Cronaca
Siamanna (OR) | Rinvenuta vasta piantagione di canapa, arresti
I Carabinieri della Compagnia di Oristano hanno effettuato un’importante operazione di controllo in un’azienda agricola situata nel Comune di Siamanna, nell’ambito di una campagna mirata a contrastare le violazioni delle normative europee e i reati di abigeato. Durante l’ispezione, è emersa una vasta piantagione di canapa, inizialmente apparentemente legittima e finalizzata alla coltivazione di canapa sativa, ma che si è rivelata essere una coltura illecita.
La scoperta è avvenuta grazie all’analisi approfondita delle piante da parte dei Carabinieri e al successivo esame da parte del RIS di Cagliari. I risultati hanno rivelato che il contenuto di THC, il principio attivo della cannabis, era notevolmente superiore ai limiti legali, dimostrando che si trattava di una coltivazione destinata alla produzione di sostanze stupefacenti piuttosto che di canapa a fini legali.
I due individui coinvolti, entrambi con precedenti penali, sono stati arrestati e condotti presso il carcere di Oristano. Sono accusati di produzione e traffico di sostanze stupefacenti, reato aggravato dalla grande quantità di piante sequestrate e dalla loro collaborazione nel commettere l’infrazione. Complessivamente, circa 5.000 piante sono state sequestrate durante l’operazione.
L’inchiesta continua e i due arrestati dovranno rispondere delle accuse davanti all’Autorità Giudiziaria di Oristano. Il provvedimento preso è una misura cautelare adottata nell’ambito delle indagini preliminari, e i soggetti coinvolti sono considerati presunti innocenti fino a una sentenza definitiva. Questa operazione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta contro la produzione e il traffico di droghe, contribuendo a garantire la legalità e la sicurezza nella regione.
Cronaca
Risarcimento per ingiusta detenzione: un egiziano ottiene oltre 157mila euro dopo quasi due anni in carcere
Un giovane egiziano di 24 anni ha ottenuto un risarcimento di oltre 157mila euro per “ingiusta detenzione”, dopo essere stato incarcerato per quasi due anni con l’accusa di sequestro di persona e altri reati. L’uomo, che era stato arrestato nel maggio 2021, è stato completamente assolto nel marzo del 2023, dopo che i giudici hanno dichiarato che non aveva commesso i crimini di cui era accusato.
La sentenza è stata emessa dalla quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano, che ha accolto l’istanza di risarcimento presentata dai legali dell’imputato, gli avvocati Marco Romagnoli e Debora Piazza. Il risarcimento riconosciuto dal tribunale, pari a 157.500 euro, si riferisce ai 669 giorni trascorsi in carcere, durante i quali l’uomo era stato accusato di rapina, sequestro di persona, lesioni, tentata estorsione e porto di oggetti atti ad offendere. In primo grado, l’accusa aveva portato a una condanna di sei anni e sei mesi, ma l’assoluzione in appello ha chiarito che l’uomo non era colpevole.
Il caso risale al maggio 2021, quando l’imputato era stato arrestato insieme a dei connazionali, accusato di aver sequestrato e maltrattato un altro connazionale. Tuttavia, l’indagine si è rivelata fallace, e nel marzo del 2023, tutti gli imputati sono stati assolti con formule che riconoscevano l’innocenza, tra cui “fatto non sussiste” e “non aver commesso il fatto”. Nonostante la condanna iniziale, gli imputati sono stati immediatamente scarcerati dopo la sentenza di appello, in quanto la Corte d’Appello ha ritenuto che le prove non fossero sufficienti a giustificare le accuse.
La Corte d’Appello di Milano, nella motivazione della sua sentenza, ha sottolineato che il giovane egiziano non ha subito alcun pregiudizio per il fatto di aver esercitato il diritto di non rispondere durante l’interrogatorio, una decisione che non ha influito sul riconoscimento della sua ingiusta detenzione. Il giovane, quindi, ha ottenuto la “riparazione” per i danni subiti a causa della lunga permanenza in carcere, in attesa di un verdetto che lo ha visto poi completamente scagionato.
Questo risarcimento fa parte di un processo più ampio che coinvolge altri quattro egiziani, anch’essi assolti dopo essere stati detenuti per gli stessi reati. Le richieste di risarcimento per ingiusta detenzione per gli altri accusati sono ancora pendenti, e si prevede che possano seguire sviluppi simili.
Il caso mette in evidenza i gravi effetti di errori giudiziari e la necessità di una rapida revisione dei procedimenti per evitare che cittadini innocenti subiscano danni irreparabili a causa di accuse infondate. Il risarcimento riconosciuto al giovane egiziano, quindi, non solo rappresenta un atto di giustizia per l’uomo direttamente coinvolto, ma anche un monito sui rischi legati agli errori del sistema giudiziario.
Cronaca
Milano: Sequestro di beni per un caso di riciclaggio legato alla ‘ndrangheta
La Guardia di Finanza di Milano ha avviato il sequestro preventivo di beni per oltre 3 milioni di euro, su ordine del Tribunale di Milano, nei confronti di un soggetto accusato di riciclaggio e reati fiscali, con aggravante di agevolazione a un’associazione mafiosa. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (D.D.A.), ha fatto luce su un sodalizio criminale dedito a reati tributari, fallimentari e a illecito impiego di manodopera, con i proventi derivanti da tali attività illecite destinati a un clan di ‘ndrangheta, con cui l’imputato avrebbe legami familiari.
Le operazioni investigative, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (P.E.F.) della Guardia di Finanza di Milano e della Compagnia di Gorgonzola, hanno rivelato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dall’imputato e il suo tenore di vita. Sono emersi, infatti, acquisti di immobili a Milano e provincia e disponibilità finanziarie su conti correnti incompatibili con le sue fonti lecite di reddito. Il valore dei beni sequestrati include proprietà immobiliari e liquidità, per un ammontare totale superiore ai 3 milioni di euro.
Le indagini sono scaturite da attività precedenti che avevano già evidenziato il coinvolgimento dell’individuo in un giro di attività illecite destinate a finanziare la criminalità organizzata. Sebbene il procedimento sia ancora in fase preliminare, e l’esito del sequestro possa considerarsi definitivo solo con una successiva confisca irrevocabile, l’operazione segna un passo importante nella lotta contro la criminalità economica e la sua connessione con la mafia. Al momento, i beni sequestrati sono stati affidati a un amministratore giudiziario per le operazioni di immissione in possesso.
Questa azione è un ulteriore esempio del costante impegno delle forze dell’ordine nel contrastare il riciclaggio di denaro e i legami tra criminalità organizzata e attività economiche illegali, con l’obiettivo di smantellare i meccanismi che alimentano la ‘ndrangheta e altre organizzazioni mafiose.
Cronaca
Napoli, tragico omicidio di un 18enne: interviene Maresca
È morto il giovane di 18 anni, Arcangelo Correra, che questa mattina, intorno alle 5, è stato colpito alla testa da colpi di arma da fuoco nel centro storico di Napoli. Il ragazzo, che si trovava in via dei Tribunali, vicino piazza Sedil Capuano, è stato avvicinato da un uomo che gli ha sparato un colpo alla testa prima di fuggire rapidamente. Trasportato d’urgenza all’ospedale Vecchio Pellegrini in condizioni critiche, Correra non è riuscito a sopravvivere.
La vittima, un ragazzo incensurato, è cugino di Luigi Caiafa, un 17enne morto nel 2020 durante una rapina, ucciso da un poliziotto. La violenza che ha colpito Arcangelo Correra si inserisce in un contesto sempre più preoccupante di episodi di violenza giovanile nella città partenopea.
In seguito all’omicidio, il magistrato antimafia Catello Maresca ha lanciato un appello urgente al Governo, chiedendo interventi concreti per contrastare il fenomeno della violenza tra i giovani. Maresca ha sottolineato che la situazione di Napoli è ormai insostenibile, indicando la necessità di un commissario ad hoc per affrontare il problema. Per Maresca, è fondamentale adottare una strategia che combini il controllo, la repressione e un forte impegno educativo contro la criminalità, con un’attenzione particolare alla formazione antimafia.
L’ennesimo episodio di violenza getta una luce preoccupante sulla crescente criminalità giovanile che continua a segnare la vita di Napoli, sollevando la necessità di un’azione decisa e tempestiva da parte delle istituzioni.
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