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PROVA DI DURATA HONDA CBR650R, PUNTATA 2: I SEGRETI DELLA E-CLUTCH
La CBR650R, insieme alla sorella senza carene CB650R, è la prima due ruote di casa Honda a montare la frizione automatica. In questi due mesi l’ho messa alla prova in tutte le condizioni e, insieme agli smanettoni che compongono la redazione, ormai mi sono fatto un’idea chiara su quali siano pregi e difetti. In un momento storico in cui ogni casa sta proponendo la sua alternativa alle trasmissioni tradizionali, la E-clutch è la soluzione che si discosta meno dal classico sistema composto da cambio e frizione manuali.
NON CONFONDETELA CON IL DCT
La prima cosa da dire è che non bisogna confondere la nuova E-clutch con il già noto DCT di Honda. Il DCT prevede un’attuazione automatica del cambio, molto simile alla soluzione a doppia frizione che è tanto nota sulle auto, a cui si affianca la possibilità di cambiare e scalare manualmente tramite dei pulsanti a manubrio.
La nuova E-clutch non prevede un cambio robotizzato, ma una gestione elettronica e automatizzata della frizione in tutte condizioni. All’atto pratico la cosa si può tradurre poche semplici parole: potete scordarvi la leva della frizione, anche se rimane lì al suo posto, come sempre. Dagli ‘stop and go’ tra i semafori della città fino alle partenze in salita, l’unica cosa da fare è innestare il rapporto con il piede e girare la manopola del gas. La stessa cosa vale per cambiate e scalate. Al pari di un tradizionale Quick-shifter con blipper, la E-clutch consente di salire o scendere di rapporto senza azionare manualmente la frizione.
PROVA DI DURATA HONDA CBR650R E-CLUTCH: LA TECNICA DELLA FRIZIONE AUTOMATICA
L’aspetto tecnico prevede un discorso più complesso e articolato dello sbrigativo ‘scordatevi la leva frizione’. Fisicamente parliamo di quella appendice che trova posto sul carter frizione, sulla destra della CBR650R. Lì, in quella protuberanza che aggiunge 2kg alla massa della sportiva di Honda, si concentra tutto il cervellone che si occupa di gestire la frizione al posto del pilota.
Due servomotori elettrici, governati da una centralina, si sostituiscono come una mano robotica alle dita del pilota. Per riuscire in questo compito la E-clutch si avvale di un algoritmo in grado di gestire diversi parametri della moto tra cui: giri motore, velocità della moto, pressione sulla leva del cambio e percentuale di apertura del gas. Quando arriva il momento di entrare in azione la centralina interviene fisicamente sul cavo della frizione e, contemporaneamente, su apertura dei corpi farfallati e anticipo dell’accensione.
I BENEFICI NELLA GUIDA IN CITTÀ
Il risultato, punto di forza della E-clutch, è un passaggio di marcia tanto morbido da essere ai vertici della categoria; e non solo. La fluidità in cambiata diventa ancor più apprezzabile quando state sgattaiolando nel traffico. Specialmente se lo state facendo con la CBR che, per carattere, non è un’amante né dei viali congestionati di una metropoli come Milano né degli slalom fra le auto in stile scooter.
Il massimo, poi, si ottiene nella gestione delle partenze e delle fermate al semaforo. La fatica di dosare la frizione, che per i piloti alle prime armi può diventare uno stress, scompare completamente. Se poi capita di fermarsi in seconda, la E-clutch è in grado di gestire magistralmente la ‘sfrizionata’ per consentire la partenza da fermo anche con il rapporto sbagliato. Potete partire dal rosso addirittura in terza, senza sforzo e vibrazioni.
QUESTIONE DI POLSO
Fin qui tutto bene, ma la E-clutch non è solo rose e fiori. Nelle manovre a bassa velocità, quando sarebbe utile giocare manualmente con la frizione per rendere il movimento più fluido, il cervellone non può venirvi in aiuto. La soluzione è semplice, bisogna addestrare il polso destro ad azionare il gas con una gran dose di delicatezza. Poiché la E-clutch non è in grado di prevenire, ma solo di reagire agli imput del pilota, per eliminare gli scatti in stile ‘on-off’ è necessario governare con precisione chirurgica la mano dell’acceleratore. Si tratta di un’abitudine che si acquisisce dopo qualche centinaia di chilometri, nulla di impossibile. Una volta assimilato il concetto la E-clutch è tutta da godere.
PROVA DI DURATA HONDA CBR650R E-CLUTCH: GUIDA ALL’ATTACCO
Lasciata la città in favore delle sinuose strade di montagna ci si scorda facilmente della frizione automatica. Nella guida sportiva la E-clutch si comporta come un cambio elettronico normale. Gli innesti sono abbastanza precisi e si continua a percepire, e apprezzare, la fluidità che caratterizza il sistema anche nel traffico. L’aggravio di peso (ripetiamolo: 2kg) è minimo, e infatti non rappresenta un problema. Così come non è un problema l’ingombro del carter della E-clutch, che non modifica l’ergonomia della moto e non rappresenta un impedimento nella guida su strada.
Per quanto riguarda il comportamento tra i cordoli dovrete aspettare ancora un po’… quello che posso dirvi sin da ora è che le gomme Dunlop di primo equipaggiamento non brillano per prestazioni. In molte situazioni il grip è modesto e si fatica a dare fiducia all’anteriore, ma sono sicuro che con pneumatici più performanti la belvetta di Honda saprà dire la sua. Approfondiremo la cosa più avanti.
IMPENNARE SÌ, MA SENZA E-CLUTCH
Vi starete chiedendo: con tutta questa precisione e fluidità che fine fanno le impennate? È vero, la E-clutch non è un arnese da monoruota, ma ho una buona notizia… si può disinserire. Ci sono due modi per riprendere il controllo della frizione sulla CBR650R. Il primo è rapidissimo: tirando la leva della frizione si esclude il sistema automatico, riportando sotto il controllo della mano sinistra il pacco frizione. Attenzione però, perché si tratta di una soluzione temporanea, dopo pochi secondi dal rilascio della leva la E-clutch riprende servizio.
La soluzione permanente si può trovare smanettando sul quadro strumenti. In uno dei sottomenù delle impostazioni Honda ha ricavato un posto per il comando dedicato a escludere completamente la frizione automatica. Una volta esclusa la E-clutch compare sul cruscotto una spia luminosa, è il segnale che la frizione è in modalità manuale.
Il traction control non è un problema, per mandarlo in ferie basta usare il tasto specifico posizionato sul blocchetto di sinistra. Fatte queste operazione la CBR650R non si trasforma comunque in un cavallo imbizzarrito, ma toccando le corde giuste in prima marcia si può dare sfogo a qualche voglia da teppista.
Perciò fino a questo momento la E-clutch, seppur non perfetta, si è rivelata una buona soluzione. Nonostante qualche collega motociclista, che notando l’inattività della mia mano sinistra al semaforo mi guarda con scetticismo, i presupposti perché la E-clutch trovi il suo posto nel panorama delle medie adatte alla patente A2 ci sono.
Fonte:www.superbikeitalia.it
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Ds Auotomobiles, prime immagini nuovo modello prodotto a Melfi
DS Automobiles ha svelato le prime immagine del nuovo modello che sarà prodotto dal marchio premium di Stellantis nello stabilimento di Melfi, in Italia, e commercializzato nel 2025. Oltre 50 esemplari di pre-produzione stanno infatti avviando una nuova fase di messa a punto con una livrea speciale: giocando sul contrasto del nero profondo scandito da linee aerodinamiche color oro, questa mimetizzazione unica, che adotta i colori della DS E-Tense FE25 iscritta al Campionato mondiale ABB Fia Formula E, rivela la silhouette di base del futuro modello. Stile carismatico, linee aerodinamiche, tecnologia all’avanguardia e comfort di livello superiore: questi sono i punti fermi che hanno portato alla creazione della nuova vettura realizzata a Melfi. Con il suo nuovo modello, il marchio ha creato una tipologia stilistica inedita, pur mantenendo intatte le caratteristiche fondamentali che hanno forgiato il successo dei SUV Coupè.
Il design esterno della riprende il dinamismo dei SUV più eleganti, pur adattandosi alle esigenze di una motorizzazione 100% elettrica. DS Automobiles ha progettato infatti un modello molto efficiente, in grado di offrire un’autonomia record di 750 km nel ciclo WLTP. Per ottimizzare al massimo l’aerodinamica (che vanta un eccezionale Cx di 0,24), ogni elemento della carrozzeria è stato testato nella galleria del vento. In particolare, sono state installate prese d’aria attive nella parte inferiore del paraurti anteriore per favorire il raffreddamento. Il frontale assume un’identità molto tecnologica. La firma luminosa cara a DS Automobiles è evidenziata dalle luci diurne verticali, che incorniciano i proiettori DS Pixelvision. La presentazione ufficiale della nuova vettura di DS Automobiles è prevista entro la fine dell’anno.
-Foto: ufficio stampa Stellantis-
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Lamborghini Lanzador: la prima elettrica del Toro
L’industria automobilistica sta vivendo una trasformazione significativa, e tra le case più iconiche al mondo, Ferrari e Lamborghini si stanno preparando ad abbracciare l’elettrificazione. Mentre Ferrari presenterà la sua prima auto elettrica alla fine del 2025, Lamborghini si prepara a lanciare la sua prima vettura completamente elettrica qualche anno dopo, con la Lanzador.
Presentata come concept ad agosto 2023, la Lanzador sarà la prima Lamborghini completamente elettrica. Tuttavia, il debutto ufficiale della vettura non avverrà prima del 2027-2028, quando entrerà in produzione. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare da un marchio come Lamborghini, la Lanzador non sarà una supercar, ma una GT 2+2 alta da terra, pensata per offrire un’esperienza di guida unica pur mantenendo l’aspetto pratico di un veicolo a quattro posti.
Stephan Winkelman, CEO di Lamborghini, ha spiegato le ragioni dietro la scelta del segmento GT, sottolineando che la sfida più grande nell’elettrificazione di una Lamborghini è riuscire a mantenere intatta l’emotività e il piacere di guida tipici delle auto sportive, aspetti che sono particolarmente importanti per il marchio. Winkelman ha aggiunto che la sfida non riguarda solo le performance, ma anche il sound, un aspetto che sarà impossibile replicare in un’auto elettrica. Nonostante alcuni produttori stiano ricorrendo a suoni sintetici per emulare il ruggito dei motori a combustione, Lamborghini non seguirà questa strada, preferendo concentrarsi su altre innovazioni tecnologiche, in particolare sul software, per rendere l’esperienza di guida il più emozionante possibile.
L’adozione di motori completamente elettrici presenta diverse sfide, ma Lamborghini sta cercando di bilanciare l’innovazione tecnologica con la tradizione del marchio. Winkelman ha riconosciuto che l’introduzione di modelli ibridi, come la Sián e la Countach LPI 800-4, ha dato buoni risultati, riuscendo a unire prestazioni straordinarie e riduzione delle emissioni di CO2. Tuttavia, il passaggio a un’auto completamente elettrica è ancora un passo complesso. La Lanzador sarà il primo tentativo di Lamborghini di affrontare questa transizione, e la casa automobilistica è determinata a farlo nel miglior modo possibile, considerandola una sfida fondamentale per il futuro del marchio.
Le tempistiche per il lancio della Lanzador non sono ancora definitive. Winkelman ha chiarito che la produzione dipenderà da vari fattori, inclusi i cambiamenti legislativi e l’adozione dei veicoli elettrici da parte del pubblico. La casa automobilistica dovrà valutare se e come le normative in materia di emissioni si evolveranno nei prossimi anni, così come l’accettazione dei veicoli elettrici (BEV) da parte dei consumatori e della società in generale. Nonostante questi fattori incerti, Lamborghini ha una strategia chiara: la Lanzador rappresenta la quarta generazione di modelli, e con essa il marchio intende fare il grande passo verso l’elettrificazione completa.
In sintesi, mentre Ferrari si prepara a lanciare la sua prima auto elettrica a fine 2025, Lamborghini si concentrerà sull’introduzione della Lanzador come la prima vettura elettrica del marchio, ma solo a partire dal 2027-2028. Entrambe le case stanno affrontando con cautela la transizione verso i motori elettrici, cercando di bilanciare prestazioni, innovazione tecnologica e l’emotività che hanno sempre caratterizzato le loro supercar.
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Nuovo codice della strada: sanzioni più severe e misure per la sicurezza stradale
Il nuovo Codice della Strada è stato recentemente approvato dal Senato, entrando ufficialmente in vigore come legge dello Stato, con l’intenzione di rendere le strade più sicure e le regole di guida più severe. La riforma, promossa da Matteo Salvini, prevede importanti cambiamenti che influenzeranno la vita di chi guida, con un’entrata in vigore prevista prima dell’estate 2025. Tra le principali novità spiccano misure più rigide per chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe, sanzioni più severe per l’abbandono di animali e restrizioni per i neopatentati.
Una delle modifiche più rilevanti riguarda le sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza. Se il tasso alcolemico è tra 0,5 e 0,8 grammi per litro, si prevede una multa che va dai 573 ai 2.170 euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso alcolemico supera lo 0,8 e arriva fino a 1,5 grammi per litro, oltre alla multa (che va da 800 a 3.200 euro), l’automobilista rischia l’arresto fino a 6 mesi e la sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Inoltre, sulla patente verrà apposto un codice che impone la “tolleranza zero” per l’alcol alla guida, il che significa che l’automobilista non potrà bere nemmeno una goccia di alcol.
Nel caso in cui il tasso alcolemico superi 1,5 grammi per litro, la sanzione è ancora più severa: arresto da 6 mesi a un anno, multa da 1.500 a 6.000 euro e sospensione della patente fino a due anni. In questo caso, il guidatore dovrà utilizzare un alcolock, un dispositivo che impedisce l’avvio del veicolo se viene rilevato alcol nel respiro.
Le nuove norme riguardano anche chi guida sotto l’effetto di droghe. Il requisito dello “stato di alterazione” per la guida sotto l’influenza di stupefacenti è stato eliminato, e basta essere positivi a un test per essere puniti. Se un conducente è sospettato di essere sotto l’effetto di droghe, gli agenti potranno effettuare un prelievo di saliva direttamente sul posto. Se non è possibile fare il test sul luogo, il conducente sarà accompagnato in una struttura sanitaria per un prelievo di campioni biologici. In caso di esito positivo, la patente verrà revocata per un massimo di tre anni.
Il nuovo Codice della Strada introduce pene più severe per chi abbandona animali in strada. Se si utilizza un veicolo per l’abbandono di un animale, si rischia la sospensione della patente da sei mesi a un anno. Se l’abbandono di animali mette in pericolo la sicurezza degli altri utenti della strada, le sanzioni saranno simili a quelle previste per i reati di omicidio stradale o lesioni gravi.
Per i neopatentati, ci sono nuove restrizioni in merito ai veicoli che possono essere guidati. Per i primi tre anni dalla consegna della patente B, non sarà possibile guidare veicoli con una potenza superiore a 75 kW per tonnellata (circa 100 CV) o con una potenza superiore a 105 chilowatt per tonnellata, anche se elettrici o ibridi. Questo significa che i neopatentati, pur potendo guidare veicoli più potenti nel primo anno, dovranno rispettare limitazioni più severe nei successivi due anni.
La riforma del Codice della Strada, che entrerà in vigore tra poco più di un anno, segna un passo importante verso una maggiore sicurezza sulle strade italiane. Le nuove normative puntano a dissuadere comportamenti pericolosi, come la guida sotto l’effetto di alcol e droghe, e ad adottare misure più severe per chi mette in pericolo la sicurezza pubblica, come l’abbandono di animali. Le sanzioni elevate e le nuove restrizioni per i neopatentati mirano a prevenire incidenti e promuovere una guida più responsabile, rendendo le strade italiane più sicure per tutti.
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