curiosità
SAI CHE…esiste un serpente che si ricopre di feci e sanguina per fingersi morto?
Come convincere un predatore che non vale la pena di cacciarti? Fingersi morti è una tattica ampiamente adottata nella natura, nota come tanatosi. Tuttavia, la biscia tassellata va oltre, arricchendo questa strategia con effetti speciali disgustosi ma efficaci.
Un recente studio pubblicato su Biology Letters rivela che questi rettili non si limitano a rimanere immobili, ma si cospargono di feci e arrivano persino a sanguinare apposta per simulare un cadavere.
Lo studio, condotto sul campo, ha analizzato 263 bisce tassellate per osservare la loro reazione alla cattura. Il comportamento inizia in modo disgustoso: appena catturati, i serpenti si ricoprono di feci autoprodotte nella speranza di emettere un odore repellente.
Inoltre, adottano la tecnica dell’autoemorragia, facendo scorrere il sangue dalla bocca come se fossero già morti. Questo studio ha anche valutato la durata della recita, che include segnali tipici di un animale morto, come la bocca aperta con la lingua penzolante.
La durata della simulazione varia in base alla persistenza del predatore, ma gli esemplari più anziani si dimostrano migliori nel mimetizzarsi con sangue e feci, riducendo così il tempo di tanatosi. Si dimostra che l’esperienza rende la recita più efficace.
Unico punto di incertezza dello studio è che le reazioni delle bisce sono state osservate solo in interazione con gli esseri umani, che poi le hanno liberate. Tuttavia, è probabile che anche in condizioni naturali, questi serpenti adottino la stessa strategia per scongiurare il pericolo.
curiosità
La tradizione dell’albero di Natale: dalle candele alle luci
L’usanza di decorare l’albero di Natale ha origini antiche, ma un aspetto curioso riguarda l’evoluzione delle luci. Prima dell’invenzione delle luci elettriche, gli alberi venivano decorati con candele accese, un’usanza comune soprattutto in Germania nel XVII secolo.
Questa pratica era estremamente pericolosa: gli incendi domestici erano frequenti durante le festività natalizie. La svolta arrivò nel 1882, quando Edward H. Johnson, socio di Thomas Edison, inventò la prima serie di luci natalizie elettriche. Johnson decorò un albero con 80 piccole lampadine colorate che si accendevano e spegnevano, creando un effetto spettacolare.
All’epoca, questa innovazione era considerata una meraviglia tecnologica, anche se il costo elevato delle luci elettriche le rendeva accessibili solo a poche famiglie benestanti. Con il tempo, le luci natalizie diventarono sempre più economiche e sicure, fino a diventare uno degli elementi più iconici delle decorazioni natalizie in tutto il mondo.
Oggi, grazie alla tecnologia LED, le luci natalizie non solo sono più ecologiche, ma anche capaci di creare spettacoli luminosi complessi, continuando a illuminare la magia del Natale.
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Curiosità sul Natale: L’origine del termine “Xmas”
Una curiosità interessante sul Natale riguarda l’abbreviazione “Xmas”, che spesso viene vista come un modo più veloce e moderno di scrivere “Christmas”. Ma cosa c’è dietro questa abbreviazione? Molti non sanno che “X” non è un semplice sostituto della lettera “C”, ma ha radici storiche. La “X” deriva dalla lettera greca “Chi” (Χ), che è la prima lettera della parola greca “Χριστός” (Christòs), che significa “Cristo”. Pertanto, “Xmas” non è una forma abbreviata moderna, ma una versione antica e rispettosa, che risale a secoli fa. Questa abbreviazione è stata utilizzata per la prima volta nel 1500 e non ha nulla a che fare con il commercialismo o la perdita di significato religioso del Natale. Anzi, l’uso della “X” per rappresentare Cristo è un’antica tradizione cristiana. Quindi, ogni volta che scriviamo “Xmas”, stiamo, in effetti, mantenendo un legame con le radici storiche e religiose del Natale.
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Curiosità su Napoli: Il mistero della “Galleria dei due fratelli”
Nel cuore del centro storico di Napoli, una delle gallerie più affascinanti e misteriose è la “Galleria dei due fratelli”, che risale al XIX secolo. Questa galleria, situata in Via Toledo, prende il nome da una leggenda che ha da sempre catturato l’immaginazione dei napoletani. Si racconta che la galleria sia stata progettata da due fratelli architetti, ma, a causa di motivi personali e familiari, i due si separarono durante i lavori. La tradizione vuole che, a seguito della loro rottura, entrambi abbiano deciso di lasciare la galleria incompleta, con alcuni dettagli volutamente dissonanti, a simboleggiare il loro conflitto. Un altro aspetto curioso è che i due fratelli avrebbero aggiunto simboli misteriosi nelle decorazioni, con l’intento di imprimere il proprio segno nella storia della città, anche se la loro collaborazione fu spezzata. La Galleria dei due fratelli non è solo un capolavoro architettonico, ma anche un luogo ricco di storie, tradizioni e leggende che affascinano chiunque vi si avventuri. Ancora oggi, passeggiare sotto i suoi portici fa respirare l’aria di un passato misterioso, dove l’arte e la vita si intrecciano in un continuo gioco di luci e ombre.
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