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Cronaca

Reggio Calabria | Shock a bordo: Hostess muore per un infarto prima del decollo all’aeroporto di Reggio Calabria

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Tragedia all’aeroporto “Tito Minniti” di Reggio Calabria, dove una hostess di volo di 56 anni, originaria di Sabaudia (Latina), è morta per un infarto improvviso a bordo dell’aereo che l’avrebbe dovuta riportare a Roma. La donna, dipendente di Ita Airways, si era sentita male già durante l’imbarco, nel primo pomeriggio di sabato, ma aveva scelto di proseguire il volo, come riportato da Latina Oggi.

Purtroppo, poco dopo l’ingresso in cabina, il malore è tornato a manifestarsi, questa volta in maniera molto più grave. Nonostante l’immediato intervento dell’equipaggio e l’allarme lanciato alle autorità sanitarie, che ha portato all’arrivo di medici a bordo, i tentativi di rianimazione non sono stati sufficienti a salvare la vita della donna, che è deceduta pochi minuti dopo.

L’intero equipaggio e i passeggeri presenti sull’aereo sono rimasti sconvolti dall’accaduto. Molti di loro hanno assistito impotenti alle manovre di soccorso, vivendo momenti di grande ansia e tensione. Il volo è stato inevitabilmente cancellato, e l’evento ha lasciato un profondo senso di tristezza tra i colleghi della hostess e tutti coloro che erano a bordo.

L’improvvisa scomparsa della donna ha generato un’ondata di dolore anche nella sua città natale, Sabaudia, dove era molto conosciuta e apprezzata. Un episodio che ha scosso profondamente l’ambiente lavorativo e umano della compagnia, nonché la comunità locale.

Cronaca

Itri (LT) | Arestato un cittadino per minacce e porto d’armi

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Il 17 settembre a Itri (LT), i Carabinieri del N.O.R. – Sezione Radiomobile di Formia hanno avviato un’indagine su un uomo di 49 anni originario di Itri, accusato di minacce aggravate e di porto di armi od oggetti atti ad offendere. L’uomo è stato denunciato dopo un episodio avvenuto nel pomeriggio, durante il quale avrebbe minacciato di morte un parente di 55 anni. L’aggressore è stato trovato in possesso di un coltello di 14 cm, che è stato successivamente sequestrato dai militari. L’indagine ha portato alla sua identificazione e alla segnalazione alla magistratura competente.

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Cronaca

Crotone | Respinta nuova istanza, rimane in carcere l’attivista curda Madjidi accusata di essere una scafista

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Maysoon Madjidi, attivista curda arrestata a Crotone il 31 dicembre 2023 con l’accusa di essere complice di un traffico di migranti, continua a rimanere in detenzione. Il Tribunale di Crotone ha respinto nuovamente la richiesta di modifica delle misure cautelari, rifiutando il passaggio dal carcere agli arresti domiciliari, una richiesta avanzata direttamente dall’imputata durante una dichiarazione spontanea. La giovane, che si dichiara innocente, è accusata di aver collaborato con il capitano di un’imbarcazione che ha portato 77 migranti sulle coste calabresi.

Durante l’udienza, durata oltre cinque ore, Madjidi ha difeso la propria posizione davanti al collegio penale presieduto dal giudice Edoardo D’Ambrosio. La donna ha contestato le accuse mosse da due migranti, un iraniano e un iracheno, che sostengono fosse l’aiutante del capitano, Akturk Ufuk, già reo confesso e processato con rito abbreviato. L’imputata ha ribadito di essere una vittima delle circostanze, spiegando di essere stata costretta a imbarcarsi come tutti gli altri passeggeri, senza alcun ruolo nella gestione del viaggio.

Madjidi, arrestata il 1° gennaio e detenuta presso il carcere di Reggio Calabria, ha raccontato di essere stata rinchiusa insieme agli altri migranti in attesa dell’imbarco e di aver continuato a cercare denaro fino a pochi giorni prima della partenza, cercando di pagarsi il viaggio attraverso prestiti. Ha anche sottolineato la sua appartenenza al partito curdo Komala, chiedendo come queste circostanze possano combaciare con l’accusa di essere una scafista.

Nel corso dell’udienza, sono state ascoltate le testimonianze di alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, tra cui il tenente Gaetano Barbera, che ha ricostruito i fatti e difeso la validità delle accuse, basate principalmente sulle testimonianze di due migranti. Tuttavia, l’avvocato difensore di Madjidi, Giancarlo Liberati, ha messo in dubbio la solidità delle prove, domandandosi perché solo due persone siano state ascoltate e come mai lo Stato italiano non sia riuscito a rintracciare i testimoni chiave, che sono stati invece trovati da giornalisti in Inghilterra e Germania.

Nonostante queste perplessità, le accuse nei confronti di Maysoon Madjidi restano al centro del dibattito giudiziario. Il processo proseguirà con ulteriori udienze, mentre l’imputata continuerà a rimanere in carcere, in attesa di una sentenza definitiva che chiarirà la sua reale responsabilità nella vicenda.

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Cronaca

Bari | Evasione fiscale: sequestro beni per 225.000 euro

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Questa mattina, i finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore di circa 225.000 euro, su ordine del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari. L’operazione coinvolge una società e il suo legale rappresentante, e conclude un’intensa attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dalla Tenenza di Putignano.

L’indagine ha avuto inizio a seguito di una verifica fiscale effettuata nei confronti di una società operante nel settore dell’intrattenimento e del divertimento. Durante le investigazioni, è emerso che la società aveva omesso di presentare le dichiarazioni annuali per le imposte sui redditi e l’IVA per diversi periodi, e aveva anche presentato dichiarazioni infedeli, nascondendo una parte significativa dei ricavi ottenuti. L’accertamento ha rivelato una sottrazione al fisco di circa 490.000 euro in ricavi e un’evasione IVA di circa 108.000 euro.

Il sequestro odierno riguarda beni immobili, beni mobili, partecipazioni societarie, prodotti di investimento e rapporti finanziari, e mira a garantire il recupero delle somme sottratte al fisco. Inoltre, il rappresentante legale della società è stato indagato per omessa dichiarazione, dichiarazione infedele e occultamento o distruzione di documenti contabili. La società è stata iscritta nel registro delle società indagate per illecito amministrativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, relativo al reato di occultamento o distruzione di documenti contabili.

Questo intervento sottolinea l’impegno della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza nella lotta contro l’evasione fiscale. L’obiettivo è ridurre il “tax gap” e garantire una competizione equa e leale tra gli operatori economici, contrastando comportamenti che danneggiano l’economia e compromettono la correttezza del mercato.

Si precisa che il procedimento penale è ancora in fase di indagini preliminari e, per il principio di presunzione di innocenza, la colpevolezza dell’indagato sarà accertata solo a seguito di una sentenza definitiva di condanna.

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