Cronaca
Novara | Anziano narcotizzato e rapinato in casa: arrestate due giovani di origine Rumena
La Polizia di Stato di Novara ha arrestato due giovani donne, classe 2000 e 2001, di origine rumena, accusate di rapina pluriaggravata, lesioni personali aggravate e indebito utilizzo di carte di credito. Le due ragazze, già note alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, sono state individuate come le autrici di una rapina ai danni di un uomo ultraottantenne.
L’intervento è scattato dopo che gli agenti della Squadra Volante e della Squadra Mobile sono stati chiamati in un’abitazione di Novara, dove l’anziano è stato trovato privo di sensi su un divano, con la casa a soqquadro. Mancavano oggetti in oro, denaro contante, il bancomat e il telefono cellulare dell’uomo. Sul tavolo sono stati ritrovati tre bicchieri, uno dei quali conteneva un liquido più scuro, che ha destato sospetti immediati.
L’anziano, ricoverato in ospedale, è risultato positivo alle benzodiazepine, sostanza con effetti sedativi che viene spesso usata in farmaci ansiolitici. Rimasto incosciente per 96 ore, alla sua dimissione ha raccontato di essere stato avvicinato da due ragazze nel centro di Novara, che con la scusa di essere affamate e senza soldi, lo avevano convinto ad accompagnarle a casa sua. Lì, dopo aver bevuto una bevanda, l’uomo ha perso conoscenza, risvegliandosi giorni dopo in ospedale.
Le due giovani, dopo aver derubato l’anziano, sono state riprese dalle telecamere di sorveglianza e hanno utilizzato il suo bancomat per effettuare prelievi e acquistare telefoni cellulari di alta gamma. Grazie alle indagini della Squadra Mobile, sono state individuate e riconosciute sia dalla vittima che dal negoziante presso cui avevano utilizzato la carta di credito rubata.
Le ragazze, senza un domicilio fisso e solite spostarsi frequentemente tra Milano e dintorni, sono state rintracciate e arrestate. Una di loro è stata trovata in possesso di un flacone di Xanax e di uno dei telefoni acquistati con la carta dell’anziano.
La Procura della Repubblica di Novara, in considerazione della gravità dei fatti, ha ottenuto l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini proseguono per verificare eventuali altri episodi simili avvenuti nella provincia. Le due giovani sono attualmente detenute presso gli istituti penitenziari di Vercelli e Milano, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Cronaca
Catania | Operazione di controllo del territorio: sanzioni e sequestri e prevenzione della criminalità
Un’ampia operazione di controllo del territorio a Catania ha portato all’individuazione e alla sanzione di numerosi automobilisti indisciplinati e al contrasto di attività illegali diffuse. I controlli, organizzati dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Commissariato “Borgo Ognina”, il Reparto Prevenzione Crimine Sicilia Orientale, la Polizia Stradale e la Polizia Locale, hanno avuto luogo in diverse zone della città e si sono concentrati su vari ambiti, dalla sicurezza stradale alla repressione di attività moleste e illecite.
L’operazione ha avuto il suo punto focale in via Santa Sofia, dove ben 35 automobilisti sono stati multati per aver lasciato le loro auto parcheggiate nelle corsie riservate ai mezzi di soccorso. Un comportamento che ha creato gravi rischi per la tempestività degli interventi di ambulanze dirette al Pronto Soccorso del Policlinico. I trasgressori sono stati multati per il divieto di sosta in un’area cruciale per la sicurezza e l’efficacia delle operazioni di soccorso. Oltre a queste violazioni, sono state elevate altre 30 contravvenzioni per infrazioni al Codice della Strada, tra cui guida senza casco, mancanza di assicurazione e guida senza patente.
Parallelamente, sono stati intensificati i controlli in altre aree della città, come via Vescovo Maurizio, dove gli agenti hanno accertato l’uso del casco protettivo da parte degli studenti di un vicino istituto scolastico. L’attività ha avuto anche una componente preventiva contro la criminalità, con oltre 230 persone e 150 veicoli identificati e controllati.
Le forze di polizia si sono anche concentrate su fenomeni illegali come il lavavetri e i parcheggiatori abusivi, frequenti nella zona del lungomare, nonché sulle attività commerciali non autorizzate. A Picanello, otto esercizi commerciali sono stati sottoposti a verifica, con due di essi multati per occupazione abusiva del suolo pubblico, in particolare una rivendita di prodotti ittici e una di frutta e verdura.
L’operazione ha visto anche il coinvolgimento della polizia congiunta alla società elettrica Enel per il controllo di un chiosco-bar in via Villa Glori, dove il gestore è stato denunciato per furto di energia elettrica. Il contatore dell’impianto era stato manomesso, con il conseguente prelievo illecito di energia, creando un rischio significativo per la sicurezza degli avventori del locale.
In aggiunta, durante i controlli sono stati rinvenuti cinque veicoli rubati, prontamente restituiti ai legittimi proprietari dopo gli accertamenti del caso. L’operazione si è conclusa con l’elevazione di oltre 10.000 euro in sanzioni e ha evidenziato l’importante ruolo delle forze dell’ordine nel garantire la sicurezza pubblica e contrastare comportamenti illeciti in tutta la città.
Con queste azioni, la Polizia di Stato ha confermato il suo impegno nella prevenzione della criminalità e nel mantenimento dell’ordine, operando in modo capillare per proteggere la sicurezza e il benessere della comunità.
Cronaca
Lodi | Sequestro di beni e mezzi agricoli: indagini su fallimento e illeciti finanziari
Le forze della Guardia di Finanza di Lodi, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento di sequestro nei confronti di una società operante nel settore agricolo del basso lodigiano, recentemente dichiarata fallita. L’indagine, condotta dai militari della Compagnia di Casalpusterlengo, ha rivelato gravi irregolarità nella gestione dell’impresa, culminando nel sequestro di beni aziendali e fondi illecitamente ottenuti.
Secondo quanto emerso dalle investigazioni, gli amministratori della società fallita avrebbero svuotato progressivamente il patrimonio aziendale, perpetrando atti di gestione fraudolenti. Tra le irregolarità più rilevanti, si segnala la vendita sottocosto di oltre 60 veicoli agricoli, tra cui trattori, mietitrebbie e seminatrici, a una società riconducibile alla sfera familiare di uno dei soci. Un’operazione finalizzata a dirottare gli asset aziendali a favore di soggetti privati.
In aggiunta, l’indagine ha portato alla luce l’illegittima percezione di un finanziamento pubblico agevolato, destinato a progetti di internazionalizzazione per aziende italiane. La società fallita aveva richiesto un contributo per la creazione di una filiale in Albania, ma i fondi sono stati prontamente bloccati dopo l’emergere delle anomalie. Il valore complessivo del finanziamento illecito ammonta a circa 225.000 euro, somma che è stata sequestrata insieme a 130.000 euro in quote sociali, un immobile, un’officina meccanica e il terreno su cui l’impresa operava.
L’intervento della Guardia di Finanza ha messo in luce un ampio schema di mala gestione economica e ha sottolineato l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto a reati finanziari e societari. Questo tipo di attività si inserisce nell’azione continua delle Fiamme Gialle a tutela della concorrenza e della regolarità del mercato, per garantire un ambiente commerciale sano e competitivo.
L’inchiesta è ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità penale dei soggetti coinvolti sarà stabilita solo attraverso una sentenza definitiva.
Cronaca
Lucca | Violazioni del divieto di avvicinamento: un arresto per atti persecutori
Il 23 novembre, il personale del Commissariato di Viareggio ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino tunisino di 31 anni, residente a Viareggio, accusato di aver ripetutamente violato un divieto di avvicinamento alla moglie, imposto dopo una denuncia per maltrattamenti e atti persecutori.
Nel dicembre del 2023, la donna aveva denunciato il marito per abusi fisici e psicologici, portando le autorità a emettere una misura cautelare che includeva il braccialetto elettronico, con l’obbligo di non avvicinarsi alla sua abitazione. Tuttavia, l’uomo ha più volte infranto questo divieto, creando una situazione di continua paura e stress per la vittima.
L’episodio culminante che ha portato all’arresto è avvenuto quando, durante un controllo di routine, è stato accertato che l’uomo aveva rimosso il braccialetto elettronico, dichiarando falsamente di averlo smarrito. Questa violazione ha spinto le autorità a un intervento immediato.
Gli agenti della Squadra Volante, dopo aver rintracciato l’uomo, lo hanno accompagnato presso gli uffici del Commissariato per completare le procedure burocratiche necessarie. Successivamente, l’individuo è stato trasferito nel carcere di Lucca, dove dovrà rispondere delle accuse nei suoi confronti.
Il caso evidenzia la costante attenzione delle forze dell’ordine nel monitorare e intervenire tempestivamente in situazioni di violenza domestica, con particolare riguardo alla protezione delle vittime di atti persecutori e maltrattamenti.
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