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Spese per immobili più efficienti, nasce l’ecosistema EEMI DeliverEEM

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Avere immobili più efficienti riduce le spese del mantenimento, accresce il pregio dell’immobile, limita il consumo di materie prime, certamente aumenta la resilienza della società. Inoltre genera valore, anche occupazionale. In Europa il parco immobiliare costruito prima del 2001 è prevalente, con punte anche superiori all’80% in molte aree europee. Favorire gli interventi per il miglioramento delle performance energetiche di questi immobili è strategico e riguarda decine di milioni di cittadini.

Quali supporti finanziari ci sono? Su quali prodotti, delle migliaia di imprese fornitrici da tutto il mondo, far convergere le proprie attenzioni? E su che imprese esecutrici solide indirizzarsi?
Domande a cui oggi è complesso dare risposte rapide ma anche certe. Un ecosistema facilitatore e partecipato dal sistema finanziario e dalla filiera di ristrutturazione sarebbe necessario oltre che benvenuto.
Il settore immobiliare ha un ruolo fondamentale sull’economia europea, sia per il volume economico che muove sia per i tanti soggetti coinvolti, a partire dalla finanza a cui ricorrono privati ed aziende.

La situazione attuale in Europa vede una forte esposizione di immobili costruiti tra il 1945 e il 2001.
Questi immobili possono essere migliorati con importanti benefici in termini energetici ma anche di valore. E possono creare un boost importante per l’economia di tutto il Continente in quanto la situazione dei grandi Paesi europei è molto simile. Si ricorda che la Germania come l’Italia hanno conosciuto un vero e proprio boom immobiliare tra gli anni cinquanta e sessanta, che in Italia è durato fino agli anni ’80 mentre in Germania tra il ’70 e l’80 c’è stato un rallentamento ma negli anni novanta si è vista una nuova accelerazione nelle ristrutturazioni dovute alla riunificazione e poi anche a nuove abitazioni per l’immigrazione.

Sempre in Germania, tra il 2001 e il 2021 sono stati realizzati circa 5 milioni di nuove abitazioni su un parco superiore ai 30 milioni. Le abitazioni non in classe A sono superiori all’85%. Anche la Francia ha un parco immobiliare superiore ai 30 milioni e solo un 10% circa è in classe A. La Spagna ha visto una crescita significativa nel numero di abitazioni, specialmente durante il boom edilizio degli anni 2000, quando molte nuove costruzioni sono state completate. Tuttavia, dopo il crollo del mercato immobiliare nel 2008, a seguito della crisi economica legata ai mutui subprime, il tasso di nuove costruzioni è diminuito drasticamente e molte abitazioni sono rimaste invendute o non occupate. In Spagna le abitazioni in classe A sono meno del 10%.

La European Mortgage Federation-European Covered Bond Council (EMF-ECBC) e i partner del consorzio, Università Cà Foscari Venezia, CRIF, Modefinance, Operate, Harley&Dikkinson Consulting e Leibniz-Institut Fur Finanzmarktforschung Safe Ev (SAFE), annunciano il lancio di Delivering the Energy Efficient Mortgages Ecosystem (DeliverEEM). Questo ambizioso progetto si basa sulle fondamenta gettate dall’iniziativa Energy Efficient Mortgages Initiative (EEMI) già finanziata dall’UE per rispondere all’appello della Commissione Europea di aumentare l’impegno del settore privato nel finanziamento dell’efficienza energetica, supportando così la transizione dell’Europa verso un futuro più sostenibile.

La presentazione ufficiale di DeliverEEM si terrà il 4 ottobre a Venezia, durante il 3rd EEMI International Sustainable Housing Finance Symposium per l’edilizia abitativa e vedrà la partecipazione di autorità e istituzioni della Commissione Europea, dell’OCSE, della Banca d’Italia e del Ministero spagnolo della transizione ecologica, per contribuire alle discussioni sul ruolo fondamentale della finanza sostenibile nella transizione energetica.
DeliverEEM supporterà lo sviluppo di mutui per l’efficientamento energetico (Energy Efficient Mortgages – EEM) creando un market ecosystem integrato che garantisca un percorso efficace del cliente end-to-end e interventi di mercato ottimizzati. Il progetto mira a fornire un modello per mercati sia consolidati che emergenti, con il potenziale per una replica globale, attraverso approfondimenti mirati sui consumatori e sul mercato, modelli operativi finanziari innovativi e una migliore cooperazione istituzionale.

DeliverEEM arriva in un momento decisivo, poichè il panorama geopolitico e macroeconomico sempre più complesso evidenzia l’urgente necessità di perseguire gli obiettivi dell’accordo di Parigi.
Basandosi sui precedenti successi di EEMI per standardizzare l’efficienza energetica nelle valutazioni dei prestiti, DeliverEEM promuoverà gli obiettivi climatici dell’UE supportando al contempo il Green Deal e la Renovation Wave della Commissione Europea, fondamentali per lo sviluppo sostenibile e la crescita economica.
Una delle caratteristiche principali di DeliverEEM sarà l’attenzione alla riduzione del rischio degli investimenti in efficienza energetica, al miglioramento della valutazione dei fattori ESG nelle quotazioni immobiliari e al coordinamento di una filiera di ristrutturazione semplificata che metta i consumatori in prima linea nella transizione. Il progetto fornirà inoltre strumenti, meccanismi e best practice per gli operatori di mercato lungo tutta la filiera, supportando lo sviluppo del mercato dei mutui per l’efficienza energetica.

Grazie alla collaborazione dei partner del consorzio e alla partecipazione chiave delle istituzioni finanziarie pilota, Banco BPM, Banca Sella, Agos, Jyske Realkredit e MBH Bank, DeliverEEM è pronto a guidare la transizione energetica attraverso innovativi modelli finanziari e partnership, assicurando che il settore dei mutui continui a svolgere un ruolo centrale nel supportare il percorso dell’Europa verso un’economia più sostenibile e resiliente.
Commentando il lancio di DeliverEEM, il coordinatore Luca Bertalot, ha affermato: ‘La portata della sfida climatica è a dir poco enorme e non possiamo permetterci di essere ingenui: sfortunatamente, non ci sono soluzioni semplici ai problemi che ci troviamo ad affrontare. Un approccio sistemico alla costruzione di un nuovo ecosistema abitativo sostenibile, fondato in una piena comprensione delle sfide e delle esigenze di tutti gli stakeholder del mercato, tra cui consumatori, banche, investitori, PMI e start-up digitali, è la chiave per aumentare rapidamente il flusso di capitale privato per la ristrutturazione del patrimonio edilizio dell’UE. Il nostro nuovo progetto finanziato dall’UE, DeliverEEM, contribuirà a liberare risorse dai mercati dei capitali a sostegno della transizione climatica e rappresenta quindi la migliore risposta del settore alle recenti raccomandazioni di Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività dell’UE’.

Avere un parco immobiliare energivoro espone ad elevati rischi e mina anche il valore del sistema economico. Trovare un acceleratore per migliorare la situazione è fondamentale e il Dipartimento di Economia di Ca Foscari è impegnato da anni sui temi della finanziabilità dell’efficientamento energetico tenendo come linea guida la resilienza del sistema ma anche la sua competitività con una visione e conoscenza d’insieme.
“Per renderle più efficienti gli immobili bisogna intervenire ma ci vogliono soldi – dichiara la Professoressa Monica Billio, ordinaria dell’Università Cà Foscari Venezia -. Bisogna guardare l’insieme dell’Europa e da questo emerge chiaramente che una visione e una strategia comuni possono portare a risultati migliori proprio come i padri fondatori dell’Unione Europea hanno sempre creduto. In Italia abbiamo avuto l’esperienza del superbonus con risultati parziali, grande esposizione economica e con l’aggravio di problematiche nella catena di approvvigionamento dei materiali. Ci vuole un ecosistema innovativo e per questo ci stiamo impegnando in questo nuovo progetto, DeliverEEM, che ha tutte le caratteristiche per essere d’aiuto ai cittadini, alle aziende e al sistema finanziario che in questo settore raggiunge un valore molto importante del PIL’.

– foto EEMI DeliverEEM –

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La Puglia sceglie l’in house: la gestione dell’acqua resta pubblica

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BARI (ITALPRESS) – L’Autorità idrica Pugliese (AIP) ha deliberato a favore dell’affidamento diretto, ad una realtà interamente pubblica e partecipata dagli enti locali, della gestione del servizio idrico integrato dal 2026. L’in house ha prevalso, rispondendo meglio di altre soluzioni agli indicatori di convenienza, efficacia, efficienza e sostenibilità economico-finanziaria: è in grado di garantire – secondo le risultanze tecniche poste alla base della decisione – soluzioni soddisfacenti in termini di qualità ed universalità del servizio, rispetto ad altre forme di gestione miste o aperte al mercato.
“Abbiamo ascoltato le comunità e, guardando al loro benessere e dopo un’attenta analisi – spiega il Presidente dell’Autorità idrica Pugliese, Toni Matarrelli – abbiamo deciso che l’affidamento in house offrisse maggiori benefici non solo dal punto di vista economico, ma anche rispetto alla qualità del servizio, all’efficienza e all’impiego ottimale delle risorse pubbliche, nella gestione di uno dei più complessi ed estesi ambiti territoriali ottimali in Italia, con oltre 4 milioni di cittadini serviti. Con questa scelta, garantiremo anche la piena partecipazione dei cittadini pugliesi – attraverso l’elezione dei propri rappresentanti – ai processi decisionali e di controllo del soggetto che gestirà il bene più prezioso in dono all’umanità. Ora possiamo individuare il gestore e, previa verifica della sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa, disporre entro giugno del prossimo anno l’affidamento del servizio idrico integrato”.
Un iter che per completarsi richiede la cessione ai Comuni di una parte (il 20%) delle azioni di Acquedotto Pugliese (AQP), attualmente detenute (al 100%) dalla Regione Puglia, per rispettare i presupposti della gestione in house e preservare la totale natura pubblica dell’azienda, che è stata intanto dichiarata – con legge dello Stato – società di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, l’unico acquedotto in Italia, prevedendo che uno dei componenti dell’organo di amministrazione ed uno dell’organo di controllo siano designati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
“Sono qui per rivendicare il risultato politico forse più importante di questi ultimi anni: cioè aver messo definitivamente in sicurezza l’acqua pubblica, non più – sottolinea il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – solo come principio, ma anche come organizzazione strategica. Ci siamo riusciti anche grazie all’accordo raggiunto con il Governo: sia la presidente del Consiglio Meloni che il ministro Fitto si sono convinti che la nostra opinione era corretta e hanno sostenuto la nostra scelta. Non ci sarei riuscito se non avessi potuto contare sul più grande ed efficiente acquedotto d’Europa e non avessi avuto l’organizzazione dei comuni per la gestione strategica dell’acqua. Oggi Aqp è un’azienda strategica italiana che continua a garantire una gestione pubblica del servizio idrico. Questi sono gli auguri di Natale più importanti che posso rivolgere a tutti i pugliesi: avere dimostrato, in un’epoca non facile, che tutto ciò che tanti anni fa fu condensato nel referendum sull’acqua pubblica, la Regione Puglia lo ha realizzato sul serio. E’ una cosa della quale sono molto orgoglioso”.
“La soluzione in house era e si è rivelata – conclude il Presidente di Acquedotto Pugliese, Domenico Laforgia – la scelta migliore per il territorio e le comunità. Il riconoscimento del Governo, che ringrazio, sull’importanza strategica nazionale di AQP come azienda e non solo come infrastruttura, valorizza inoltre la buona gestione dell’acqua in Puglia da parte del pubblico, sfatando il mito secondo cui un privato è a prescindere più efficiente. Lo schema Regione-AIP-AQP funziona”.

– foto ufficio stampa AQP –
(ITALPRESS).

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Mimit, 500 milioni per l’automotive e le filiere strategiche

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ROMA (ITALPRESS) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha adottato il decreto che disciplina le modalità di accesso ai fondi per favorire la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche, incentivando gli investimenti privati nei settori in transizione, a partire dall’automotive.
Il finanziamento destinato alla misura è di 500 milioni di euro, a valere sulla Missione 1, Componente 2, Investimento 7 “Supporto al sistema produttivo per la transizione ecologica, le tecnologie Net Zero e la competitività e resilienza delle filiere strategiche”, sotto-investimento 2 del PNRR, tramite il ricorso allo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo. Alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia sarà riservato almeno il 40% delle risorse.
Le filiere produttive strategiche individuate dal provvedimento sono: automotive; agroindustria; design, moda e arredo; sistema casa; metallurgia e siderurgia; meccanica strumentale, elettronica e ottica; treni, navi, aerei e industria aerospaziale; chimica; farmaceutica.
Ai fini dell’accesso agli incentivi, i Contratti di sviluppo presentati da una o più imprese dovranno riguardare programmi di sviluppo industriale o di tutela ambientale finalizzati a sostenere la competitività e la resilienza delle filiere strategiche. Tali programmi potranno includere, ove pertinente, progetti di ricerca, sviluppo e innovazione strettamente connessi e funzionali tra loro, in linea con gli obiettivi di crescita della filiera di riferimento.
La misura sarà gestita da Invitalia che, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, svolgerà l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni. Oltre alle nuove domande, al bando potranno accedere, previa presentazione di apposita istanza, anche le domande di Contratti di sviluppo già presentate il cui iter risulti sospeso per carenza di risorse finanziarie.
Alle domande di agevolazione verrà assegnato un punteggio, per la formazione di una graduatoria che stabilirà l’ordine di avvio all’istruttoria, in base ai seguenti criteri: impatto occupazionale connesso al programma realizzato; innovatività del programma di sviluppo; coinvolgimento di piccole e medie imprese nel programma di sviluppo.
La misura era stata illustrata dal ministro Urso al Tavolo Stellantis. Con successivo provvedimento direttoriale saranno stabiliti modalità e termini di presentazione delle domande di agevolazione.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Pnrr, la Commissione Ue versa la sesta rata da 8,7 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – La Commissione Europea ha versato all’Italia la sesta rata del PNRR pari a 8,7 miliardi di euro. Il pagamento segue la valutazione positiva della Commissione, adottata lo scorso 26 novembre, connessa al conseguimento di 39 obiettivi, distinti in ventitrè milestone e sedici target.
“L’Italia si conferma lo Stato membro Ue che ha ricevuto l’importo maggiore di finanziamento, pari a 122 miliardi di euro, corrispondente al 63% della dotazione complessiva del PNRR. Un risultato positivo che permetterà all’Italia di investire in molti settori strategici intensificando la produzione in attività in cui questo Governo ha creduto fin dal suo insediamento. Il pagamento della sesta rata è frutto di un intenso lavoro, svolto in sinergia anche con la Commissione europea, che ci spinge a proseguire in questa direzione per il benessere della Nazione e dei cittadini”, dichiara il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Tra gli obiettivi conseguiti con il pagamento della sesta rata, figurano investimenti strategici quali il potenziamento dei collegamenti ferroviari del Mezzogiorno e del centro Italia, la realizzazione di nuove infrastrutture per il trasporto del gas (Linea Adriatica) e per l’autonomia energetica dell’Italia, il rinnovo della flotta per il Comando nazionale dei Vigili del Fuoco, i crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e l’attivazione della misura per la transizione ecologica 5.0, rispetto alla quale sono in corso modifiche normative per renderla più accessibile e vantaggiosa per le imprese, il rafforzamento della dotazione organica dei tribunali penali, civili e amministrativi, l’avvio degli interventi per nuovi impianti sportivi nei plessi scolastici e la formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali per efficientare le prestazioni del sistema sanitario nazionale.
Agli investimenti si aggiungono importanti riforme, fra cui i provvedimenti normativi in favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità, le azioni per prevenire e contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento dei lavoratori e le altre forme di lavoro irregolare, oltre alla definizione di uno standard nazionale per la professione di guida turistica.
Il ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, esprime particolare soddisfazione per “il conseguimento del target relativo alla giustizia amministrativa che, a fronte di una riduzione dell’arretrato pari al 35% per il Consiglio di Stato e al 25% per i TAR, ha visto pressochè azzerato il totale dei procedimenti da smaltire”.
“Al positivo lavoro svolto per traguardare la sesta rata fa seguito l’impegno del Governo per formalizzare, entro fine anno, anche la richiesta di pagamento della settima rata, pari a 18,3 miliardi di euro, prestando la massima attenzione all’attività di monitoraggio del Piano e delle misure inserite nelle ultime tre rate, alle risultanze delle Cabine di coordinamento presso le Prefetture e ai conseguenti piani di azione, all’allineamento della piattaforma ReGiS con l’Italia reale degli investimenti in corso, al fine di individuare i necessari correttivi per la piena e puntuale attuazione del Piano nei tempi previsti”, ha aggiunto Foti.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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