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Denti umani e denti animali: tutto quello che non sai

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Che siano umani o appartenenti a qualche animale, i denti sono un tratto distintivo delle varie specie che vivono sul nostro pianeta.

Ecco 10 curiosità:

  1. Quantità di Denti: Gli adulti hanno 32 denti definitivi, ma con quelli da latte arriviamo a circa cinquanta. Tuttavia, il record va ad Ashik Gavai, che ha avuto ben 232 denti rimossi!
  2. Fauci degli Squali: Gli squali hanno denti a forma di scaglie placoidi, affilati e in continua crescita.
  3. Funzioni Differenziate: Gli incisivi lacerano il cibo, i canini lo strappano, mentre premolari e molari lo triturano.
  4. Cetacei Odontoceti: Capodogli e delfini hanno denti uniformi, usati solo per afferrare le prede.
  5. Smalto e Colore: Lo smalto è la sostanza più dura del corpo umano, mentre il colore dei denti dipende dalla dentina sottostante.
  6. Denti da Record: Il chitone ha denti di magnetite, estremamente duri, usati per staccare alghe dalle rocce.
  7. Denti da Latte: I bambini hanno 20 denti da latte che spuntano intorno ai sei mesi e vengono sostituiti dai permanenti.
  8. Zanne dei Mammiferi: Alcuni mammiferi come il mosco siberiano hanno zanne sviluppate, nonostante l’aspetto innocuo.
  9. Storia delle Protesi: Le protesi dentarie esistono dai tempi degli Etruschi, e persino George Washington ne aveva una con denti di mucca e ossi d’ippopotamo.
  10. Denti da Passeggio: Il tricheco usa le zanne per issarsi sulla banchisa, motivo per cui il suo nome scientifico è Odobenus, ovvero “che cammina con i denti”.

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SAI CHE… Filtralife purifica 1.300 litri d’acqua inquinata ogni ora senza batteria né elettricità?

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In un mondo dove l’accesso all’acqua potabile è un problema crescente, specialmente nelle regioni più svantaggiate, una nuova innovazione francese promette di rivoluzionare il settore. Filtralife, sviluppato da Paul e Auguste Minot, è un sistema di filtrazione autonomo che può purificare fino a 1.300 litri di acqua contaminata all’ora senza bisogno di elettricità o batterie. Questa invenzione è destinata a diventare una soluzione fondamentale per le aree con gravi carenze infrastrutturali, dove milioni di persone lottano ogni giorno per avere accesso a acqua potabile.

Il sistema utilizza una combinazione di nanofiltrazione e osmosi inversa, permettendo di rimuovere batteri, virus, metalli pesanti e pesticidi, ma preservando i minerali benefici per la salute. La macchina, di dimensioni contenute, è progettata per essere facile da usare anche in contesti di emergenza, come durante catastrofi naturali o in paesi in via di sviluppo dove le risorse idriche sicure sono rare.

Filtralife è stato recentemente premiato con la medaglia d’oro al concorso Lépine 2024 per la sua capacità di offrire una soluzione immediata e a basso impatto ambientale. Questo dispositivo non solo offre una risposta concreta a uno dei problemi più urgenti del nostro tempo, ma potrebbe anche diventare uno strumento essenziale per ONG, governi e organizzazioni internazionali che lavorano nelle zone più vulnerabili del pianeta.

Secondo i dati dell’UNICEF, ogni anno circa 7 milioni di persone muoiono a causa di malattie legate all’acqua contaminata, con un numero significativo di vittime tra i bambini sotto i 5 anni. Filtralife potrebbe dunque rappresentare un passo decisivo verso la riduzione di questi numeri, permettendo l’accesso all’acqua potabile a chi ne ha più bisogno, senza dipendere da fonti energetiche tradizionali.

L’efficacia del dispositivo è stata testata su acque provenienti dal fiume Marna, dove Filtralife ha eliminato inquinanti come il glifosato, portando l’acqua a livelli di purezza ben al di sotto delle soglie di sicurezza stabilite dalle normative internazionali. In un mondo sempre più colpito da disastri naturali e cambiamenti climatici, questa tecnologia potrebbe rappresentare un’importante risorsa per garantire la sopravvivenza e il benessere delle popolazioni vulnerabili.

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SAI CHE… Ci sarà una mostra imperdibile per scoprire Guercino nelle scuderie del Quirinale?

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Dal 31 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025, le Scuderie del Quirinale di Roma ospitano una straordinaria mostra dedicata a Giovanni Francesco Barbieri, noto come Guercino, uno dei più grandi pittori del Barocco e uno dei protagonisti indiscussi della scuola emiliana. Intitolata “Guercino. L’era Ludovisi a Roma”, l’esposizione si propone di esplorare la relazione tra l’artista e la famiglia Ludovisi, che giocò un ruolo fondamentale nel periodo romano di Guercino, nel contesto del pontificato di Gregorio XV.

Il percorso espositivo, che si snoda tra le Scuderie del Quirinale e il magnifico Casino dell’Aurora di Villa Ludovisi, raccoglie oltre 120 opere del maestro emiliano, alcune delle quali provenienti da collezioni italiane e internazionali. Tra le opere più celebri in mostra, spicca l’affresco “Aurora”, una delle prime opere romane di Guercino, commissionata dai Ludovisi, che incarna perfettamente la fusione tra il naturalismo emiliano e l’idealismo romano.

La mostra è un’occasione unica per scoprire l’intenso legame tra l’arte di Guercino e la cultura del Seicento, con un focus particolare sulla sua interazione con il potere e il contesto culturale di Roma. Tra le altre opere esposte, si trovano il maestoso “Peccato Originale” di Domenichino e la “Crocifissione” destinata alla Basilica di Reggio Emilia, così come una serie di ritratti del papa Ludovisi, dove lo stile intimo e raffinato di Guercino emerge con forza.

L’itinerario espositivo consente ai visitatori di apprezzare la versatilità dell’artista, capace di adattare il proprio stile ai gusti romani pur mantenendo quella “potenza naturale” che lo distingue. Dai ritratti più intimi alle grandi opere religiose, la mostra rappresenta una vera immersione nell’arte barocca, con uno sguardo approfondito sul sincretismo che caratterizza l’opera di Guercino e sul suo dialogo con altri grandi maestri del tempo, come Guido Reni.

Dettagli utili

  • Quando: dal 31 ottobre 2024 al 26 gennaio 2025
  • Dove: Scuderie del Quirinale e Casino dell’Aurora di Villa Ludovisi, Roma
  • Orari: tutti i giorni dalle 10:00 alle 20:00 (ultimo ingresso alle 19:00)
  • Biglietti: prenotazione consigliata, acquistabili su Vivaticket.it
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SAI CHE… Il letargo delle tartarughe, come e quando farlo in casa?

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Le tartarughe, come gli altri rettili, sono animali ectotermi, il che significa che la loro temperatura corporea dipende da quella dell’ambiente circostante. Questo comportamento le porta, durante i mesi più freddi, a entrare in letargo per sopravvivere al freddo e alla scarsità di cibo. Tuttavia, un dubbio comune tra chi tiene tartarughe in casa è se sia possibile far loro fare il letargo in ambienti domestici.

Il letargo delle tartarughe avviene solitamente in ambienti naturali dove le temperature scendono tra i 5 e i 10°C, condizione che non si verifica mai all’interno delle case, dove la temperatura è quasi sempre superiore. Se nelle case si verificano temperature intorno ai 18-20°C, le tartarughe non entreranno mai in letargo, ma possono diventare apatiche a causa di un abbassamento eccessivo della temperatura, un fenomeno che invece conduce a ipotermia e non al vero letargo.

Le condizioni ideali per il letargo delle tartarughe

In natura, le tartarughe si preparano al letargo riducendo gradualmente l’alimentazione e rallentando il metabolismo. Prima di entrare in questa fase, devono svuotare completamente l’intestino, e per questo motivo il letargo non deve essere intrapreso se la tartaruga è malata, sottopeso o appena acquistata.

Per le tartarughe di terra, un letargo in casa è possibile, ma richiede ambienti con temperature stabili tra i 5 e i 10°C. Luoghi come cantine, garage o sottoscala possono essere ideali, ma è fondamentale evitare l’esposizione a gas di scarico o umidità eccessiva. Una volta scelta la zona giusta, si consiglia di preparare una cassa con terriccio umido, foglie morte o trucioli di legno, in modo da favorire l’interramento naturale.

Le difficoltà per il letargo delle tartarughe d’acqua

Per le tartarughe d’acqua, il discorso è più complesso. Queste tartarughe, che in natura si rifugiano in laghetti o fiumi con acque fredde, difficilmente riescono a entrare in letargo in casa, poiché replicare le condizioni ambientali ideali, con una profondità di almeno un metro e temperature sotto i 10°C, è praticamente impossibile. Se mantenute in acquari o terrari, è più importante monitorare attentamente la temperatura dell’acqua, evitando che diventi troppo calda, cosa che potrebbe compromettere il loro benessere.

Conclusioni

Sebbene il letargo domestico sia possibile per le tartarughe di terra, è fondamentale seguire tutte le regole di preparazione e garantire loro un ambiente sicuro e adeguato. Per evitare gravi problemi di salute, è cruciale non confondere lo stato di ipotermia con il vero letargo e, se non si dispone delle condizioni ottimali, è sempre meglio consultare un esperto per gestire al meglio il benessere delle proprie tartarughe.

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