gli impianti sequestrati. In queste strutture, i rifiuti venivano stoccati e lavorati senza rispettare alcuna norma ambientale, con gravi rischi per la salute pubblica e il territorio.

Nell’ambito dell’operazione, le autorità hanno posto sotto sequestro due aziende del settore, oltre a 16 autocarri utilizzati per il trasporto dei rifiuti. È stata inoltre bloccata una somma equivalente a 153.000 euro, corrispondente a parte dei profitti generati illecitamente. All’interno di una delle aziende coinvolte, sono stati trovati 300 metri cubi di rifiuti speciali pericolosi, tra cui veicoli non bonificati e residui di oli esausti e vernici, in parte già dispersi nei canali di scolo. Questo ha evidenziato un danno ambientale significativo, con potenziali ripercussioni sulle risorse idriche.

L’operazione ha coinvolto diversi comuni della provincia di Palermo, tra cui Alcamo, Borgetto, Partinico e Bagheria, oltre alla città di Palermo stessa. L’attività investigativa ha beneficiato di strumenti tecnici avanzati, permettendo di ricostruire la rete di relazioni tra i soggetti coinvolti e il modus operandi dell’organizzazione. Le responsabilità accertate confermano la gravità dell’impatto che queste attività illegali hanno avuto sull’ambiente.

I sequestri rappresentano un passo importante nella lotta contro i reati ambientali, un fenomeno spesso legato ad attività mafiose. Le aziende coinvolte sono ora affidate a un amministratore giudiziario nominato dall’autorità giudiziaria, e le indagini proseguono per definire ulteriori responsabilità. L’operazione sottolinea l’importanza di una vigilanza continua sul rispetto delle normative in materia di smaltimento dei rifiuti, per prevenire danni irreversibili all’ambiente e tutelare la salute pubblica.

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