Cronaca
Aci Castello (CT) | Maltrattamento di animali, teneva un cavallo in garage: sanzione di 9mila euro
La Polizia di Stato ha recentemente scoperto una stalla abusiva nel centro di Aci Castello, dove un uomo di 42 anni aveva convertito il suo garage in un rifugio per un cavallo, mantenendolo in condizioni inadeguate che hanno causato sofferenza all’animale.
Gli agenti dei Commissariati di Acireale e San Cristoforo sono intervenuti dopo aver ricevuto segnalazioni e, giunti sul posto, hanno immediatamente richiesto l’assistenza del personale veterinario dell’Asp. La struttura, chiusa con un lucchetto, si è rivelata del tutto inadeguata per la detenzione di un equide.
Il proprietario è stato identificato e denunciato all’Autorità Giudiziaria per maltrattamento di animali, dato che le condizioni in cui il cavallo viveva erano incompatibili con il suo benessere. I veterinari, dopo aver valutato lo stato di salute dell’animale, hanno sanzionato l’uomo con una multa di 9.000 euro per aver gestito un’attività di detenzione di animali senza le necessarie registrazioni e documentazione.
Oltre alla denuncia, l’uomo è stato invitato a trovare una sistemazione adeguata per il cavallo, sottolineando l’importanza del rispetto delle norme per il benessere degli animali. Questo episodio mette in luce la continua attenzione delle autorità locali nel monitorare e contrastare i maltrattamenti nei confronti degli animali.
Cronaca
Torre Annunziata (NA) | Scoperta attività abusiva di lavorazione carni, sequestrate 3 tonnellate di carne
Un’operazione congiunta tra i Carabinieri del NAS di Napoli, i militari della Compagnia di Torre Annunziata e il personale dell’ASL Napoli 2 Nord ha portato alla scoperta di una grave attività illegale nel settore della lavorazione delle carni. Gli investigatori hanno individuato un impianto clandestino di sezionamento di carni all’interno di una palazzina privata, dove venivano trattati sottoprodotti di origine animale destinati alla vendita al pubblico.
Durante l’ispezione, è emerso che le attrezzature utilizzate per il taglio e la lavorazione della carne erano in pessime condizioni igienico-sanitarie. Gli ambienti, in particolare, risultavano contaminati dalla presenza di rifiuti di vario tipo e non rispettavano le normative sanitarie richieste per tale attività. I prodotti lavorati, tra cui organi e parti anatomiche di animali come bovini e suini, venivano destinati alla vendita ambulante, in particolare nelle strade di Napoli, sotto forma di “O pere e o’ musso”, un piatto tipico della tradizione dello street food partenopeo.
Il blitz ha portato alla sospensione immediata dell’attività, con la chiusura dell’impianto abusivo, che risultava privo del necessario “Bollo CE” e di qualsiasi tipo di certificazione che ne garantisse la sicurezza alimentare e la tracciabilità della carne lavorata. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate circa 3 tonnellate di carne priva di documenti attestanti la sua provenienza, ritenuta quindi pericolosa per la salute dei consumatori.
Il valore complessivo della merce sequestrata e della struttura coinvolta nell’attività illecita è stato stimato intorno ai 400.000 euro. Inoltre, sono state elevate sanzioni amministrative per oltre 50.000 euro nei confronti dei responsabili dell’attività illegale.
L’operazione evidenzia i rischi legati alla lavorazione e alla vendita di alimenti non tracciabili, sottolineando l’importanza del controllo rigoroso sulle filiere alimentari per garantire la sicurezza e la salute pubblica.
Cronaca
Genova | Tentato furto: arrestati due tunisini con biciclette rubate
Due uomini sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Genova dopo essere stati sorpresi mentre tentavano di forzare la finestra di un locale comunale nel centro storico della città. L’episodio è avvenuto nella mattinata di ieri, intorno alle 07:10, in Vico San Bernardo. I due arrestati, un 21enne e un 27enne di nazionalità tunisina, entrambi senza documenti e senza fissa dimora, sono stati accusati di tentato furto aggravato in concorso, ricettazione e danneggiamento.
La segnalazione, giunta da alcuni residenti della zona, ha allertato tempestivamente le volanti della Polizia di Stato. I due uomini erano stati visti arrivare a bordo di due biciclette e cercavano di forzare la portafinestra in ferro di un locale. Una volta sul posto, gli agenti hanno trovato la finestra danneggiata e, all’interno, hanno sorpreso i due malviventi nascosti nel sottoscala del locale. Durante la perquisizione, le forze dell’ordine hanno rinvenuto le biciclette, una delle quali elettrica, occultate dietro un muro.
Le indagini hanno permesso di identificare una delle biciclette come rubata, grazie alla lettura del numero di telaio e all’adesivo di una rivendita attaccato alla bici. Il proprietario del velocipede, che aveva denunciato il furto la sera precedente, è stato rintracciato e ha potuto recuperare il suo bene. La seconda bicicletta, un modello elettrico, è stata sequestrata, in attesa che il legittimo proprietario possa essere rintracciato.
I due arrestati sono stati portati in tribunale per la direttissima, dove sono stati formalizzati i reati a loro carico. Le indagini proseguono per determinare l’origine della seconda bicicletta rubata e per completare il quadro accusatorio.
Cronaca
Lecco | Operazione contro il traffico di droga: 5 arresti e smantellato giro di spaccio
n’operazione condotta dalla Polizia di Stato di Lecco ha portato all’arresto di cinque individui di etnia marocchina, accusati di far parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione ha avuto luogo il 21 e 22 novembre, dopo una lunga e approfondita indagine che ha messo a nudo le modalità di funzionamento di un giro di narcotraffico che operava tra le province di Lecco e dintorni, coinvolgendo le aree di Lecco, Valmadrera, Civate, Mandello del Lario, Galbiate e Abbadia Lariana.
L’attività investigativa, che ha avuto inizio nel 2023, ha rivelato un’organizzazione ben strutturata che utilizzava una logistica sofisticata e discreta per distribuire cocaina, eroina e hashish. Gli spacciatori operavano principalmente in aree boschive isolate lungo la SS36 e nelle zone limitrofe alle stazioni ferroviarie, nonché nei pressi di Piazza Diaz a Lecco. Le modalità di spaccio si caratterizzavano per la rapidità e la segretezza degli scambi: i clienti, dopo aver preso accordi telefonici con i venditori, si recavano nei punti stabiliti per il “passaggio” di droga, spesso protetti da sentinelle che avvertivano dell’arrivo delle forze dell’ordine o dei clienti.
Un aspetto che ha reso difficile il contrasto al traffico di sostanze è stato il modus operandi degli spacciatori, che si presentavano ai consumatori solo con la quantità di droga richiesta, lasciando il resto nascosto in zone isolate, e utilizzando passamontagna per nascondere la propria identità. La cessione avveniva spesso tramite intermediari, a ulteriore conferma dell’elevata organizzazione del gruppo.
L’indagine ha rivelato anche un comportamento intimidatorio e violento da parte degli spacciatori, che hanno esercitato pressioni fisiche e psicologiche su clienti e membri del gruppo. La violenza era finalizzata a garantire il rispetto delle transazioni e a recuperare il denaro dalle persone dipendenti dalle droghe.
Nel corso delle indagini, che hanno incluso il monitoraggio telefonico e il recupero di sostanze stupefacenti, è stato stimato che il gruppo abbia distribuito oltre 7.000 dosi di droga nel periodo tra il 2022 e il 2024, per un valore commerciale di oltre 240.000 euro. Inoltre, gli spacciatori erano in contatto continuo tra di loro, con oltre 1.000 chiamate annue intercettate.
L’operazione ha portato all’arresto di cinque persone, ma le indagini non si sono concluse con questa fase. Un altro indagato è ancora ricercato e le forze dell’ordine stanno proseguendo gli accertamenti per rintracciarlo. Durante gli arresti, sono stati identificati altri individui senza fissa dimora, che sono stati denunciati per soggiorno illegale. Due di loro sono stati destinatari di misure di espulsione dal territorio nazionale.
Questa operazione rappresenta un importante passo nella lotta contro il traffico di droga nella zona, dimostrando la capacità investigativa della Polizia di Stato e la necessità di operazioni coordinate e strutturate per contrastare fenomeni criminali di questa portata.
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