Cronaca
Taranto | Cittadini stranieri irregolari, operazione della Polizia
Negli ultimi giorni, è stata portata avanti un’importante operazione della Polizia di Stato volta a contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa, parte di un’azione coordinata e capillare, ha avuto un impatto significativo anche nella provincia di Taranto, dove le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli per rintracciare cittadini stranieri non in regola con le normative vigenti.
L’operazione, denominata “Oscar 5”, ha coinvolto il personale dell’Ufficio Immigrazione e della Squadra Volante, che ha lavorato con particolare attenzione sull’analisi delle dichiarazioni di ospitalità presentate in Questura. L’azione investigativa si è concentrata anche sui provvedimenti di diniego per la concessione dei permessi di soggiorno e sull’inosservanza dei termini concessi per lasciare il Paese in caso di espulsione.
Nel corso dell’operazione, sono stati controllati 66 cittadini extracomunitari in tutta la provincia di Taranto. Tra i casi più rilevanti, si segnala quello di un uomo di nazionalità albanese, residente a Grottaglie, con un passato criminale, a cui era stato rifiutato il rilascio del permesso di soggiorno. L’uomo è stato accompagnato alla frontiera per essere rimpatriato.
Sono stati inoltre notificati ordini di lasciare il Paese a due giovani di nazionalità marocchina, ai quali era stato negato il rinnovo del permesso di soggiorno. Entrambi dovranno abbandonare l’Italia entro sette giorni. Un altro caso ha riguardato una cittadina ucraina, che ha ricevuto un decreto di espulsione per la scadenza del suo permesso di soggiorno. La donna ha ottemperato alla disposizione, tornando nel proprio Paese con un volo di linea.
Questa operazione dimostra l’impegno costante delle autorità italiane nel monitorare e regolare la presenza di cittadini stranieri, con l’obiettivo di garantire il rispetto delle leggi e preservare la sicurezza del territorio.
Cronaca
Lodi | Sequestro di beni e mezzi agricoli: indagini su fallimento e illeciti finanziari
Le forze della Guardia di Finanza di Lodi, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di sequestro nei confronti di una società operante nel settore agricolo del basso lodigiano, recentemente dichiarata fallita. L’indagine, condotta dai militari della Compagnia di Casalpusterlengo, ha rivelato gravi irregolarità nella gestione dell’impresa, culminando nel sequestro di beni aziendali e fondi illecitamente ottenuti.
Secondo quanto emerso dalle investigazioni, gli amministratori della società fallita avrebbero svuotato progressivamente il patrimonio aziendale, perpetrando atti di gestione fraudolenti. Tra le irregolarità più rilevanti, si segnala la vendita sottocosto di oltre 60 veicoli agricoli, tra cui trattori, mietitrebbie e seminatrici, a una società riconducibile alla sfera familiare di uno dei soci. Un’operazione finalizzata a dirottare gli asset aziendali a favore di soggetti privati.
In aggiunta, l’indagine ha portato alla luce l’illegittima percezione di un finanziamento pubblico agevolato, destinato a progetti di internazionalizzazione per aziende italiane. La società fallita aveva richiesto un contributo per la creazione di una filiale in Albania, ma i fondi sono stati prontamente bloccati dopo l’emergere delle anomalie. Il valore complessivo del finanziamento illecito ammonta a circa 225.000 euro, somma che è stata sequestrata insieme a 130.000 euro in quote sociali, un immobile, un’officina meccanica e il terreno su cui l’impresa operava.
L’intervento della Guardia di Finanza ha messo in luce un ampio schema di mala gestione economica e ha sottolineato l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto a reati finanziari e societari. Questo tipo di attività si inserisce nell’azione continua delle Fiamme Gialle a tutela della concorrenza e della regolarità del mercato, per garantire un ambiente commerciale sano e competitivo.
L’inchiesta è ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità penale dei soggetti coinvolti sarà stabilita solo attraverso una sentenza definitiva.
Cronaca
Lucca | Violazioni del divieto di avvicinamento: un arresto per atti persecutori
Il 23 novembre, il personale del Commissariato di Viareggio ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino tunisino di 31 anni, residente a Viareggio, accusato di aver ripetutamente violato un divieto di avvicinamento alla moglie, imposto dopo una denuncia per maltrattamenti e atti persecutori.
Nel dicembre del 2023, la donna aveva denunciato il marito per abusi fisici e psicologici, portando le autorità a emettere una misura cautelare che includeva il braccialetto elettronico, con l’obbligo di non avvicinarsi alla sua abitazione. Tuttavia, l’uomo ha più volte infranto questo divieto, creando una situazione di continua paura e stress per la vittima.
L’episodio culminante che ha portato all’arresto è avvenuto quando, durante un controllo di routine, è stato accertato che l’uomo aveva rimosso il braccialetto elettronico, dichiarando falsamente di averlo smarrito. Questa violazione ha spinto le autorità a un intervento immediato.
Gli agenti della Squadra Volante, dopo aver rintracciato l’uomo, lo hanno accompagnato presso gli uffici del Commissariato per completare le procedure burocratiche necessarie. Successivamente, l’individuo è stato trasferito nel carcere di Lucca, dove dovrà rispondere delle accuse nei suoi confronti.
Il caso evidenzia la costante attenzione delle forze dell’ordine nel monitorare e intervenire tempestivamente in situazioni di violenza domestica, con particolare riguardo alla protezione delle vittime di atti persecutori e maltrattamenti.
Cronaca
Catania | Sequestro di impianto GPL, operazioni illegali con rifornimenti di bombole per uso domestico
Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catania ha portato al sequestro di un impianto di distribuzione GPL di una stazione di rifornimento ad Acireale, utilizzato per operazioni illecite di riempimento di bombole destinate all’uso domestico. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, hanno rivelato che il distributore, oltre a non rispettare le normative di sicurezza, impiegava un adattatore artigianale per trasformare la colonnina di rifornimento destinata ai veicoli in uno strumento per il riempimento di bombole per uso civile.
L’inchiesta, che ha incluso servizi di sorveglianza e il monitoraggio attraverso telecamere, ha mostrato che queste operazioni erano eseguite quotidianamente e senza alcuna precauzione, con numerosi veicoli in coda e persone nelle vicinanze. La sistematicità di questa attività ha esposto i presenti a gravi rischi per la sicurezza, poiché il rifornimento avveniva senza le dovute misure di controllo e sicurezza.
Secondo le indagini, la distribuzione di GPL per uso domestico deve avvenire esclusivamente in impianti autorizzati, dotati di dispositivi adeguati per il controllo della quantità di gas immesso e per la verifica della tenuta delle bombole. L’impianto sequestrato, invece, risultava privo di tali dispositivi, creando un concreto pericolo di esplosioni o dispersioni di gas. A conferma dei rischi, durante le operazioni di rifornimento, si è verificata la fuoriuscita di carburante in più occasioni.
Oltre al sequestro delle attrezzature illecite, l’indagato è stato denunciato per omissione delle necessarie cautele contro infortuni sul lavoro. L’intervento ha visto anche il coinvolgimento del Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (S.Pre.S.A.L.) dell’ASP di Catania e dei Vigili del Fuoco, che hanno fornito supporto per approfondire gli aspetti relativi alla sicurezza sul lavoro e alla prevenzione incendi.
Questa operazione si inserisce nel quadro dell’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto alla criminalità economico-finanziaria, in particolare nel settore della distribuzione di carburanti, per garantire la sicurezza pubblica, il rispetto delle normative fiscali e il corretto funzionamento degli impianti.
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