Cronaca
Crotone | Processo per presunto traffico illecito di rifiuti: tutti assolti
Questa mattina, il Giudice per l’udienza preliminare, Sara Merlini, ha emesso una sentenza che segna un punto di svolta per gli imputati coinvolti nel processo legato all’inchiesta “Le Verdi Praterie”. Sono stati assolti da tutte le accuse i soci, manager e dipendenti della società, che si trovavano sotto inchiesta per presunti reati di traffico di rifiuti e truffa ai danni del Gestore dei Servizi Elettrici.
La decisione del gup non si è limitata all’assoluzione: è stata anche disposta la revoca del sequestro dei beni, compresi quelli immobiliari e mobili registrati, che torneranno agli aventi diritto. Questa notizia rappresenta un grande sollievo per Antonella Stasi Marrelli, presidente del Gruppo Marrelli, che ha descritto i difficili tre anni trascorsi dalla morte del marito e l’impatto devastante che l’inchiesta ha avuto sulla sua azienda.
In un toccante intervento, Stasi Marrelli ha raccontato delle sofferenze affrontate dalla sua azienda, costretta a chiudere l’impianto biogas e fermare il caseificio. L’accusa di traffico di rifiuti ha comportato la perdita di fiducia da parte di clienti e fornitori, portando a licenziamenti e a un grave indebitamento. Nonostante ciò, la resilienza del gruppo ha permesso di resistere alle avversità.
Oggi, con l’assoluzione, l’imprenditrice ha dichiarato di sentirsi finalmente sollevata, pronta a ripartire insieme ai suoi collaboratori e a rimettere in moto l’economia locale. Ha evidenziato, però, l’ingiustizia subita, che ha influito negativamente sullo sviluppo dell’azienda. La sentenza di oggi è vista come un segnale di speranza non solo per la sua famiglia e i dipendenti, ma anche per altri imprenditori calabresi che si trovano ad affrontare difficoltà simili.
Il futuro per “Le Verdi Praterie” appare ora più luminoso, con la volontà di ricostruire e rilanciare un’impresa che ha una lunga storia di successi e una forte connessione con il territorio.
Cronaca
L’Aquila | Controlli intensificati: arresti e misure cautelari eseguite dai Carabinieri
I Carabinieri della provincia dell’Aquila hanno portato avanti una serie di controlli mirati nel corso di un’operazione che ha visto il monitoraggio di 526 veicoli e l’identificazione di 748 persone, incluse molte che erano sottoposte a misure cautelari. Le verifiche sono state effettuate con particolare attenzione alle persone agli arresti domiciliari, sottoposte a obbligo di dimora o ad altre restrizioni che limitano la libertà di movimento nelle ore serali e notturne.
A Trasacco, i militari hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di un giovane di 20 anni, già noto alle forze dell’ordine e recentemente denunciato per alcuni furti in abitazione. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avezzano ha disposto per lui l’obbligo di dimora, imponendo che il giovane resti a casa durante le ore serali e notturne. Il provvedimento si inserisce in una più ampia attività di prevenzione del crimine, rafforzata dalla collaborazione tra i Carabinieri della stazione di Trasacco e la Procura della Repubblica di Avezzano.
A Cerchio, l’intervento dei Carabinieri è stato invece legato a una lite familiare che ha avuto esito più drammatico. Un 53enne, durante un acceso conflitto, ha aggredito i militari intervenuti, minacciandoli prima con un bastone e successivamente con un seghetto elettrico da potatura che ha attivato a intermittenza. Nonostante la reazione violenta, i Carabinieri sono riusciti a disarmarlo e a bloccarlo senza alcuna conseguenza per gli agenti. Il 53enne è stato arrestato in flagranza per resistenza a pubblico ufficiale e, al termine delle formalità, è stato trasferito in carcere in attesa della convalida dell’arresto, come richiesto dalla Procura di Avezzano.
Questi interventi si inseriscono in un quadro di rafforzata attività di controllo del territorio da parte dei Carabinieri, mirata a garantire la sicurezza pubblica e il rispetto delle normative, in particolare quelle relative alla detenzione domiciliare e alla gestione delle situazioni di rischio.
Cronaca
Genova | Arrestato 50enne con droga e pistola a salve, dopo l’allarme dei vicini
Un uomo di 50 anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato di Genova con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e procurato allarme, dopo un episodio che ha scosso i residenti di un palazzo in via Isonzo.
I fatti sono accaduti intorno alle 21:15, quando alcuni condomini hanno allertato il 112, spaventati dai colpi sparati in strada. Gli agenti delle volanti giunti sul posto sono stati informati da alcuni testimoni che avevano visto fuggire un uomo, amico di uno degli abitanti dell’appartamento da cui provenivano i colpi. All’interno dell’abitazione, il 39enne e il 29enne che vi risiedevano hanno spiegato di aver trascorso la serata con il 50enne, il quale, per divertimento, aveva sparato con una pistola scacciacani da una finestra. Una volta accortosi che i vicini avevano chiamato la polizia, l’uomo era fuggito con la pistola.
Nel corso della perquisizione dell’appartamento, gli agenti hanno rinvenuto due scatole di colpi a salve, alcuni bossoli e oltre 150 grammi di cannabis, il che ha portato alla denuncia per detenzione di stupefacenti in concorso per i due abitanti dell’appartamento.
Nel frattempo, una seconda volante è riuscita a rintracciare il 50enne, che è stato accompagnato dagli agenti fino al suo luogo di lavoro, dove aveva nascosto uno zaino contenente la pistola a salve e 43 cartucce. Inoltre, all’interno dello zaino sono stati trovati quattro panetti di hashish per un peso complessivo di quasi 400 grammi.
L’uomo è stato arrestato e condotto nel carcere di Marassi, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Le indagini sono in corso, ma l’arrestato e gli altri coinvolti restano presunti innocenti fino a condanna definitiva.
Cronaca
Livorno | Scoperto evasore fiscale con un giro d’affari da oltre 10 milioni di euro
Prosegue senza sosta l’attività di contrasto all’evasione fiscale da parte dei reparti della Guardia di Finanza di Livorno, impegnati a tutelare l’Erario e a garantire equità sociale. Recenti operazioni hanno portato alla scoperta di un commerciante all’ingrosso della città, risultato evasore totale, con un giro d’affari non dichiarato di oltre 10 milioni di euro in tre anni.
Il caso è stato individuato grazie a un’attenta attività di monitoraggio e analisi delle banche dati da parte del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Livorno, che ha condotto indagini approfondite su segnalazioni e discrepanze fiscali. L’uomo, infatti, non aveva presentato alcuna dichiarazione fiscale per ben tre anni, risultando sospetto fin dal primo screening patrimoniale.
I successivi accertamenti, che hanno incluso ispezioni fiscali, analisi bancarie e verifiche contabili, hanno confermato il suo comportamento evasivo. Sono emerse anche violazioni IVA per ulteriori 2 milioni di euro, confermando la gravità della situazione.
L’azione di contrasto all’evasione fiscale delle Fiamme Gialle si inserisce in un quadro di impegno continuo per garantire che tutti i cittadini contribuiscano equamente alle spese pubbliche, come sancito dalla Costituzione. Il caso di Livorno dimostra l’importanza di una sorveglianza attenta e costante per tutelare non solo gli imprenditori onesti, ma anche l’interesse collettivo.
Le indagini non si fermano qui, con ulteriori attività già in corso in tutta la provincia, al fine di individuare altri casi di evasione fiscale e continuare a garantire giustizia e trasparenza.
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