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Intelligenza Artificiale, analisi su tutti i rischi a C.r.e.d.i.t 2024

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L’era della IA è più dirompente dell’era industriale del secolo scorso. L’intelligenza artificiale sta diventando sempre più pervasiva sulla società e sul pianeta perchè cambia il modo di apprendere, incide sulle scelte dei cittadini e sulle decisioni politiche, comporta consumi elevati di energia e materie prime, catalizza importanti risorse economiche e procede coinvolgendo tutto e tutti.

Da 23 anni a Venezia si tiene il convegno internazionale C.r.e.d.i.t. specializzato nell’analisi e gestione dei rischi, e in questa edizione mette al centro l’Intelligenza Artificiale con il tema “The Frontiers of New Risks: AI, Digital and Sustainability Transitions”. Quest’anno vede anche la partecipazione del progetto Grins con lo Spoke 4 per analizzare i legami tra IA e twin transition: digitale e sostenibile. Un’occasione unica di confronto per discutere i progressi della ricerca e le politiche rilevanti e parlare di futuro. Focus con due panel dove accademia, policy makers e industria affrontano le sfide e le opportunità delle trasformazioni in corso.
Nella culla dell’economia e del commercio, dove non a caso è nata la prima business school italiana, la prima banca pubblica, nonchè sede dell’Università Cà Foscari che da sempre dà il patrocinio al convegno C.r.e.d.i.t., si discute delle opportunità che l’intelligenza artificiale è in grado di offrire ma soprattutto si affrontano i rischi che la stessa pone e che potrebbe anche essere in grado di ridurre se utilizzata con dati e sistemi di qualità.

“L’intelligenza artificiale si nutre di informazioni, di dati e questi occorre capirli, valutarli, analizzarli perchè siano di qualità – dice la professoressa Monica Billio, ordinaria di Econometria dell’Università Cà Foscari -. Si tratta di un lavoro fondamentale per indirizzare al meglio le scelte e poter affrontare le sfide che si succedono a ritmi sempre più incalzanti. L’IA è strategica ma pone anche tanti rischi che vanno analizzati: da quelli energetici all’impatto ambientale, senza trascurare gli aspetti sociali legati all’occupazione e al sistema pensionistico, a quelli geopolitici perchè non va sottovalutata la globalizzazione dei dati e delle informazioni e l’utilizzo di questi in certe aree geografiche a discapito di altre. Non a caso proprio recentemente stiamo assistendo a un profondo divario tra le tante notizie sui big player occidentali della IA e il molto poco di cui sappiamo di quelli a oriente. E anche questo è un rischio da prendere molto in considerazione. Oggi qualità, gestione e sicurezza dei dati sono valori che devono necessariamente essere presi in considerazionè.

Non c’è quindi solo l’iper consumo di energia e materie prime, per la quantità di dati che i processori analizzano, ma anche rischi per la tenuta sociale e la stessa “Sicurezza Nazionale” come dimostra la recente proposta di legge annunciata dall’amministrazione Biden, formalizzata come una “notice of proposed rulemaking (NPRM)” che punta a estromettere gradualmente le tecnologie cinesi e russe dall’industria automobilistica americana.
Il progetto Grins, finanziato dal PNRR, affronta proprio i rischi legati alla sicurezza dei dati con la piattaforma Amelia, basata su server Cineca, che può offrire al Paese Italia un ombrello protettivo strategico, come sottolinea il professore Silvio Vismara, ordinario di Finanza Aziendale dell’Università di Bergamo: “In questi anni la globalizzazione industriale ci ha insegnato molto e quanto abbiamo appreso va utilizzato per l’intelligenza artificiale.

Non possiamo sottovalutare la delocalizzazione dei dati. La gestione delle informazioni, dei dati di qualità è assolutamente strategica. Tutti i Paesi stanno investendo su proprie realtà. Il PNRR ci offre una grandissima opportunità con la piattaforma digitale Amelia e l’impegno dei suoi mille ricercatori in breve tempo a supportare il Paese per scelte migliori. Oggi – aggiunge – ci vogliono sistemi affidabili, sicuri e veloci che possano analizzare e fornire informazioni per agire bene e in fretta. Anche in virtù delle sfide sempre più complesse e i cambiamenti repentini che ci troviamo ad affrontare come le pandemie, i cambiamenti climatici, le conseguenze delle guerre…’.

Il professore Roberto Rigobon del Massachusetts Institute of Technology ha analizzato gli impatti sul mercato del lavoro e la società. Negli Stati Uniti la forza lavoro occupa 170 milioni di individui: di questi 4-5 milioni sono a grave rischio ma al contempo l’IA renderà più produttivi il lavoro con ricadute su 70 milioni di lavoratori. ‘Bisogna comprendere che le capacità umane sono complementari all’IA (ora e nel futuro) e non sono quindi paragonabili – riporta il professor Rigobon – e nemmeno correlate alla scienza. Vi è la necessità di tenere conto di come la rete di sicurezza sociale, e in particolare istruzione e pensione, vadano riprogettatè. Un’altra sfida da affrontare e da vincere.

Intesa Sanpaolo, la prima banca del Paese, ha intrapreso un percorso di investimenti, innovazione, ricerca e responsabilità nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Luigi Ruggerone, Responsabile Frontier Research Technologies & Business Development di Intesa Sanpaolo Innovation Center, spiega: “Per il nostro Gruppo l’IA apporta benefici, ma anche punti di attenzione, per i quali ci siamo dotati di strumenti in grado di garantire l’utilizzo corretto dei dati, rendere equi i modelli utilizzati e governare la gestione dei rischi. E’ necessario continuare a lavorare e a sviluppare progetti di ricerca pura e applicata che utilizzino tecniche rigorose per la protezione della privacy, in grado di ‘istruire le macchinè per renderle sempre più efficaci mantenendo sempre al centro l’uomo, partendo dalla formazione e dall’aggiornamento delle persone, che grazie all’IA possono intraprendere nuovi percorsi a più alto valore aggiunto”.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia in un recente report afferma che il consumo energetico dei data center richiede oltre 400 terawattore e potrebbe superare i 1000. E ciò avrà risvolti anche sulle emissioni di anidride carbonica e non a caso Google ha recentemente smesso di considerarsi neutrale in termini di emissioni CO2. Le tecnologie per ridurne l’impatto sono ancora poche mentre esponenziali saranno gli utilizzatori, oggi 1 miliardo, ma dal dibattito a C.r.e.d.i.t. c’è chi stima che entro 5 anni raggiungeranno i 3 miliardi, non solo per il mondo occidentale ma anche per India e Cina. Soprattutto sarà la mole delle richieste che decuplicherà!

“Una ricerca su Google richiede la stessa energia di una lampadina accesa per 5 minuti – spiega il professore Stefano Bonetti, ordinario dell’Università di Venezia – ma una singola query su ChatGPT chiede 3-6 Wh, quindi un’ora di accensione della lampadina. Sono numeri importanti che devono far riflettere soprattutto considerando che la mole di richieste aumenterà in modo esponenziale come il numero di utenti e anche la stessa intelligenza artificiale dovrà dipanare questioni sempre più complesse. Si pensi solo alle attività che le vengono già oggi demandate sui vari sistemi di servizio alle impresè.
L’uso di risorse non riguarda solo l’energia, ma anche l’acqua che serve a raffreddare i sistemi: poche query chiedono da sole mezzo litro d’acqua ed è facile intuire l’entità dei consumi sapendo che un essere umano ha bisogno di bere due litri d’acqua al giorno.

Oltre al rischio energetico e per l’uso delle risorse c’è anche quello legato alla gestione della raccolta informazioni e del loro uso che può sfociare in rischio per la “Sicurezza Nazionale” attraverso un mezzo che ha assicurato per decenni la mobilità e la libertà degli individui: l’automobile. “L’oggetto automobile nell’ultimo decennio si è profondamente trasformato nella parte più intima che da chiusa è diventato aperta – afferma Marco Marelli, esperto del settore automotive e Co-Founder Prospiciunt – grazie all’appoggio del cloud che permette interventi sul software a distanza in real time e l’acquisizione di dati. Oggi l’automobile è uno dei fornitori di dati in assoluto più importanti e ancora pochi lo considerano come tale e si stima che possa arrivare a breve a comunicare più di 4 terabytes al giorno per singolo veicolo. Oltre al consumo di energia e acqua c’è il tema della sicurezza di queste informazioni.

I data server delle case automobilistiche raccolgono i dati da sensori, radar, telecamere e microfoni (e i Paesi che hanno costruttori importanti possono avere enormi vantaggi) ma quanta certezza c’è che sui singoli componenti l’auto non possa cedere informazioni anche ad altri ed essere davvero una Mata Hari moderna? Ci sono circa 6 mila funzioni elettriche ed elettroniche in un’auto gestite da 80 centraline cablate tra loro e proprio su questi numeri si cela parte del problema, perchè basta solo che uno di questi componenti possa fare da spia e cedere informazioni. Fino a pochi anni fa i sistemi di navigazione erano indipendenti e c’era solo un segnale GPS di localizzazione sulle mappe. Oggi tutto è inviato ai server e il dialogo tra veicolo e centrale è continuo per fornire servizi real time come l’andamento del traffico ma anche inviare consigli sulla guidà. ‘Il risvolto positivo – sottolinea – è una migliore efficienza ma occorre porre attenzione anche a quelli negativi, permettendo potenzialmente anche azioni estreme e pericolose come lo spegnimento del veicolo e il blocco della mobilità di centinaia di migliaia di automobili con l’invio di un semplicissimo impulso. Per questo c’è forte preoccupazione in molte amministrazioni, come ad esempio quella USA che richiede componenti per l’IA protetti. Cosa non facile perchè in alcuni settori, data la complessità del prodotto, ci vogliono anni per cambiare sistemi e impostazionì.

C.r.e.d.i.t. riunisce regolarmente da oltre due decenni accademici e professionisti che lavorano in vari ambiti del rischio finanziario e socioeconomico, e offre importanti spunti di riflessione grazie alla circolarità del sapere tra ricercatori, professionisti e decisori politici. L’IA ha il potenziale per rimodellare non solo la finanza e l’industria, ma anche l’intera società. E’ quindi necessario comprenderne opportunità e sfide per gestire correttamente tutti i rischi rilevanti.
Tra i relatori, il professor Marcin Kacperczyk (Imperial College London) analizza la relazione tra l’innovazione tecnologica green e la riduzione di emissioni climalteranti, evidenziando come l’innovazione verde spesso preveda maggiori emissioni indirette nei settori correlati e quindi di fatto non contribuendo alla riduzione delle emissioni. Trade off che chiede migliore valutazione dell’impatto delle nuove tecnologie anche quando green.

Marie Briere (Amundi Investment Institute, Parigi) approfondisce come l’IA sia di supporto nella valutazione dell’impatto ESG delle aziende, non tralasciando le potenziali sfide in termini di trasparenza, rischi di manipolazione e costi associati ai nuovi dati e strumenti.
Helmut Kraemer-Eis (Chief Economist, Head of Impact Assessment, Fondo Europeo degli Investimenti) affronta i rischi dell’IA per il sistema finanziario con particolare attenzione agli impatti sulle imprese, parlando di problemi legati alla qualità dei dati, alla maggiore complessità che può portare a possibili usi impropri (se non addirittura a errori, eccessivo affidamento e aumento della dipendenza da terze parti, maggiori rischi operativi), a una ridotta capacità di gestione del rischio se le previsioni non sono basate su informazioni affidabili e anche alla scorretta discriminazione della clientela.

Il convegno internazionale C.r.e.d.i.t. vede il supporto di CRIF, European Datawarehouse, Intesa Sanpaolo, Modefinance e del Fondo Europeo degli Investimenti, oltre al patrocinio del Dipartimento di Economia di Cà Foscari, ABI, AIAF – Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria e AIFIRM – Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers. E’ inoltre finanziato dal progetto PNRR Grins – Growing Resilient, Inclusive and Sustainable e dal progetto europeo ESG Uptake – ESG risk management framework for the financial sector.

– foto ufficio stampa C.r.e.d.i.t –

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All’assemblea Anci le infrastrutture digitali di Inwit per i Comuni

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Soluzioni per smart city e smart rural, monitoraggio dell’aria e degli incendi boschivi, riduzione del digital divide, torri e coperture 4G e 5G dedicate multi-operatore per location indoor DAS (Distributed Antenna System). Questi alcuni dei temi che Inwit porta all’assemblea dell’Anci al Lingotto Fiere di Torino. L’obiettivo è quello di creare ecosistemi digitali capaci di portare innovazione nei modelli di business. Per questa ragione l’azienda dispone di quasi 25 mila torri e 600 location indoor coperte con DAS, che consentono a città e borghi di diventare sempre più smart. Una rivoluzione digitale che sta già sviluppando applicazioni nella Pubblica Amministrazione, nei trasporti e nella mobilità, nella gestione e distribuzione dell’energia, nell’illuminazione pubblica, nella sicurezza urbana, nella gestione dei rifiuti, nella manutenzione e ottimizzazione degli edifici pubblici e privati come scuole, università, ospedali e musei, nei sistemi di comunicazione e di informazione. L’azione di Inwit è volta anche a salvaguardare l’ambiente, la biodiversità e i territori sia nelle grandi città che nei borghi e nelle aree rurali. E’ il caso del monitoraggio della qualità dell’aria o della prevenzione degli incendi grazie a sensori IoT, videocamere smart dotate di intelligenza artificiale e gateway installati sulle torri, per dare supporto ad amministrazioni locali, forze dell’ordine, vigili del fuoco e della Protezione Civile. Nello spazio espositivo di Inwit si possono sperimentare visori per la realtà virtuale di ultima generazione, l’innovativo ruolo delle torri di telecomunicazione e comprendere meglio il valore delle infrastrutture digitali per comunità locali e territorio. Grazie al modello di una torre digitale di circa 2 metri, è possibile effettuare quattro diverse esperienze immersive: la simulazione del monitoraggio sul rischio incendi, la misurazione della qualità dell’aria mediante sensori IoT, la tutela della biodiversità con il monitoraggio di flora e fauna in aree protette e, in ultimo, la funzione della torre come abilitatore di connettività degli operatori di tlc (4G, 5G, FWA).

Sempre attraverso la realtà virtuale è possibile conoscere la potenzialità dei sistemi di micro-antenne per location indoor DAS (Distributed Antenna System), in grado di portare la connettività multi-operatore, anche 5G, in luoghi difficilmente accessibili o particolarmente affollati come ospedali, musei o metropolitane.
“Abbiamo portato connettività in oltre 130 ospedali, 10 università e una decina di musei in tutto il territorio italiano – spiega Michelangelo Suigo, direttore Relazioni Esterne, Comunicazione e Sostenibilità di Inwit – Siamo molto presenti anche sulle vie di trasporto e mobilità, visto che abbiamo appena realizzato la prima copertura interamente in 5G della nuova linea blu della metropolitana a Milano, oltre ad aver acquisito il controllo esclusivo della società Smart City Roma per realizzare il progetto di Roma 5G”. Per quanto riguarda il monitoraggio sulla qualità dell’aria o sulla prevenzione incendi, Inwit è presente prevalentemente in Abruzzo e Piemonte, ma anche in Lazio e Lombardia.

-Foto: xn3/Italpress-

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Modifiche all’algoritmo di X: favoriti i post di Elon Musk e dei repubblicani?

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Un recente studio condotto dai ricercatori della Queensland University of Technology ha svelato come l’algoritmo di X, la piattaforma di social media di Elon Musk, sia stato modificato per favorire i post dell’imprenditore e dei profili repubblicani. La ricerca, condotta da Timothy Graham e Mark Andrejevic, ha analizzato i contenuti pubblicati tra il 1° gennaio e il 25 ottobre 2024, periodi che hanno preceduto le elezioni presidenziali americane.

Secondo lo studio, i cambiamenti nell’algoritmo sono diventati evidenti dopo che Musk ha ufficialmente appoggiato l’ex presidente Donald Trump il 13 luglio 2024. A partire da quel momento, i post pubblicati da Musk hanno visto un incremento significativo nelle loro metriche: le visualizzazioni sono aumentate del 138%, mentre i repost sono balzati addirittura del 238%. I ricercatori hanno anche osservato che gli account legati ai repubblicani, sia utenti comuni che politici, hanno beneficiato di un aumento delle visualizzazioni rispetto ai profili democratici.

Questo non è il primo caso di modifiche controverse all’algoritmo di X. Un intervento simile era già stato attuato a febbraio 2023, quando Musk aveva minacciato di licenziare gli ingegneri della piattaforma dopo che un suo post aveva ricevuto meno visualizzazioni rispetto a uno pubblicato dal presidente Joe Biden. La situazione aveva suscitato diverse polemiche, con molti che avevano sollevato dubbi su un possibile favoritismo nei confronti dei contenuti a sostegno di Musk e dei suoi alleati politici.

Questi ultimi sviluppi alimentano il dibattito sulle influenze politiche e sull’uso degli algoritmi nelle piattaforme social, che continuano a essere al centro di discussioni sulla trasparenza e sull’imparzialità nel trattamento dei contenuti.

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Ricarica del cellulare: gli errori comuni che compromettono la batteria

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Se vi siete mai chiesti perché la batteria del vostro smartphone sembra deteriorarsi più rapidamente di quanto vi aspettaste, la risposta potrebbe essere nei vostri metodi di ricarica. Recenti osservazioni e studi hanno rivelato che molti di noi commettono errori comuni che, nel lungo periodo, possono compromettere la durata e l’efficienza della batteria. Ecco alcuni dei principali errori da evitare per mantenere il vostro dispositivo in ottime condizioni.

1. Evitare il Surriscaldamento

Uno degli errori più frequenti è quello di non rimuovere la custodia del telefono durante la ricarica. Anche se può sembrare comodo, mantenere il telefono nella custodia mentre è in carica può causare un surriscaldamento. Questo è particolarmente problematico in ambienti caldi o se la presa di corrente è vicino a fonti di calore. Il calore eccessivo accelera il degrado della batteria agli ioni di litio, riducendone significativamente la durata. Pertanto, è consigliabile rimuovere la custodia per evitare che la batteria si surriscaldi durante la ricarica.

2. Non Caricare Fino al 100%

Un’altra cattiva abitudine è quella di far scaricare completamente la batteria o, al contrario, di caricarla fino al 100%. Le batterie agli ioni di litio funzionano meglio quando il loro livello di carica è mantenuto tra il 30% e il 70%. Caricare il telefono fino al massimo o lasciarlo scaricare completamente può stressare gli elettrodi della batteria e accelerare il suo deterioramento. Una carica parziale e regolare è molto più salutare per la batteria e ne prolunga la vita.

3. Evitare la Carica Notturna

Molti di noi hanno l’abitudine di collegare il telefono alla corrente durante la notte, ma questa pratica può essere dannosa. Anche se il telefono smette di caricare una volta raggiunto il 100%, il caricatore continua a fornire energia per ore, il che può causare un surriscaldamento e danneggiare gli elettrodi della batteria. Questo accumulo di energia inutile può compromettere la capacità complessiva della batteria. È preferibile caricare il telefono alla sera e staccarlo prima di andare a dormire, oppure ricaricarlo al mattino appena svegli.

Conclusioni e Suggerimenti Pratici

Per mantenere la batteria del vostro smartphone in condizioni ottimali, seguite queste semplici raccomandazioni:

  • Rimuovete la custodia del telefono durante la ricarica per prevenire il surriscaldamento.
  • Mantenete il livello di carica tra il 30% e il 70%, evitando di far scaricare completamente il telefono o di caricarlo fino al massimo.
  • Evitate di caricare il telefono durante la notte; cercate di ricaricarlo in momenti della giornata in cui potete staccarlo non appena raggiunge una carica adeguata.

Adottare queste buone pratiche non solo contribuirà a prolungare la vita della batteria del vostro smartphone, ma migliorerà anche la vostra esperienza complessiva con il dispositivo. Con pochi accorgimenti, potrete mantenere il vostro telefono in ottima forma per molti anni a venire.

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