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Politica

Meloni lodata da Musk, da New York suona la carica all’Occidente

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Da new York, dove ha ricevuto il Global Citizen Award dell’Atlantic Council, la premier Giorgia Meloni suona la “sveglia” all’Occidente che non deve “rassegnarsi all’idea del suo declino”. Meloni ha parlato dopo essere stata introdotta prima da un video celebrativo, che la vedevano in azione con i grandi leader del mondo, lei prima donna a rappresentare il governo italiano. È stato Elon Musk a prendere la parola per presentare il presidente del Consiglio.

Il Ceo di Tesla ha detto di essere onorato di introdurre una persona che ammira, così “bella dentro quanto fuori”, tessendo le lodi di Meloni per aver “fatto un lavoro incredibile: l’Italia sta registrando crescita e occupazione record”. Quando è partito il discorso di Meloni, è stato un susseguirsi di elogi e richiami d’orgoglio ai valori dell’Occidente, di cui, ha esortato, non dobbiamo “vergognarci” ma esserne “fieri”. Il discorso è stato incentrato sull’idea che l’Occidente non si deve rassegnare all’idea del suo declino alimentata dai paesi autoritari ma deve, senza vergognarsi, difendere concetti come Nazione e Patriottismo, la propria civiltà, la sua democrazia e cultura. La presidente del Consiglio ha preso lo spunto da un articolo d’opinione a firma di un allora studente di Phd, Anthony Costantini, apparso un anno fa su il “Politico”, nel quale le idee di Meloni venivano definite come “nazionalismo occidentale”. “Non so se nazionalismo sia la parola corretta perché spesso richiama dottrine di aggressione e autoritarismo”, ha detto Meloni, “ad ogni modo, so che non dovremmo vergognarci di difendere parole come Nazione e Patriottismo.

Perché significano più che un luogo. Sono uno stato della mente nel quale si appartiene a una cultura, una tradizione e dei valori condivisi”. Meloni ha citato il filosofo conservatore britannico Roger Scruton, che chiamò “oicofobia” quel “disprezzo per la propria casa”, che porta a distruggere, dice Meloni, i simboli della civiltà occidentale, sia in Europa che negli Usa. Così facendo l’Occidente “si svilisce da solo. Il risultato è che l’Occidente rischia di diventare un interlocutore meno credibile” nei confronti del Sud del mondo. Mentre le autocrazie “stanno guadagnando terreno sulle democrazie e rischiamo di sembrare sempre più una fortezza chiusa e autoreferenziale”. Autocrazie che “tengono molto alla narrazione dell’idea dell’inevitabile declino dell’Occidente” e, anzi, la alimentano, anche attraverso la guerra delle idee combattute su internet. Ma per Meloni, l’Occidente non può “rassegnarsi all’idea del suo declino” o convincersi di essere una civiltà senza nulla da dire, con il rischio di creare un mondo “nel quale prevalga la legge del più forte” e dove, di conseguenza, si moltiplicano le guerre come quella in Ucraina. Meloni ha detto che dobbiamo “ricordarci chi siamo e governare ciò che accade intorno a noi”, perché non vogliamo cedere “la nostra libertà in cambio di un maggiore comfort”.

E l’alternativa al “declinismo”, secondo Meloni, è proprio il “patriottismo”. E citando Ronald Reagan, Meloni ha ricordato: “Una volta disse: ‘dobbiamo renderci conto che nessun arsenale, o nessuna arma nell’arsenale del mondo, è così formidabile come la volontà e il coraggio morale di uomini e donne liberi. È un’arma che i nostri avversari nel mondo di oggi non hanno’. Non potrei essere più d’accordo. La nostra libertà e i nostri valori, e l’orgoglio che proviamo per loro, sono le armi che i nostri avversari temono di più. Quindi non possiamo rinunciare alla forza della nostra identità, perché questo sarebbe il regalo migliore che possiamo fare ai regimi autoritari”. Per Meloni “difendere le nostre radici profonde è la precondizione per raccogliere frutti maturi. Imparare dai nostri errori del passato è la precondizione per essere migliori nel futuro”. A questo punto cita anche Giuseppe Prezzolini, “forse il più grande intellettuale conservatore nell’Italia del Novecento: diceva che ìchi sa conservare non ha paura del futuro, perché ha imparato le lezioni del passato’”.

Fa subito esempi concreti: “Noi sappiamo come affrontare le impossibili sfide che quest’epoca ci mette di fronte solo quando impariamo dalle lezioni del passato. Difendiamo l’Ucraina perché abbiamo conosciuto il caos di un mondo nel quale prevale la legge del più forte. Combattiamo i trafficanti di esseri umani perché ricordiamo che secoli fa abbiamo combattuto per abolire la schiavitù. Difendiamo la natura e l’umanità, perché sappiamo che senza l’opera responsabile dell’uomo non è possibile costruire un futuro più sostenibile”. Quindi “tentiamo, mentre sviluppiamo l’intelligenza artificiale, di governarne i rischi perché abbiamo combattuto per essere liberi e non intendiamo barattare la nostra libertà in cambio di maggiore comodità. Noi sappiamo leggere questi fenomeni perché la nostra civiltà ci ha regalato gli strumenti per farlo”. Meloni conclude dicendo: “Possiamo continuare ad alimentare l’idea del declino dell’Occidente, arrendendoci all’idea che la nostra civiltà non abbia più nulla da dire, né rotte da tracciare. Oppure possiamo ricordarci chi siamo, imparare anche dai nostri errori, aggiungere il nostro pezzo di racconto a questo straordinario percorso, e governare quello che accade intorno a noi, per lasciare ai nostri figli un mondo migliore. Il che è esattamente la mia scelta. E mi piace pensare che il motivo per cui mi avete scelto per questo illustre premio è che condividete questa scelta”.

-Foto: Palazzo Chigi-

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Schlein “Le entrate fiscali aumentano ma pagano sempre i soliti”

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“E’ vero che le entrate fiscali aumentano, il problema è che pagano sempre i soliti. Hanno fatto 20 condoni strizzando l’occhio agli evasori, alla faccia di imprenditori, dipendenti, autonomi e pensionati onesti che pagano le tasse anche per chi decide di non farlo”. Lo ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, a “Dì Martedì”, il programma di approfondimento condotto da Giovanni Floris in onda questa sera su La7.

– foto: Agenzia Fotogramma –

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Politica | Ufficializzato dalla Lega Gianpiero Zinzi come nuovo commissario per la Campania

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La Lega ha ufficializzato la nomina di Gianpiero Zinzi come nuovo commissario per la Campania, un cambiamento strategico per il partito in vista delle prossime elezioni regionali. La decisione è stata comunicata dal leader Matteo Salvini, che ha anche ringraziato il precedente commissario, Claudio Durigon, per il suo lavoro e i risultati ottenuti, ora impegnato in un nuovo ruolo come vicesegretario del partito.

Salvini ha espresso fiducia nel futuro della Lega, sottolineando che il partito sta espandendo la propria presenza in tutto il Paese, da Sud a Nord. La nomina di Zinzi rappresenta un passo importante per intensificare il radicamento del partito nel territorio campano e rispondere meglio alle esigenze locali. L’obiettivo dichiarato è quello di rafforzare il legame con la comunità e di prepararsi in modo efficace per le sfide elettorali che attendono la Lega nei prossimi mesi.

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Politica | Riforma del consiglio di sicurezza Onu, Meloni: “non crediamo che esistano nazioni di serie A e di serie B”

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Durante il Vertice del Futuro, parte dell’Assemblea Generale dell’ONU, la Premier Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza di una riforma del Consiglio di Sicurezza che rispetti i principi di uguaglianza e rappresentatività. Il suo intervento ha messo in luce la necessità di un approccio inclusivo, evitando di creare nuove gerarchie tra le nazioni.

Meloni ha enfatizzato che una riforma efficace deve essere concepita per il bene di tutti i Paesi, non solo di alcuni privilegiati. Ha riaffermato il valore dell’uguaglianza tra le nazioni, richiamando l’attenzione sulle diverse storie e culture che ciascuna porta con sé. In un mondo globale, secondo la premier, è fondamentale riconoscere che tutti gli individui hanno gli stessi diritti, riaffermando il principio che ogni persona nasce libera e uguale.

Questo discorso rappresenta un richiamo a un multilateralismo più equo e inclusivo, sollecitando una riflessione su come il Consiglio di Sicurezza possa evolversi per rispondere meglio alle sfide contemporanee.

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