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Sai che la Cometa A117uUD è stata espulsa dal nostro sistema solare?

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Un team di ricercatori dell’Università Complutense di Madrid ha recentemente fatto una scoperta affascinante: una piccola cometa, denominata A117uUD, è stata espulsa dal nostro Sistema Solare dopo aver interagito con Saturno. Questo evento si è verificato quando la cometa si è avvicinata al gigante gassoso, la cui enorme gravità ha deviato la sua traiettoria, proiettandola negli spazi interstellari.

I ricercatori hanno monitorato il percorso di A117uUD sin dal suo ingresso nel Sistema Solare, portando a nuove riflessioni su come gli oggetti celesti possano essere influenzati da forze gravitazionali. Inizialmente, gli scienziati avevano ipotizzato che la cometa fosse un oggetto extrasolare, simile a Oumuamua, il primo asteroide riconosciuto proveniente da al di fuori del nostro sistema. Tuttavia, la traiettoria di A117uUD ha rivelato una storia differente, sottolineando la complessità delle interazioni cosmiche.

Questa scoperta offre spunti interessanti per la comprensione della dinamica delle comete e delle loro origini. Lo studio è stato pubblicato sull’archivio online “Research Notes of the Aas”, aprendo la strada a ulteriori ricerche sulle comete e il loro comportamento nel contesto del Sistema Solare. Con ogni nuova scoperta, si arricchisce il nostro sapere riguardo ai misteri dell’universo e alle affascinanti storie che gli oggetti celesti possono raccontare.

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Sai che velocità supera una Nana Bruna in movimento nella Via Lattea?

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Un gruppo di appassionati astronomi ha recentemente fatto una scoperta sorprendente: un misterioso oggetto, noto con la designazione CWISE J124909.08+362116.0, si sta muovendo attraverso la Via Lattea a una velocità incredibile, superiore a un milione di chilometri orari. Questa scoperta è parte del progetto “Backyard Worlds: Planet 9” della NASA, che si concentra sull’individuazione di corpi celesti al di là dell’orbita di Nettuno.

Il corpo celeste ha una massa simile a quella di una piccola stella e, grazie alla sua rapidità, sembra destinato a lasciare la nostra galassia per avventurarsi nello spazio interstellare. L’esistenza di questo oggetto è stata convalidata da vari telescopi a terra e dai dati raccolti dal telescopio Wise della NASA. La ricerca è stata pubblicata recentemente sull’autorevole rivista Astrophysical Journal Letters.

Attualmente, gli scienziati ritengono che questo oggetto possa essere una nana bruna, un tipo di corpo celeste che si colloca tra i pianeti giganti e le stelle simili al Sole. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione dell’universo, ma apre anche nuove strade per future ricerche nel campo dell’astronomia.

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Sai che ci potrebbe essere della vita anche su Venere?

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Recenti ricerche condotte dal James Clerk Maxwell Telescope alle Hawaii hanno portato alla luce dati sorprendenti riguardo all’atmosfera di Venere. Dopo la rilevazione della fosfina nel 2020, una sostanza altamente tossica, nuove osservazioni hanno confermato non solo la sua presenza, ma anche quella di ammoniaca, con un incremento significativo delle informazioni raccolte, che supera di 140 volte le misurazioni precedenti.

Questi risultati, presentati dalla Royal Astronomical Society, offrono spunti affascinanti per gli scienziati, i quali ipotizzano che la vita microbica potrebbe essere responsabile della produzione di ammoniaca, suggerendo una possibile spiegazione per la presenza di fosfina. Tuttavia, Venere resta un ambiente estremamente inospitale e difficile da studiare. Nonostante l’entusiasmo generato da queste scoperte, gli astrofisici dell’Imperial College di Londra avvertono che la strada per comprendere appieno la chimica di Venere e la possibilità di vita su questo pianeta rimane complessa e piena di sfide.

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Sai che è stato fatto un passo verso la scoperta di vita passata su Marte

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Il rover Perseverance della NASA ha fatto un’importante scoperta su Marte, trovando una roccia che presenta caratteristiche insolite che potrebbero suggerire la presenza di antiche forme di vita microbica. Questo ritrovamento è avvenuto nella Neretva Vallis, un’area che in passato è stata erosa dall’acqua, e la roccia, chiamata Cheyava Falls in omaggio a una cascata del Grand Canyon, misura circa un metro per sessanta centimetri.

Le analisi hanno rivelato la presenza di solfato di calcio e di un materiale rossastro che potrebbe essere ematite, insieme a numerose macchie millimetriche dalla forma irregolare. Queste macchie, simili a quelle che sulla Terra indicano resti fossili di microrganismi, hanno suscitato l’interesse della comunità scientifica, alimentando le speranze di trovare prove di vita passata sul pianeta rosso.

Sebbene ci siano alternative da considerare riguardo alla formazione di queste caratteristiche, gli scienziati del Caltech hanno sottolineato l’importanza di riportare un campione della roccia sulla Terra per ulteriori analisi. Questa scoperta non solo accende l’immaginazione degli scienziati, ma offre anche una nuova prospettiva sulla possibilità di vita extraterrestre nel nostro sistema solare.

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