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Cronaca

Castelfidardo (AN) | Sequestro beni per 270mila euro, denunciato imprenditore

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Un imprenditore attivo nel settore dello stoccaggio e smaltimento di rifiuti ferrosi è stato denunciato per gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti speciali. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Ancona e dalla Stazione di Castelfidardo, portando al sequestro di beni per un valore complessivo di circa 270mila euro.

L’intervento dei militari ha interessato un’area aziendale estesa per circa 3.400 metri quadrati, di cui 400 coperti da un capannone industriale. All’interno di quest’area, i carabinieri hanno rinvenuto una grande quantità di rifiuti speciali, sia pericolosi che non, tra cui numerosi materiali provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Questi rifiuti erano gestiti in modo illecito e accumulati senza alcun controllo nelle zone di pertinenza dell’azienda, in violazione delle normative ambientali.

Il legale rappresentante dell’impresa è stato denunciato per i reati di gestione illecita e deposito incontrollato di rifiuti speciali. L’operazione dei carabinieri del Noe, che ha incluso anche il sequestro dell’area aziendale, si inserisce nell’ambito delle attività di controllo e contrasto alle violazioni ambientali, con l’obiettivo di prevenire e reprimere pratiche pericolose per l’ambiente e la salute pubblica.

Il sequestro di beni e dell’area aziendale rappresenta un’ulteriore misura cautelativa per impedire la continuazione dell’attività illecita e per garantire la sicurezza dell’area. Le autorità stanno ora procedendo con le indagini per accertare ulteriori responsabilità e valutare l’entità del danno ambientale causato.

Cronaca

Droga dal Brasile alla Calabria | Nomi e traffici che emergono nei verbali del pentito

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Nel 2018, un incontro cruciale tra due gruppi di narcotrafficanti ha avuto luogo a San Paolo, Brasile. Il “gruppo Nirta”, proveniente dalla Calabria, aveva programmato un incontro con Vincenzo Pasquino, un broker di cocaina di alto profilo che operava nel paese sudamericano. Questo incontro ha segnato l’inizio di una collaborazione strategica tra i calabresi e Pasquino, che all’epoca era in contatto con importanti figure del narcotraffico come Rocco Morabito.

La collaborazione tra il gruppo Nirta e Pasquino ha permesso ai calabresi di avere un accesso privilegiato alle rotte di traffico di cocaina e di gestire ingenti flussi di denaro. Tuttavia, questo accordo è stato interrotto nel maggio 2021, quando Pasquino è stato arrestato dalle autorità. Dopo un anno di detenzione, Pasquino ha deciso di collaborare con la giustizia italiana, offrendo dettagli preziosi sulle operazioni del suo gruppo.

I verbali dei suoi interrogatori, acquisiti nell’ambito del processo “Eureka”, hanno rivelato un complesso sistema di traffico di cocaina dall’America Latina all’Europa. Pasquino ha fornito informazioni su nomi, metodi e rotte utilizzate per il traffico, contribuendo così a svelare una rete internazionale di narcotraffico.

In un’interrogazione del maggio scorso, Pasquino ha spiegato come i contatti tra il suo gruppo e i Nirta siano iniziati nel 2017, quando i Nirta cercavano nuove rotte per il traffico di droga. Nel 2018, Sebastiano Giampaolo, padre di Antonio Giampaolo, è arrivato in Brasile per verificare le condizioni di lavoro con Pasquino. Questo incontro ha portato alla formalizzazione di un accordo tra i due gruppi, confermando la loro cooperazione nel traffico di cocaina.

Il materiale fornito da Pasquino ha portato le autorità a esaminare ulteriormente i legami e le operazioni del narcotraffico internazionale, scoprendo dettagli finora sconosciuti. L’inchiesta continua a svelare la complessità e l’ampiezza delle reti di traffico di droga, mentre il processo “Eureka” prosegue nella sua fase investigativa.

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Cronaca

Brandizzo (TO) | Un anno fa la tragedia dei 5 operai travolti sui binari, l’inchiesta non è chiusa

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Un anno fa, tra il 30 e il 31 agosto, cinque operai sono stati tragicamente uccisi mentre lavoravano sui binari a Brandizzo, in provincia di Torino, quando un treno diretto al deposito li ha travolti a una velocità di 160 chilometri all’ora. Questo incidente, che ha sconvolto la comunità e il settore del lavoro ferroviario, continua a essere al centro di un’inchiesta condotta dalla Procura di Ivrea.

Gli indagati comprendono i due sopravvissuti tra i lavoratori coinvolti, Antonio Massa e Andrea Gibin Girardin, insieme ai dirigenti dell’azienda di manutenzione Sigifer: Franco Sirianni, Cristian Geraci, Simona Sirianni e Daniele Sirianni. Anche due dirigenti di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), Gaetano Pitisci e Andrea Bregolato, e la stessa Rfi sono sotto inchiesta.

Le vittime, Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo, sono state investite senza possibilità di scampo. Kevin Laganà, il più giovane tra loro con soli 22 anni, è stato particolarmente ricordato per la sua giovane età e la tragedia che ha colpito la sua famiglia e gli amici.

Per commemorare il primo anniversario della tragedia, sono state organizzate diverse iniziative. Il 30 agosto si svolgerà una cerimonia ufficiale promossa dal Comune di Brandizzo, che inizierà alle 9.30 con una commemorazione alla lapide presso la piazza della stazione. Seguirà un convegno con la partecipazione della deputata Chiara Gribaudo e dei sindacati di categoria. Durante la giornata verrà anche inaugurata la mostra fotografica “Morire sui binari”, che sarà visibile al pubblico dal 2 al 13 settembre presso l’atrio del Palazzo comunale.

La sera del 30 agosto, dopo una messa nella chiesa di San Giacomo Apostolo, è prevista una fiaccolata che si dirigerà verso la stazione. Il giorno successivo, il 31 agosto, la stazione di Brandizzo ospiterà una manifestazione organizzata da diverse sigle sindacali e associazioni di lavoratori, con lo slogan “in memoria di 5 compagni di lavoro e colleghi uccisi da un sistema di appalti che disprezza la vita umana.”

In aggiunta, la Settimana del Lavoro Sicuro, promossa dall’associazione Sicurezza e Lavoro in collaborazione con il Comune di Brandizzo e i sindacati, mira a sensibilizzare sull’importanza della sicurezza sul lavoro. Il 8 settembre, infine, gli amici e la famiglia di Kevin Laganà organizzeranno una giornata di sport e incontri al circolo “Ferrante” di Vercelli, con un torneo per bambini calciatori. Ogni partecipante indosserà una maglia commemorativa con l’immagine di Kevin e la scritta “Kevin vive in ognuno di noi”.

Il padre di Kevin, Massimo Laganà, continua a visitare quotidianamente la tomba del figlio e afferma: “Non ci arrenderemo mai per avere giustizia.” Questo anniversario rappresenta un momento di riflessione e un appello alla sicurezza e al rispetto della vita nei luoghi di lavoro.

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Cronaca

Gavoi (NU) | Svitati i bulloni di una pala eolica, operaio avvisa i carabinieri

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Una pala eolica situata vicino alla strada provinciale 30, che collega Mamoiada a Gavoi nel Nuorese, è stata oggetto di vandalismo. I bulloni che fissano la base della turbina al piedistallo sono stati svitati, creando un grave rischio di caduta della pala sulla sede stradale o sui terreni circostanti. Il danno è stato scoperto lunedì mattina da un tecnico della Emmeimpianti di Samassi, l’azienda responsabile della manutenzione delle turbine, che ha immediatamente denunciato l’accaduto ai carabinieri di Mamoiada e informato i dirigenti dell’azienda.

Questo episodio si inserisce in un contesto di crescente tensione riguardo ai progetti di energia rinnovabile in Sardegna. Recentemente, il dibattito si è intensificato in merito alla legge regionale che blocca i nuovi progetti eolici approvati ma non ancora avviati, legge che è stata impugnata dal governo nazionale.

Edoardo Melis, titolare della Emmeimpianti, ha espresso il suo sconforto su Facebook. Ha denunciato come l’atto vandalico rappresenti un serio rischio per la sicurezza, sottolineando che la pala eolica poteva facilmente cadere a causa del vento forte, mettendo a repentaglio la vita degli operatori e dei passanti. Melis ha dichiarato che, sebbene le critiche e le opposizioni ai progetti di energia rinnovabile siano legittime, mettere in pericolo la vita umana è inaccettabile e richiede una risposta decisa.

Le indagini sono ora in corso per identificare i responsabili di questo atto di vandalismo e per garantire che tali incidenti non si ripetano, mentre la sicurezza dei lavoratori e degli utenti della strada rimane una priorità fondamentale.

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