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Genova | Giovanni Toti sta pensando a dimettersi da presidente della Regione Liguria
Per quanto riguarda le eventuali dimissioni Giovanni Toti di cui si è parlato dal giorno del suo arresto ha chiarire la situazione è il suo legale Stefano Savi: “Ci sta pensando ma è una decisione che dovrà prendere confrontandosi con la maggioranza. Il governatore rivendica di avere svolto una attività politica alla luce del sole e tutta tracciata. Non ha avuto un vantaggio personale, non c’è stato un uso privato”, ha aggiunto Savi. Ma il Pd insiste. “In Liguria ci sono in gioco partite molto importanti, a partire dalla sanità, con la grave situazione negli ospedali, dall’ambiente, con il Rigassificatore per il quale è commissario Toti. Ci sono in gioco anche lo scolmatore del Bisagno e il piano regolatore del porto di Genova. A ponente l’Ato idrico è commissariato. Come si fa ad andare avanti senza una guida?” si domanda il segretario ligure del Partito Democratico Davide Natale.
Ai comandi oggi c’è il vicepresidente Alessandro Piana: “La Liguria – precisa Natale – è maglia nera tra le regioni italiane per la spesa delle risorse per lo sviluppo rurale e guarda caso queste dipendono da Piana e dal suo assessorato. Direi che basta questo dato per capire come potrà guidare la Regione”.
Savi sulla questione prettamente giudiziaria ha detto: “”E’ chiaro che sono esperienze che lasciano il segno, umanamente si può capire. È molto impegnato nella lettura di questo fascicolo perché è sua intenzione offrire una ricostruzione difensiva ai pubblici ministeri che dia spiegazione dei fatti che gli sono contestati”.
Da Salvini a Crosetto, la vicinanza e solidarietà a Toti
“La magistratura faccia quello che deve fare, ma se ogni indagato si dimette l’Italia si ferma domani”, ha detto il vicepremier Matteo Salvini sulla vicenda giudiziaria di Toti. “Vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato, per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato”, ha aggiunto il leader leghista. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è tornato sulla vicenda: “Occorre avere sempre cautela e rispetto, attenderemo i risultati di un’eventuale impugnazione. Mi ha colpito che qualcuno si attende che sia l’indagato a dimostrare la sua innocenza: questa è una bestemmia in una civiltà democratica. È l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato. Aspettiamo gli esiti di questa fisiologica dinamica del processo”. Anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè ha espresso la sua idea sull’inchiesta di Genova: per quanto riguarda le tempistiche, “direi che qualche sospetto lo desta”, ma “ho piena fiducia nel governatore Toti. Sono certa che dimostrerà la sua innocenza e che potrà ristabilire la verità. Abbiamo visto l’accusa, vediamo la difesa”. Le fa eco il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci: “Il presidente Toti è mio amico e siamo stati colleghi fino a non molto tempo fa. Riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Io sono garantista. Dimissioni? Se passa il principio che anche un provvedimento di arresti domiciliari possa porre fine a una esperienza politica consacrata dal consenso popolare, cominciamo a mettere in dubbio l’equilibrio dei principi democratici”. Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro per lo Sviluppo economico Adolfo Urso: “Porto la mia solidarietà al presidente Toti nella convinzione che sappia dimostrare la sua estraneità ai fatti. Ci auguriamo che in poco tempo si possano dipanare nodi e misteri. Sono garantista nei confronti di tutti e rispettoso nei confronti della magistratura”. Tra i primi a esprimere vicinanza al presidente ligure è stato il ministro della Difesa Crosetto, che nelle scorse ore ha parlato di “scarso interesse per la ricerca della verità” nell’inchiesta, sostenendo che “con la logica usata per Toti”, si potrebbe “arrestare anche la maggior parte dei magistrati”. E poi, su X (l’ex Twitter), è tornato sulla sua dichiarazione: “Io ho il coraggio di dire ciò che penso sui magistrati”.
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Imperia | “Tour Alpimare”, quattro giorni nell’entroterra con l’alpinista Lorenzo Gariano
Quattro giorni di Tour Alpimare con Lorenzo Gariano, l’alpinista imperiese che ha scalato le sette cime più alte del mondo. Dal 21 al 24 giugno sono in programma quattro tappe alla scoperta del magnifico entroterra della provincia di Imperia. Si comincerà il 21 giugno con la tappa cha partirà dal Rifiugio Chionea per raggiungere Upega. Da qui, il giorno successivo, si raggiungerà il Rifugio La Terza. La terza tappa è prevista il 23 giugno quando dal Rifugio La Terza si raggiungerà il Colle San Bartolomeo.
L’ultima tappa è in programma il 24 giugno quando dal Colle San Bartolomeo si raggiungerà Imperia. Il pacchetto di Tour Alpimare prevede la quota assicurativa, il trasporto bagagli da rifugio a rifugio, il trasporto finale da Imperia a Ormea, quindi la guida, la mezza pensione (pernottamento, cena e colazione, pranzo al sacco e certificato di merito finale. Per informazioni è possibile contattare Lorenzo Gariano al numero 333.6546884
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Ciclista aggredito da un cane nel Foggiano, con elisoccorso in ospedale: gravi ferite alla testa e al volto – StatoQuotidiano.it
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Liguria | Sei morti sul lavoro nel primo trimestre 2024
Nei primi tre mesi dell’anno in Liguria sono morti 6 lavoratori, due in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Le denunce di infortunio sono 50 al giorno (in tutto 4.519 nel primo trimestre).
In forte aumento le malattie professionali: 437 denunce, pari al 41% in più dell’anno precedente (cinque denunce al giorno nei primi tre mesi del 2024). Sono i dati elaborati dall’ufficio economico della Cgil di Genova e della Liguria presentati oggi dal segretario generale della Cgil Liguria Maurizio Calà, in occasione dell’iniziativa pubblica a sostegno dei quattro referendum abrogativi sui temi del lavoro, organizzata a calata Falcone e Borsellino, nel Porto Antico, cui ha partecipato anche il segretario generale Maurizio Landini. I numeri fotografano la situazione attuale della sicurezza del lavoro.
“In Liguria oltre l’80% dei nuovi assunti è precario e sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato una su tre è a tempo parziale – elenca Calà -. L’irregolarità delle imprese ha raggiunto (e superato) il 75% di quelle ispezionate nel 2023. Le ispezioni riguardano gli inadempimenti rispetto a violazioni in materia di lavoro, contributive o peggio sull’applicazione delle norme su salute e sicurezza”. Dai dati emerge inoltre come le probabilità per le aziende di essere controllate siano piuttosto basse, visto che su 133.391 imprese attive in Liguria nel 2023 le ispezioni sono state 2.206, pari all’1,7%, quelle in materia di salute e sicurezza sul lavoro 616, cioè lo 0,46%.
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