Cronaca
Chieti | Arrestato un Uomo di 58 Anni Latitante dal 2020
La Polizia di Stato di Chieti ha arrestato un uomo di 58 anni, cittadino italiano, destinatario di un Ordine di Carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Perugia. L’uomo dovrà scontare una pena residua di 9 anni, 5 mesi e 9 giorni di reclusione per una serie di reati, tra cui falso materiale, guida senza patente, ricettazione e riciclaggio.
L’arresto è avvenuto nella serata di ieri a seguito di un’attività info-investigativa svolta dalla Squadra Mobile. Gli agenti hanno scoperto che il 58enne, irreperibile sul territorio nazionale dal 2020 quando si era sottratto a un precedente Ordine di Carcerazione, aveva trascorso gli ultimi anni in Romania. Recentemente, però, l’uomo era ritornato a Chieti.
Grazie a successive indagini e ricerche incessanti, gli investigatori sono riusciti a rintracciarlo mentre si trovava all’interno di una rivendita di autovetture. Alla vista degli agenti, il latitante ha tentato di fuggire per evitare l’arresto, ma è stato rapidamente bloccato dagli operatori della Polizia.
Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Chieti, dove dovrà scontare la sua pena. Le autorità continuano a monitorare casi simili per garantire l’esecuzione delle sentenze definitive e la sicurezza pubblica.
Cronaca
Botricello (CZ) | Truffa ai danni di un’anziana: due giovani arrestati per truffa aggravata
Due giovani di 19 anni, originari della provincia di Napoli, sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, con l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, per il reato di truffa ai danni di una persona anziana. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica, in seguito a una serie di approfondimenti investigativi.
Il fatto criminoso si è verificato lo scorso mese di luglio, quando i due giovani hanno contattato telefonicamente un’anziana signora di Botricello, utilizzando sia l’utenza fissa che quella mobile. I truffatori si sono presentati inizialmente come carabinieri e successivamente come avvocati, simulando una situazione di emergenza: hanno raccontato alla vittima che sua figlia, residente fuori regione, era stata coinvolta in un incidente stradale con feriti gravi e che per evitare l’arresto, la madre doveva urgentemente pagare una somma di 4.200 euro, in contanti o in preziosi.
Non avendo la pensionata la disponibilità dell’intera cifra richiesta, la signora ha ceduto 100 euro in contante e 131 grammi di oro, che includevano anche le sue fedi nuziali, consegnandoli a uno dei complici che si è recato direttamente a casa sua per ritirare il materiale.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Stazione di Botricello, hanno coinvolto diversi strumenti investigativi, tra cui l’analisi delle immagini di videosorveglianza, l’acquisizione delle dichiarazioni della vittima e il tracciamento delle celle telefoniche utilizzate dai presunti autori. Gli accertamenti hanno portato all’individuazione dei due giovani coinvolti nel crimine, accusati di aver messo in atto una truffa con grave danno per la persona anziana.
I due 19enni sono ora agli arresti domiciliari, in attesa di sviluppi nel procedimento, che è ancora nelle fasi preliminari delle indagini. Gli investigatori stanno continuando ad analizzare i dettagli del caso, per determinare eventuali complici e ricostruire l’intera rete criminale coinvolta in truffe simili. La comunità locale, scossa da quanto accaduto, ha potuto constatare l’importanza dei controlli e delle indagini per proteggere le persone più vulnerabili da simili raggiri.
Cronaca
Reggio Emilia | Furti seriali a San Polo d’Enza: recuperata refurtiva per oltre 120.000 euro
Un’indagine approfondita condotta dai Carabinieri di San Polo d’Enza, con il supporto del Nucleo Operativo di Castelnovo Monti e della Sezione Operativa di Reggio Emilia, ha portato all’individuazione di un presunto responsabile di una serie di furti seriali ai danni di sei aziende del territorio. I raid, avvenuti in diverse notti tra settembre e novembre 2024, hanno causato danni significativi, con il furto di attrezzature edili, batterie e inverter elettrici di alto valore.
Il presunto ladro, un 33enne moldavo residente nella provincia di Reggio Emilia, avrebbe agito da solo, compiendo incursioni mirate nei siti aziendali di San Polo d’Enza. Le prime indagini sono scattate il 12 settembre, quando furono danneggiati i finestrini di cinque furgoni parcheggiati in un’azienda senza che nulla fosse rubato. Successivi furti, culminati il 16 novembre, hanno visto la sottrazione di costose attrezzature e materiali per un valore complessivo superiore ai 100.000 euro.
Attraverso l’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza e l’incrocio dei dati ottenuti dai varchi OCR comunali, i Carabinieri sono riusciti a risalire al veicolo utilizzato dall’indagato. L’attenzione degli inquirenti si è quindi concentrata su un capannone preso in affitto a Reggio Emilia, che è stato monitorato e infine perquisito.
All’interno del locale, i militari hanno rinvenuto e sequestrato refurtiva per oltre 120.000 euro, parte della quale è già stata ricondotta ai furti compiuti a San Polo d’Enza. Il materiale recuperato comprende attrezzature edili, inverter e batterie di accumulo di grande valore.
Il 33enne è stato denunciato per furto aggravato e continuato. Le indagini, ancora in fase preliminare, mirano a individuare eventuali complici e a determinare se altri furti nella zona siano riconducibili al medesimo soggetto. Sono inoltre in corso le operazioni di restituzione della refurtiva ai legittimi proprietari.
Questo caso rappresenta un esempio dell’efficacia del lavoro sinergico delle forze dell’ordine, che hanno saputo sfruttare tecnologia e analisi investigativa per smantellare un’attività illecita altamente dannosa per le aziende locali.
Cronaca
Ragusa | Controlli nei pubblici esercizi: sospensioni e chiusure
Nell’ambito di una serie di verifiche condotte nei giorni scorsi nei pubblici esercizi della provincia di Ragusa, sono emerse numerose irregolarità che hanno portato all’adozione di provvedimenti sanzionatori significativi da parte delle autorità. I controlli, finalizzati a garantire il rispetto delle norme del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS), hanno coinvolto diversi comuni del territorio.
A Modica, una sala giochi è stata chiusa per sette giorni su disposizione del Questore della provincia di Ragusa. Durante un’ispezione congiunta condotta dagli agenti del Commissariato di Polizia e dai militari della Guardia di Finanza, è stato accertato che il locale operava in assenza del titolare o di rappresentanti autorizzati, nonostante la presenza di avventori intenti a utilizzare i dispositivi da gioco. Questo comportamento, in violazione delle normative vigenti, ha portato alla sospensione della licenza e alla chiusura temporanea dell’esercizio.
Provvedimenti analoghi hanno riguardato un punto vendita di scommesse sportive a Ragusa e un’agenzia di raccolta scommesse a Vittoria. In entrambi i casi, le verifiche della Guardia di Finanza hanno evidenziato la presenza nei locali di minorenni, in violazione delle leggi che regolano l’accesso a questi ambienti. Come conseguenza, i titolari delle due attività hanno ricevuto la sospensione della licenza di pubblica sicurezza e l’obbligo di chiusura per sette giorni.
I provvedimenti riflettono l’attenzione delle forze dell’ordine verso il rispetto delle normative, in particolare nei contesti che potrebbero avere un impatto sui minori o favorire condotte irregolari. Le attività di prevenzione e controllo proseguiranno in tutta la provincia, per garantire il rispetto delle regole e tutelare le fasce più vulnerabili della popolazione.
Queste misure evidenziano l’importanza di mantenere alti gli standard di sicurezza e legalità nei luoghi pubblici, con un’azione coordinata tra le forze di polizia e altre autorità competenti.
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