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Cronaca

Palmi (RC) | Carcere: detenuto aggredisce agente, prognosi di 5 giorni

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Un agente della Polizia Penitenziaria è stato attaccato all’interno del carcere di Palmi. Lo ha reso noto il segretario provinciale del sindacato Osapp, Marco D’Agostino. “Un detenuto di origine siciliana – afferma – dopo essere stato ripetutamente invitato a rientrare nella sua cella ha colpito con uno schiaffo, spintonato e afferrato per il collo l’agente di sezione. Solo l’intervento tempestivo di un adeguato numero di personale allertato ha evitato conseguenze peggiori. Subito dopo, l’agente è stato portato all’infermeria dell’istituto per ricevere le cure necessarie, e in seguito è stato trasferito in ospedale, da dove è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni”.

“In questa circostanza – continua D’Agostino – non possiamo ignorare il fatto che la Polizia Penitenziaria in Calabria sta subendo le conseguenze di un’organizzazione complessiva che non funziona e che deve essere corretta. Gli organici sono sottodimensionati e ricevono poca attenzione da parte della politica e dell’amministrazione penitenziaria. La Polizia Penitenziaria è costantemente esposta e soggetta a inefficienze del sistema”.

Secondo il sindacato, in Calabria, “la grave carenza di personale e le risorse limitate hanno creato e continuano a creare una situazione critica di proporzioni eccezionali. Solo grazie allo spirito di sacrificio, all’attaccamento al lavoro e alla professionalità del personale si evitano conseguenze ancora più gravi”. “Purtroppo – conclude D’Agostino – le parole non sono più sufficienti. Serve urgentemente un decreto carceri per affrontare l’emergenza, ridurre la sovraffollamento delle carceri, potenziare la Polizia Penitenziaria e migliorare il servizio sanitario. È necessario agire prima che sia troppo tardi, prima che accada un danno irreparabile. Il Governo deve agire ora e riconoscere appieno l’emergenza che il sistema carcerario, soprattutto in Calabria, sta affrontando”.

Cronaca

Torino | Rapina il taxista che lo ha trasportato: individuato e arrestato dai Carabinieri

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È successo nella notte tra il 29 e il 30 agosto, poco dopo la mezzanotte, nella zona “Madonna di Campagna” a Torino. Due uomini hanno chiamato un taxi e si sono fatti accompagnare nei pressi di Via Casteldelfino. Tuttavia, giunti a destinazione, invece di pagare la corsa, uno dei due ha estratto un coltello, minacciando il conducente e intimandogli di consegnare soldi e cellulare.

I due malviventi si sono impossessati del telefono del tassista e di 10 euro prima di darsi alla fuga. Nonostante il trauma subito, il tassista non si è arreso e ha prontamente contattato il 112 per chiedere aiuto.

In pochi minuti, una pattuglia “ACCIAIO” del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Torino è giunta sul posto. Grazie alla loro esperienza, i militari sono riusciti rapidamente a ricostruire l’accaduto e ad acquisire le immagini dei due sospettati, diramando immediatamente le ricerche alle altre pattuglie in servizio.

L’efficacia dell’intervento non ha tardato a dare risultati: in meno di un’ora, uno dei due sospetti è stato rintracciato in Corso Venezia. Riconosciuto, identificato e fermato, si è rivelato essere una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, con un provvedimento definitivo ancora pendente. Durante la perquisizione, l’uomo aveva ancora con sé il coltello utilizzato per la rapina.

Il presunto rapinatore è stato quindi arrestato e condotto al carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino, dove dovrà rispondere delle accuse mosse a suo carico. Le indagini proseguono per rintracciare il secondo complice.

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Cronaca

Ancona | Denunciato allevatore per traffico illecito di uccelli

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Un allevatore è stato denunciato per maltrattamento di animali e per violazioni della legge sulla fauna selvatica, dopo che è emerso che commerciava uccelli da richiamo con anelli manomessi e costringeva gli animali a vivere in condizioni deplorevoli. In particolare, gli uccelli erano tenuti in gabbiette di dimensioni inadeguate e contaminati da escrementi.

L’allevatore è accusato di maltrattamento degli animali, detenzione e commercio di fauna selvatica in violazione della legge n. 157/1992, contraffazione di sigilli di Stato e frode commerciale. Le pene per questi reati possono variare da uno a cinque anni di reclusione. Il giro d’affari annuale del traffico illegale è stato stimato intorno ai 20 mila euro, basandosi sul fatto che l’allevatore commerciava circa 200 esemplari all’anno, venduti a prezzi compresi tra 50 e 200 euro ciascuno.

Le indagini, condotte dai Carabinieri forestali del Nipaaf e dal Nucleo Carabinieri Cites di Ancona, sono state delegate dalla Procura della Repubblica di Ancona. Queste hanno portato alla conclusione di perquisizioni e ispezioni presso i domiciliari dell’allevatore e di cinque cacciatori residenti nelle regioni Marche e Umbria.

L’allevatore, residente in provincia di Ancona, deteneva 43 uccelli da richiamo appartenenti alla famiglia dei turdidi (tordi, merli e cesene). È stata accertata anche la vendita illecita di 41 di questi uccelli a cinque cacciatori nelle province di Ancona e Perugia, i quali sembravano ignari della provenienza illegale degli esemplari.

Le ispezioni, condotte con l’assistenza di un medico veterinario specializzato, hanno rivelato che numerosi uccelli vivevano in gabbie di dimensioni troppo piccole e piene di escrementi, impedendo loro di volare e muoversi liberamente.

Secondo la nota dei Carabinieri forestali, il traffico di uccelli da richiamo per scopi venatori è uno dei crimini principali contro la fauna selvatica in Italia. Molti di questi animali vengono catturati illegalmente in natura e poi venduti come se fossero nati in cattività. Gli animali acquisiti illegalmente sono dotati di anelli contraffatti che attestano falsamente la loro nascita in allevamenti controllati. I traffici di fauna selvatica manipolano questi anelli, considerati veri e propri sigilli di Stato, allargandoli per farli passare come legittimi.

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Cronaca

Caserta | Ritrovato il corpo della donna scomparsa

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Il corpo della donna dispersa a seguito della frana che ha colpito San Felice a Cancello è stato ritrovato. La donna era scomparsa il 27 agosto scorso insieme al suo figlio, il cui destino rimane ancora incerto poiché non è stato rinvenuto. I soccorritori e le squadre di ricerca continuano le operazioni per cercare il bambino, sperando di portare a termine la difficile missione nel miglior modo possibile. La comunità locale è in lutto per la tragica situazione e si stringe attorno alla famiglia colpita da questo evento devastante.

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