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Cronaca

Torino | Dirigente medico indagato per truffa

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Il 13 settembre, la vicenda ha preso piede quando i Carabinieri del Reparto Operativo di Torino hanno notificato una misura cautelare a Francesco Savino, 63 anni, direttore della struttura semplice del dipartimento di pediatria e scienze pediatriche dell’Ospedale Pediatrico Regina Margherita. L’accusa formulata contro di lui è quella di truffa aggravata ai danni dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, derivante da presunti abusi nell’attestazione della sua presenza in servizio.

Savino è accusato di aver certificato la propria presenza mediante badge, mentre in realtà si allontanava per motivi personali non legati alla professione. Questa condotta, che ha portato all’emissione di un avviso di garanzia e alla misura cautelare dell’obbligo di permanenza nella città di Torino, è particolarmente grave considerato il suo ruolo dirigenziale, che implica una supervisione diretta sul personale.

Le indagini hanno rivelato oltre settanta episodi di presunta irregolarità, tutti attualmente sotto esame da parte dell’Autorità Giudiziaria. In risposta alle accuse, l’Azienda Città della Salute di Torino ha prontamente avviato un procedimento disciplinare e ha sospeso Savino in via cautelativa, in attesa degli sviluppi del procedimento giudiziario.

Il caso sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’integrità all’interno delle strutture sanitarie, e mette in luce le misure adottate per garantire la correttezza e il rispetto delle norme, anche da parte dei dirigenti.

Cronaca

Ostia | Maxi operazione antidroga: smantellata organizzazione internazionale con ramificazioni nel Lazio

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ADN24

Dalle prime ore dell’alba, i Carabinieri del Gruppo di Ostia, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Roma, hanno eseguito una vasta operazione che ha portato all’arresto di 20 persone, 16 in carcere e 4 agli arresti domiciliari, mentre altre 7 sono indagate a piede libero. Gli arrestati sono accusati di far parte di un’organizzazione criminale internazionale, dedita al traffico di cocaina, marijuana e hashish, con ramificazioni in tutta Italia, in particolare nel Lazio.

Le indagini, avviate nel giugno 2021 dopo l’arresto di Claudio Corelli, sono riuscite a ricostruire l’attività illecita di un gruppo specializzato nell’importazione di ingenti quantità di cocaina dall’Olanda. L’organizzazione, operante tra il 2021 e il 2022, avrebbe gestito un traffico di sostanze stupefacenti con un giro d’affari di milioni di euro, distribuendo la droga a largo raggio nella Capitale e in altre regioni italiane.

L’operazione ha preso piede dopo l’arresto di Corelli, trovato in possesso di 220 grammi di cocaina, e si è poi estesa all’indagine sull’omicidio di suo fratello Paolo, assassinato nel febbraio 2022 ad Acilia. Gli investigatori hanno scoperto che il delitto era legato agli stretti legami tra l’organizzazione criminale e il mondo dello spaccio nel sud della Capitale, e che le operazioni di traffico di droga erano gestite attraverso sofisticate tecniche di occultamento.

Le forze dell’ordine hanno utilizzato servizi di sorveglianza e intercettazioni telefoniche per seguire i movimenti dei membri del gruppo, riuscendo così a individuare veicoli usati per trasportare la droga, nascosta in doppi fondi artigianali e vani segreti dei veicoli. Tra gli arrestati figurano anche personaggi di spicco, come Alessandro Capriotti, noto come ‘er miliardero’, già coinvolto in precedenti indagini sulla malavita romana.

Nel corso delle indagini sono stati arrestati in flagranza 9 membri dell’organizzazione e sequestrati oltre 32 kg di cocaina, dal valore di circa 1,5 milioni di euro, e 174.000 euro in contanti. Alcuni dei corrieri arrestati erano di ritorno dall’Olanda e trasportavano ingenti quantitativi di droga, tra cui un carico di 19 panetti di cocaina nascosti in un doppio fondo di un veicolo e un altro di 8 kg occultati nella ruota di scorta di un altro autoveicolo.

L’organizzazione criminale aveva una struttura piramidale ben definita, con un italiano residente nell’area di Ostia alla testa del gruppo, coadiuvato da una rete di corrieri e da persone che si occupavano della custodia, dell’occultamento e della vendita dello stupefacente. Tra gli indagati ci sono anche donne, che ricoprivano ruoli strategici all’interno della rete.

Questa operazione segna un ulteriore duro colpo al traffico di droga nella Capitale, dimostrando l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrastare le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di sostanze stupefacenti a livello nazionale e internazionale. L’indagine è ancora in corso, con gli indagati da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Genova | Operazione antidroga: sgominata rete criminale con ramificazioni internazionali

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Una vasta operazione antidroga è stata condotta dalla Polizia di Stato, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Genova, che ha portato all’arresto di 16 persone ritenute responsabili di numerosi reati, tra cui il traffico internazionale di droga, rapina, ricettazione e violazione delle normative sulle armi. L’operazione, che ha visto coinvolti oltre cento agenti e la collaborazione di diverse Squadre Mobili provenienti da diverse città italiane, ha avuto come fulcro un’indagine iniziata nel dicembre 2022, dopo il sequestro di sei kg di cocaina e una pistola in un parcheggio sotterraneo di un supermercato a Genova.

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di due gruppi criminali distinti, uno radicato nel Piemonte e l’altro principalmente in Liguria, con legami internazionali con narcotrafficanti spagnoli. Il gruppo piemontese è stato responsabile di importazioni di droga, tra cui cocaina, marijuana e hashish, attraverso i valichi di frontiera di Ventimiglia e del Piemonte. Inoltre, l’indagine ha evidenziato un elemento inquietante: il secondo gruppo criminale, originario della Puglia, era composto in parte da individui sottoposti a programmi di protezione, tra cui collaboratori di giustizia e loro familiari.

Un tentativo di rapina, finalizzato a sottrarre un carico di droga, ha portato all’arresto di alcuni membri del gruppo pugliese. Tra questi, spicca la figura di un collaboratore di giustizia, che ha mantenuto ancora legami con ambienti criminali e ha reclutato persone sotto protezione per partecipare all’operazione.

L’attività investigativa ha anche permesso di intercettare diverse importazioni di droga, tra cui una consistente partita di hashish e marijuana, sequestrata dalle autorità francesi, dove il corriere è stato arrestato mentre cercava di attraversare il confine con la Spagna.

Durante l’operazione, sono stati arrestati cinque membri della rete in flagranza di reato e sequestrati 85 kg di marijuana e 87 kg di hashish. La polizia ha anche scoperto il ruolo chiave di alcuni dei membri, tra cui Mirko Salvatore Celi, che coordinava le operazioni di importazione, e Filomena Milena Donofrio, che forniva supporto logistico e finanziario all’associazione.

Il coinvolgimento di ex collaboratori di giustizia e persone sotto programma di protezione aggiunge un ulteriore livello di complessità alla vicenda, evidenziando il rischio che elementi legati a procedimenti di giustizia possano rimanere coinvolti in attività illecite.

Questa operazione rappresenta un successo significativo per la Polizia di Stato, con l’obiettivo di smantellare organizzazioni criminali dedite al narcotraffico, alle rapine e alle violazioni delle leggi sulle armi, e riafferma l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro il crimine organizzato a livello nazionale e internazionale.

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Cronaca

Lamezia Terme (CZ) | Sequestrate tre piantagioni illegali di Cannabis, oltre 200.000 euro di stupefacente sequestrati

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ADN24

Continuano le operazioni della Guardia di Finanza di Lamezia Terme nel contrasto alla coltivazione e al traffico di sostanze stupefacenti. Recentemente, i finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, in collaborazione con la Sezione Aerea, hanno individuato tre piantagioni illegali di cannabis nel territorio lametino. Le coltivazioni, situate in zone isolate e difficilmente accessibili, sono state scoperte grazie a mirate operazioni di ricognizione aerea con elicotteri, che hanno permesso di individuare piante sospette nascoste tra la vegetazione boschiva.

Le tre aree di coltivazione, che ospitavano complessivamente 197 piante di Cannabis indica, erano state dotate di sofisticati impianti di irrigazione e videosorveglianza. Gli autori della coltivazione avevano utilizzato temporizzatori elettronici per gestire l’irrigazione delle piante, oltre a pannelli solari per alimentare i sistemi di videosorveglianza con sensori di movimento, attraverso cui sorvegliavano costantemente le coltivazioni.

In uno dei casi, gli investigatori hanno anche scoperto che l’acqua utilizzata per irrigare le piante proveniva da una condotta pubblica, alla quale gli sconosciuti responsabili si erano allacciati abusivamente, distaccandosi di oltre 400 metri dalla fonte. Due delle coltivazioni rinvenute si trovavano su terreni appartenenti al Demanio, mentre una era situata su una proprietà privata, la cui appartenenza è stata comunque chiarita, e la persona proprietaria è risultata estranea ai fatti.

I responsabili della coltivazione, uno dei quali è stato identificato nel comune di Lamezia Terme, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme. Il valore della sostanza stupefacente sequestrata, se venduta al dettaglio, avrebbe superato i 200.000 euro.

Questa operazione, che si inserisce nell’ambito del dispositivo di controllo del territorio, rappresenta un ulteriore successo per la Guardia di Finanza nella lotta contro il traffico di sostanze stupefacenti, contribuendo al contrasto di un fenomeno che danneggia la sicurezza e la salute pubblica. L’inchiesta è ancora in corso e i procedimenti penali sono attualmente nella fase investigativa.

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