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Venezia, Guadagnino “Ricerco l’umanità anche nelle persone più oscure”

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“Sono un signore che va a letto presto e che non ha mai assunto droghe. Adoro l’idea di vedere la vita delle persone e di non giudicarle. E assicurarmi che anche con la persona peggiore ci possiamo identificare. Il protagonista di Queer sprofonda in un’ossessione che non riesce ad afferrare, ma sopravvive separandosi dalla persona che ama. Il mio compito come regista è quello di ricercare l’umanità anche nelle persone più oscure”. Così il regista Luca Guadagnino oggi in conferenza stampa alla Mostra del cinema di Venezia per Queer, il suo ultimo film presentato in Concorso: un adattamento cinematografico del libro omonimo di William S. Borroughs. “Credo che la gioia che ho avuto dopo che ho letto il romanzo di Borroughs sia il punto di partenza del film. Ho letto il libro a 17 anni e già il suo titolo era diverso dagli altri. E poi, l’assenza di giudizio verso il comportamento dei personaggi e il romanticismo dell’avventura da vivere con una persona che amiamo, che sono alcuni dei temi del libro, mi hanno cambiato e trasformato per sempre. Ho sempre voluto portare questo romanzo sul grande schermo e vorrei che il pubblico alla fine si domandasse chi siamo noi quando siamo da soli, e provare a rispondere alla domanda chi si è quando si è da soli. E’ una storia d’amore”. Guadagnino ha aggiunto che “è l’adattamento di un autore che ha creato mondi secondo i propri canoni: esiste l’aggettivo borroughsiano, e noi non volevamo tradire il libro ma fare un film borrourghsiano, capire il suo mondo. Abbiamo riflettuto sul fatto che Borroughs crea mondi attraverso le parole ma noi abbiamo aggiunto un punto di vista visivo e artigianale. Ho pensato ai registi Powell e Pressburger, che hanno creato mondi e immaginato mondi. Mi sono domandato in che modo loro avrebbero pensato all’adattamento di questo romanzo”. A proposito di Daniel Craig, l’attore protagonista del film nei panni di William Lee, Guadagnino ha detto di ammirare “Daniel da moltissimo tempo. Bisogna fare i film non bisogna sognarli. Lui è uno degli attori più grandi e un privilegio lavorare con lui. Se penso a questo film penso alla gioia e non alla sfida. “Il nostro amore crescerà ancora più vasto degli imperi” è una frase di Borroughs che canta Veloso in una canzone che sentiamo alla fine del film. Daniel Craig ha detto che questa doveva essere una storia d’amore più grande degli imperi”. A sua volta, Craig ha manifestato la sua enorme stima nei confronti del regista italiano: “Ho detto di sì al film per il grande uomo che è Luca Guadagnino. Già vent’anni fa ci eravamo detti di lavorare assieme. Queer è uno di quei film che voglio vedere e che voglio fare, e spero che per il pubblico sia estremamente accessibile. Luca ha opinioni forti ma vuole sempre ascoltare le opinioni degli altri. Lavorare con lui è un processo liberatorio”. Per l’immersione nel personaggio, “ho guardato molte interviste di Borroughs, e lui parlava sempre in modo misurato e con profondità. Ho pensato che non poteva essere pienamente lui ma soltanto una parte di lui, un modo di difendersi. Leggendo Queer ho pensato che dovevo cercare chi fosse davvero Borroughs, l’altra persona, quella dietro al personaggio”. (ITALPRESS).

Foto: xp2

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Un milione di spettatori per il film Parthenope di Sorrentino

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ROMA (ITALPRESS) – Un milione di spettatori per Parthenope di Paolo Sorrentino, in quattro settimane di programmazione. Si conferma il film italiano più visto della stagione con oltre 7 milioni al box office. Un pubblico costituito al cinquanta per cento da under 34 che ha dato vita a un vivace dibattito che ha fatto di Parthenope il film più commentato sui social. Il film è distribuito da PiperFilm. Presentato in Concorso al Festival di Cannes, il film racconta la vita di Parthenope dal 1950 a oggi. Un’epopea femminile senza eroismi, guidata dal desiderio di libertà, dall’amore per Napoli e dai sentimenti imprevedibili, a volte dolorosi, che però ti fanno ripartire. La giovinezza spensierata a Capri e la sua inevitabile fine, segnata, come tutte le giovinezze, dalla brevità. Accanto alla protagonista, i napoletani: disillusi e vitali, ironici e dagli sguardi stanchi. La vita scorre, portando con sè tutte le emozioni umane, mentre Napoli, affascinante e crudele, ammalia e ferisce.
Il film è interpretato da (in ordine alfabetico): Dario Aita, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Biagio Izzo, Marlon Joubert, Peppe Lanzetta, Nello Mascia, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo, Stefania Sandrelli e Alfonso Santagata. Girato tra Napoli e Capri, PARTHENOPE è una co-produzione Italia-Francia. Scritto e diretto da Paolo Sorrentino, è un film Fremantle prodotto da The Apartment Pictures, una società del gruppo Fremantle, e Pathè in associazione con Numero 10, in associazione con PiperFilm e Saint Laurent. I produttori sono Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, una società di Fremantle; Anthony Vaccarello per Saint Laurent, Paolo Sorrentino per Numero 10 e Ardavan Safaee per Pathè. Douglas Urbanski è il produttore esecutivo. Il direttore della fotografia è Daria D’Antonio, premiata a Cannes con il CST Artist-Technician, il Costume Artistic Director è Anthony Vaccarello per Saint Laurent, il costumista è Carlo Poggioli, il montatore è Cristiano Travaglioli, lo scenografo è Carmine Guarino, il casting è di Annamaria Sambucco e Massimo Appolloni. Le musiche originali sono di Lele Marchitelli e la canzone originale “E sì arrivata pure tu” è di Valerio Piccolo.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Wanda Maximoff, Doctor Doom e Marvel Zombies: il futuro della Strega Scarlatta nell’universo Marvel

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Dopo il suo inquietante arco narrativo in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, i fan di Wanda Maximoff, la Strega Scarlatta, non hanno potuto fare a meno di speculare sul suo futuro nell’universo Marvel. Il film, che ha portato Wanda su un cammino oscuro, si è concluso con la sua apparente “scomparsa”, ma con il suo potere ancora presente. Sebbene sia sembrata scomparire, la sua presenza è stata confermata dal brano Agatha All Along, che suggeriva che la strega fosse semplicemente “andata via” temporaneamente. La domanda che ha continuato a rimanere nell’aria è se Wanda tornerà, e se sì, in che modo.

Alcuni rumor sostengono che la Strega Scarlatta possa comparire in Avengers: Doomsday, dove si cercherà di redimere la furia omicida di Wanda nel Multiverso. Tuttavia, i Marvel Studios hanno recentemente confermato un altro progetto che vedrà il ritorno di Elizabeth Olsen, l’attrice che interpreta Wanda. La star di WandaVision prenderà parte alla serie Marvel Zombies della Marvel Animation, dove la sua presenza potrebbe essere ancora più significativa, anche se il ruolo esatto della Strega Scarlatta è ancora avvolto nel mistero.

Sebbene non sia chiaro quale sarà il ruolo specifico di Wanda in Marvel Zombies, il suo ritorno in questa serie animata ha suscitato grande interesse. Nell’ultima volta che abbiamo visto la Strega Scarlatta, si trovava in una situazione tutt’altro che ordinaria: era stata trasformata in uno zombie, contenuta e “nutrita” da Visione. La serie, come anticipato dai Marvel Studios, avrà un tono decisamente maturo, essendo classificata TV-MA (Mature Audience), con un’impronta fedele ai fumetti che non ha paura di affrontare temi più oscuri e intensi.

Brad Winderbaum, responsabile della divisione TV, Streaming e Animazione dei Marvel Studios, ha dichiarato: “Stiamo realizzando una serie di Marvel Zombies piuttosto intensa, che sicuramente è una serie TV-MA. E ancora una volta, stiamo cercando di onorare i fumetti, che andavano giù pesante. Questo è l’obiettivo che ci poniamo anche in questo progetto.”

Nel cast di Marvel Zombies, Elizabeth Olsen guiderà un gruppo di personaggi che include nomi familiari come Awkwafina (Katy), David Harbour (Red Guardian), Simu Liu (Shang-Chi), Florence Pugh (Yelena Belova), Hailee Steinfeld (Hawkeye), Dominique Thorne (Ironheart) e Iman Vellani (Ms. Marvel). Quest’ultimo, in particolare, ha parlato con entusiasmo della sua esperienza nel progetto, dichiarando che Kamala Khan sarà il “Frodo” della storia, una posizione centrale nella trama che, a detta della stessa Vellani, è stata entusiasta di esplorare.

Sebbene Marvel Zombies sia un progetto animato, le implicazioni per il futuro della Strega Scarlatta potrebbero essere significative anche nel MCU live-action. I fan sono in attesa di scoprire se Wanda avrà un percorso di redenzione o se il suo lato oscuro continuerà a prendere il sopravvento, soprattutto dopo gli eventi di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. La sua evoluzione potrebbe essere un tema centrale anche nelle prossime fasi degli Avengers, con la sua connessione a personaggi come il Doctor Doom di Robert Downey Jr. che potrebbe aprire nuove e affascinanti possibilità per il futuro dell’universo Marvel.

Con tutte queste novità in arrivo, il futuro di Wanda Maximoff rimane incerto ma emozionante, e i fan sono pronti a seguirla in ogni sua nuova avventura, che si tratti di affrontare mostri nel multiverso o di cercare la propria redenzione.

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Denzel Washington: ammette i film di cui non è fiero e il suo consiglio ai figli sulla recitazione

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Denzel Washington, uno degli attori più rispettati di Hollywood, ha recentemente rivelato di non essere particolarmente orgoglioso di alcune scelte fatte nella sua carriera cinematografica, in particolare negli anni ’90. Nonostante la sua carriera sia segnata da successi straordinari, come Malcolm X e Training Day, Washington ha ammesso che in quel periodo ha accettato ruoli in film che oggi non considererebbe una buona scelta artistica.

In un’intervista con il quotidiano britannico The Times, l’attore ha dichiarato: “Dopo Malcolm X ho fatto dei film di cui non vado fiero. Cercateli, non dirò i loro nomi. Sono tutti degli anni ’90. Stavo guadagnando e non mi lamento. Avevo delle responsabilità”. Nonostante queste scelte discutibili, Washington ha sottolineato che la sua carriera a quel tempo era fortemente influenzata dalla necessità di mantenere la sua famiglia e far fronte agli impegni finanziari.

Tra i film che l’attore considera poco riusciti ci sono titoli come Virtuosity (1995), un thriller fantascientifico con un punteggio basso sia su Metacritic che su Rotten Tomatoes, L’assedio (1998), un dramma sul terrorismo, e Il collezionista di ossa (1999), un mistero poliziesco. Altri titoli come Il rapporto Pelican (1993) e La moglie del predicatore (1996) non hanno ricevuto consensi né dalla critica né dal pubblico.

Nonostante questi passi falsi, Washington ha spiegato come, nella sua carriera, abbia cercato di “imparare” nei primi anni e “guadagnare” negli anni successivi, con un grande agente che ha contribuito alla sua ascesa economica e professionale. Secondo lui, il periodo da “30 a 60 anni” è stato quello in cui ha raggiunto il successo e la stabilità finanziaria. Inoltre, l’attore ha sottolineato di non essere un grande appassionato di cinema, dichiarando che non guarda molti film e che non si è mai rifugiato nel cinema per trovare ispirazione.

Per quanto riguarda la recitazione, Washington ha dato un consiglio prezioso ai suoi figli, l’attore John David Washington e Olivia Washington. “Ho detto loro che devono salire sul palcoscenico perché è lì che si impara a recitare. Non si impara a recitare in TV. Non si impara a recitare al cinema. Si impara a recitare sul palcoscenico”, ha spiegato. Per lui, il teatro è il luogo in cui si affina veramente l’arte della recitazione, mentre il cinema e la televisione sono più strumenti di comunicazione per i registi.

Infine, Washington ha rivelato di non essere solito rivedere i suoi vecchi film. “Li guardo per sapere di cosa sto parlando, ma non ho mai guardato nessun film del mio passato dall’inizio alla fine, nemmeno Malcolm X”, ha dichiarato. Questo approccio sembra essere una riflessione sulla sua carriera, dove la perfezione è un obiettivo sempre in movimento, e ogni film rappresenta anche un’opportunità per migliorare e correggere gli errori.

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