Cronaca
Mondo | Chiusa la piattaforma criminale “Ghost”
Recentemente è stato riportato un significativo successo nella lotta contro il crimine organizzato grazie a un’operazione globale che ha portato alla chiusura di una piattaforma di comunicazione crittografata nota come “Ghost”. Questo strumento, ampiamente utilizzato dalle reti criminali internazionali, ha rappresentato un canale sicuro per attività illecite come traffico di droga, riciclaggio di denaro e altri crimini gravi.
La chiusura di Ghost è il risultato di un’intensa collaborazione tra le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie di diversi paesi. L’operazione ha visto il coinvolgimento di nove nazioni, con un’ampia partecipazione di Europol e una coordinazione internazionale che ha permesso di agire simultaneamente in diverse località del mondo. Questa azione congiunta ha incluso raid coordinati e interventi tecnici che hanno portato all’arresto di 51 sospetti, tra cui membri di organizzazioni mafiose e gruppi di crimine organizzato.
La piattaforma Ghost era particolarmente temuta per le sue avanzate caratteristiche di sicurezza, che garantivano un elevato livello di anonimato agli utenti. I messaggi trasmessi attraverso il servizio erano crittografati e potevano autodistruggersi, rendendo estremamente difficile il loro monitoraggio e la loro intercettazione.
L’indagine ha rivelato che i server di Ghost erano ubicati in Francia e Islanda, mentre i proprietari della piattaforma risiedevano in Australia e le operazioni finanziarie erano gestite negli Stati Uniti. Questa complessa rete globale ha richiesto uno sforzo coordinato per essere smantellata.
In Italia, l’operazione ha coinvolto diverse agenzie e forze di polizia, tra cui la Direzione centrale per i servizi antidroga e la Squadra mobile di Lecce. L’azione ha avuto successo anche nel prevenire minacce alla vita e ha portato al sequestro di armi, droghe e oltre un milione di euro in contante a livello internazionale.
Per facilitare le indagini e il coordinamento, è stata creata una Task Force Operativa presso Europol, con la partecipazione di numerose nazioni. Un Centro Operativo Congiunto è stato istituito per gestire le attività durante l’operazione e garantire il massimo supporto e coordinamento tra i diversi attori coinvolti.
Cronaca
Messina | Arrestato uomo con armi clandestine e cocaina
Nel pomeriggio di lunedì, nell’ambito di mirati servizi di controllo del territorio a Messina, la Polizia di Stato ha arrestato un uomo di 30 anni, residente nel rione Camaro, ritenuto responsabile del reato di detenzione di armi clandestine e munizionamento. Il provvedimento fa parte di una serie di operazioni disposte dal Questore Annino Gargano per prevenire e reprimere i crimini nella città.
L’intervento è scattato a seguito di indagini che avevano alimentato sospetti circa la presenza di armi illegali in alcune abitazioni della zona. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Messina, unitamente alla Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo (SISCO), hanno eseguito delle perquisizioni domiciliari. Una delle abitazioni perquisite, appartenente al trentenne, ha rivelato un nascondiglio nascosto sotto le tegole del tetto, facilmente accessibile tramite un lucernaio basculante.
Al suo interno, i poliziotti hanno rinvenuto un revolver calibro 32, privo di matricola, caricato con cinque cartucce calibro 7.65, e ulteriori munizioni dello stesso calibro. Inoltre, è stata trovata circa 30 grammi di cocaina. L’arma è stata sequestrata e sottoposta ad accertamenti tecnico-balistici da parte della Polizia Scientifica.
L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato e accompagnato in carcere a disposizione della competente Autorità Giudiziaria. Le indagini sono ancora in corso, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Messina.
L’operazione sottolinea l’impegno della Polizia di Stato nella lotta alla criminalità e al traffico di armi e stupefacenti, con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini e prevenire ulteriori rischi per la comunità. Come sempre, l’indagato è da considerarsi innocente fino a eventuale condanna definitiva, secondo i principi del diritto.
Cronaca
Latina | Provvedimenti di divieto di accesso per prevenire atti di violenza durante manifestazioni sportive
Nel contesto delle attività di prevenzione e contrasto alle condotte violente legate agli eventi sportivi, la Polizia di Stato di Latina ha recentemente emesso due provvedimenti di D.A.Spo. (Divieto di Accesso alle Aree Sportive) a carico di soggetti considerati pericolosi per l’ordine pubblico. Questi provvedimenti mirano a prevenire disordini durante le manifestazioni sportive, rafforzando la sicurezza degli eventi e limitando l’accesso a chi potrebbe compromettere l’ordine pubblico.
Il primo provvedimento riguarda un 53enne di Latina, destinatario di un D.A.Spo “fuori contesto”. Questa misura, introdotta dal Decreto Sicurezza bis, permette alle autorità di adottare misure preventive anche nei confronti di persone che, pur non essendo state coinvolte direttamente in episodi violenti in contesti sportivi, hanno precedenti penali gravi che rendono probabile il loro coinvolgimento in futuri atti di violenza. Il 53enne, con un passato da pregiudicato per reati come rissa, violenza privata e traffico di stupefacenti, è stato quindi sottoposto a divieto di accesso agli eventi sportivi per tre anni, come misura preventiva per evitare il rischio che la sua presenza potesse compromettere la sicurezza.
Il secondo provvedimento riguarda un 48enne di Gaeta, vice presidente di una squadra di calcio che milita nelle serie inferiori. L’uomo è stato protagonista di un comportamento provocatorio durante una partita, avvicinandosi intenzionalmente alla zona riservata ai tifosi avversari e incitando alla reazione. La sua condotta ha generato un’immediata reazione dei tifosi, che hanno tentato di scavalcare le recinzioni separanti le due tifoserie. L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha evitato che la situazione degenerasse. La pericolosità dell’uomo, già in passato destinatario di un D.A.Spo, unita alla sua posizione dirigenziale nel club, ha portato l’autorità ad emettere un nuovo provvedimento di divieto di accesso agli stadi per cinque anni, con particolare urgenza per prevenire altri possibili disordini.
Questi provvedimenti riflettono l’impegno della Polizia di Stato di Latina nel garantire la sicurezza durante gli eventi sportivi, intervenendo tempestivamente per prevenire la violenza e proteggere l’incolumità dei tifosi. La linea dura adottata nei confronti di chi manifesta comportamenti pericolosi è volta a mantenere l’ordine e a favorire un ambiente di gioco sano e sicuro per tutti.
Cronaca
Siena | Finanziamenti pubblici: quattro indagati per falsificazione e malversazione
Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siena sta conducendo un’indagine nei confronti di quattro individui accusati di malversazione e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Le indagini, avviate sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, si concentrano su una società che nel 2020 aveva ricevuto un finanziamento statale di 570.000 euro, nell’ambito del Decreto Liquidità (D.L. 23/2020), volto a sostenere le imprese durante la crisi economica legata alla pandemia.
Le verifiche iniziali, condotte dalla Tenenza di Montepulciano, hanno evidenziato irregolarità nei documenti contabili della società, sollevando il sospetto che i prestiti fossero stati ottenuti grazie a documentazione falsificata. Inoltre, le somme ottenute non sarebbero state destinate agli scopi previsti dal decreto, ma a finalità personali o aziendali estranee al sostegno pubblico.
Le banche e le finanziarie che avevano concesso i prestiti hanno, pertanto, attivato la garanzia statale del Fondo Centrale di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese, che mira a facilitare l’accesso al credito da parte delle PMI. Tuttavia, a causa della mancata restituzione dei finanziamenti, l’indagine ha rivelato un possibile abuso del sistema di garanzie statali.
A seguito delle prove raccolte, il Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Siena ha disposto il sequestro preventivo di 435.558 euro, pari all’ammontare del finanziamento che, secondo le indagini, è stato utilizzato in modo fraudolento.
La Guardia di Finanza ha anche eseguito perquisizioni presso varie sedi aziendali e abitazioni private, distribuite in diverse città italiane, tra cui Roma, Milano, Pavia, Torino e Siena. Le perquisizioni sono state autorizzate dal Pubblico Ministero nell’ambito della fase preliminare dell’inchiesta.
L’indagine conferma il continuo impegno delle forze dell’ordine nel monitorare e prevenire gli illeciti legati alla spesa pubblica, con particolare attenzione agli abusi riguardanti i finanziamenti statali e europei. Si ricorda che, in base alla presunzione di innocenza, le persone indagate saranno ritenute responsabili solo a seguito di una sentenza definitiva.
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