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La campagna del Queensland per rompere il tabù della cacca a lavoro

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Quando si parla di salute pubblica, ci si aspetta di affrontare tematiche serie, ma a volte l’ironia può rivelarsi un potente alleato per diffondere messaggi importanti. È proprio ciò che ha fatto il dipartimento sanitario del Queensland, in Australia, con una campagna innovativa e divertente per sfatare il tabù legato all’uso del bagno sul posto di lavoro.

È Normale Usare il Bagno al Lavoro

La campagna, che ha riscosso grande successo sui social media, si fonda su un messaggio semplice ma diretto: “È ok fare la cacca al lavoro”. Pur facendo sorridere, dietro a questo messaggio si cela un avvertimento serio: ignorare il bisogno di andare in bagno può portare a problemi di salute come stitichezza cronica, emorroidi e altre complicazioni. Questo non è un problema esclusivo degli australiani; riguarda chiunque, compresi noi italiani.

Il Problema Psicologico dell’Ansia

Non tutti si sentono a proprio agio nell’utilizzare bagni pubblici. Oltre a questioni igieniche, il problema può avere una componente psicologica. Alcune persone soffrono di parcopresi, una forma di ansia caratterizzata dalla paura di essere giudicati per i rumori o gli odori legati alla defecazione. Questa condizione può indurre a trattenersi, aumentando il rischio di disturbi intestinali.

Una Campagna Apprezzata

Il dipartimento sanitario del Queensland ha scelto un approccio ironico, utilizzando un video musicale per incoraggiare le persone a non vergognarsi. Il messaggio, “Tutti fanno la cacca”, è accompagnato da consigli come immaginare celebrità in situazioni simili, per alleggerire l’argomento. Questa strategia ha ricevuto migliaia di like e commenti, dimostrando che il pubblico ha accolto con favore la leggerezza con cui è stato affrontato un tema spesso imbarazzante.

Un Problema Universale

Sebbene la campagna sia nata in Australia, il suo messaggio è di portata globale. Secondo uno studio condotto su 54.000 persone in 26 paesi, circa due persone su cinque sperimentano disturbi legati alla connessione intestino-cervello. L’ansia associata all’uso di bagni pubblici è un fattore significativo in questo contesto.

Il Dilemma del Bagno sul Lavoro

Alcuni evitano del tutto l’uso dei bagni in ufficio, preferendo recarsi in un centro commerciale, considerato più accettabile. In casi estremi, si ricorre anche a farmaci per ridurre il bisogno di defecare in pubblico.

La Lezione Finale

La lezione principale che si può trarre da questa campagna è che “normalizzare” la conversazione su temi legati alle funzioni corporee potrebbe contribuire a ridurre la vergogna e l’imbarazzo, migliorando la qualità della vita e promuovendo comportamenti più salutari.

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Il mistero del Sumerico: la lingua isolata dell’antica Mesopotamia

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Una curiosità interessante sulle lingue antiche riguarda il sumerico, una delle lingue più antiche conosciute. Parlando di circa 5.000 anni fa, il sumerico era la lingua parlata nell’antica Mesopotamia, in quella che oggi è l’Iraq. Ciò che rende il sumerico particolarmente affascinante è che è una lingua isolata, il che significa che non ha parenti conosciuti, a differenza di altre lingue antiche che fanno parte di famiglie linguistiche. Nonostante il sumerico fosse in uso per secoli, venne sostituito dal semitico accadico intorno al 2000 a.C., ma continuò ad essere utilizzato come lingua liturgica e per la scrittura delle tavolette cuneiformi per secoli, anche dopo che non veniva più parlato come lingua quotidiana.

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Il Sardo: la lingua romana più antica d’Europa

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Una curiosità interessante sulla Sardegna riguarda il suo famoso linguaggio. Oltre all’italiano, in Sardegna si parla il sardo, una lingua romanza che ha radici molto antiche. Il sardo è una delle lingue più antiche d’Europa ed è considerata la lingua romanza più vicina al latino, con numerosi dialetti che variano tra le diverse aree dell’isola. Nel 1997, il sardo è stato riconosciuto ufficialmente dalla Regione Sardegna come lingua minoritaria, e oggi è protetto dalla legge per conservarne e promuoverne l’uso. La lingua sarda è particolarmente affascinante per gli storici e i linguisti, poiché conserva molte parole e strutture grammaticali che risalgono a secoli fa, in parte dovute anche alle influenze dei Fenici, dei Romani e degli Arabi.

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La prima fotografia: la storia di ‘veduta dalla finestra a Le Gras’

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La “Veduta dalla finestra a Le Gras”, scattata da Joseph Nicéphore Niépce nel 1826 o 1827, è considerata la prima fotografia permanente nella storia. Niépce, che cercava un metodo per fissare immagini su un supporto fisico, utilizzò un processo chimico che trattava una lastra di peltro con bitume di Giudea, una resina naturale che si induriva alla luce. L’esposizione durò ben 8 ore, un tempo lungo che rifletteva le limitate capacità tecnologiche dell’epoca. La scena ritratta mostra la vista dalla finestra del suo studio a Le Gras, in Francia, dove si vede un cortile con edifici e alberi. La difficoltà di catturare l’immagine evidenzia quanto la fotografia fosse ancora lontana dai processi rapidi di oggi. Nonostante ciò, il lavoro di Niépce ha aperto la strada all’evoluzione della fotografia, ispirando inventori come Louis Daguerre che perfezionò la tecnica. Oggi, la fotografia è conservata al Harry Ransom Center dell’Università del Texas. Questa immagine segna un momento fondamentale nella storia della fotografia, rappresentando l’inizio della capacità di conservare un’immagine del mondo in modo permanente.

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