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Cronaca

Messina | Sequestrato cantiere dei parcheggi per materiale non idoneo

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Sin dall’inizio, abbiamo avvertito che qualcosa non andava come previsto quando ci siamo recati al primo dei tre parcheggi lungo la litoranea con le nostre telecamere. Solo due operai anziani, senza caschetto. Pensavamo che gli altri sarebbero arrivati presto, quelli con i caschetti, quelli più giovani. Invece, anziché rinforzi, sono arrivati i vigili urbani guidati dal comandante Giivanni Giardina. Mentre lavoravano tra sabbia e terra scaricata sui massi per il riempimento e la messa in sicurezza, hanno trovato plastica, materiale non autorizzato e persino una scarpa. Secondo le normative, dovrebbe essere utilizzato solo materiale compatibile prelevato dalle cave.

Non c’era altra scelta: sigilli e sequestro, in accordo con la Procura che monitora la situazione. Ora, l’impresa incaricata dei lavori per conto dell’ufficio del commissario per l’emergenza idrogeologica dovrà rimuovere quel materiale per evitare che le mareggiate lo portino in mare. Teoricamente, i lavori potrebbero continuare nei due parcheggi rimanenti a Pace e Contemplazione. Il presidente della Quinta municipalità, Raffaele Verso, e il vicepresidente della Sesta, Donato (il primo arrivato sul posto), sono sconcertati e chiedono chiarezza immediata. Entrambi sperano che si possa comunque trovare una soluzione. I tre parcheggi sono chiusi da due anni. Secondo l’accordo con il Comune, l’impresa incaricata dal commissariato per l’emergenza idrogeologica avrebbe dovuto completare i lavori entro il 20 maggio. Successivamente, sarà il demanio a revocare l’ordinanza di chiusura. Ma a questo punto, tutto è incerto.

Giorni fa, è stato il sindaco Federico Basile a annunciare la ripresa dei lavori.

Cronaca

Truffa finanziaria: scoperta abusiva attività di consulente con oltre 160.000 euro raccolti illecitamente

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ADN24

Il Comando Provinciale di Chieti, a seguito di un’approfondita attività info-investigativa, ha smascherato una truffa messa in atto da una donna di 56 anni, residente a Ortona, che esercitava abusivamente l’attività di consulente finanziario. La donna, sfruttando la sua posizione di fiducia, ha raccolto oltre 160 mila euro promettendo investimenti altamente redditizi all’estero, che si sono poi rivelati del tutto inesistenti.

L’ortona, presentandosi come consulente, ha indotto i propri clienti – principalmente residenti in provincia di Chieti – a investire in progetti fraudolenti, mascherati da piani di accumulo e prestiti con promesse di rendimenti straordinari, arrivando a garantire guadagni fino al 2000%. In realtà, invece di destinare il denaro a investimenti reali, la donna ha trasferito il denaro tramite operazioni di Money Transfer verso il Senegal, utilizzando una tecnica di frazionamento delle somme, conosciuta come “smurfing”, per aggirare le normative antiriciclaggio.

Le indagini condotte dalla Tenenza di Ortona, sotto il coordinamento del Tenente Giancarlo Passeri, hanno portato alla luce oltre 230 trasferimenti di denaro tra il 2015 e il 2023, per un ammontare totale superiore ai 160 mila euro. Grazie all’uso delle banche dati fiscali e valutarie, è emerso che la donna, oltre a condurre l’attività truffaldina, aveva anche percepito il reddito di cittadinanza per oltre quattro anni, grazie a dichiarazioni false riguardanti i propri redditi e la situazione familiare. Tale comportamento ha causato un danno alle casse dello Stato per più di 18 mila euro.

La donna è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Chieti e rischia ora una condanna penale per esercizio abusivo dell’attività finanziaria, autoriciclaggio e illecita percezione del reddito di cittadinanza. Inoltre, potrebbe essere soggetta a una sanzione amministrativa, con una possibile multa fino a 6,5 milioni di euro.

Il Comandante Provinciale di Chieti, Col. Michele Iadarola, ha sottolineato l’importanza dell’azione della Guardia di Finanza nella lotta contro l’abusivismo bancario e finanziario, mirando a tutelare gli investimenti legittimi e a prevenire le sempre più sofisticate forme di truffa che danneggiano i risparmi dei cittadini.

La donna è, tuttavia, presunta innocente fino a una eventuale sentenza di condanna definitiva.

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Cronaca

Analisi sulla violenza contro le donne: Incremento dei reati e nuove Iniziative per contrastare il fenomeno

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ADN24

In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha presentato un importante documento di analisi sui dati relativi alla violenza di genere. Il report, intitolato “Il Punto – Il pregiudizio e la violenza contro le donne”, mira a fornire strumenti aggiornati per una più efficace prevenzione e contrasto di questo fenomeno.

Nel primo semestre del 2024, sono emersi preoccupanti aumenti dei reati legati alla violenza contro le donne. Gli atti persecutori (stalking) sono aumentati del 6%, con le donne colpite nel 74% dei casi. I maltrattamenti contro familiari e conviventi hanno visto un incremento del 15%, colpendo principalmente le donne (81%), mentre le violenze sessuali, in cui le donne rappresentano il 91% delle vittime, sono aumentate dell’8%. A destare particolare preoccupazione è anche la percentuale di autori di reati spia stranieri: il 18% degli atti persecutori e il 29% dei maltrattamenti sono stati commessi da stranieri, un dato che sale al 44% per le violenze sessuali.

Il documento analizza anche i reati introdotti dal Codice Rosso, che ha ampliato le tutele per le vittime di violenza. Nei primi sei mesi del 2024, è stato registrato un significativo incremento del 67% per la costrizione o induzione al matrimonio, del 22% per la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite (revenge porn) e del 38% per la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare.

Un altro aspetto trattato è l’omicidio volontario, che, seppur in calo, continua a rappresentare una delle forme più gravi di violenza. Nel semestre preso in esame, gli omicidi totali sono diminuiti del 17%, mentre quelli commessi nei contesti familiari/affettivi hanno visto una riduzione del 13%. Tuttavia, la percentuale di vittime di genere femminile resta alta, al 35%.

Per contrastare il fenomeno, il report evidenzia l’importanza della cooperazione interforze attraverso applicazioni come “Scudo”, che migliorano la pianificazione operativa delle forze di polizia a supporto delle vittime. Inoltre, è stata dedicata una sezione alle discriminazioni contro le donne disabili, le quali, in condizioni di maggiore vulnerabilità, sono spesso vittime di violenze aggiuntive, anche da parte di chi dovrebbe prendersi cura di loro.

L’azione di prevenzione continua a essere una priorità, con un incremento degli ammonimenti dei Questori per violenza domestica e stalking. Il rapporto interistituzionale con il Dipartimento per le Pari Opportunità, attraverso il numero di pubblica utilità 1522, svolge un ruolo fondamentale nell’assistenza alle vittime di violenza.

Infine, un contributo significativo è stato fornito dai giovani atleti dei gruppi sportivi di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria, che hanno lanciato un messaggio di speranza e parità di genere, sottolineando l’importanza del rispetto reciproco e del ruolo dello sport nella promozione della parità.

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Cronaca

Confisca di 2,15 milioni di euro a donna condannata per autoriciclaggio: sequestrati beni e liquidità

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ADN24

I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, su ordine della Procura Generale della Corte d’Appello di Palermo, hanno eseguito un provvedimento di confisca del valore di 2,15 milioni di euro nei confronti di una donna condannata per il reato di autoriciclaggio. La condanna è arrivata dopo un’ampia indagine che ha portato alla luce un articolato piano criminoso di spoliazione patrimoniale a danno di un imprenditore italo-americano e di suo figlio disabile, erede universale di tutti i beni paterni.

La donna, una badante originaria di Misilmeri, era stata assunta per assistere l’imprenditore, titolare di una catena di lavanderie negli Stati Uniti, che era rientrato in Italia per trascorrere gli ultimi anni della sua vita con il figlio malato. L’imprenditore, in segno di gratitudine per le cure ricevute, le aveva lasciato in eredità 31 proprietà immobiliari e polizze assicurative per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. Tuttavia, subito dopo la morte del padre, il figlio disabile si è trovato sotto l’influenza della badante, che ha approfittato della sua condizione di vulnerabilità.

Le indagini, condotte tra il 2015 e il 2018, hanno rivelato che la badante aveva smobilizzato le polizze assicurative del figlio e trasferito i fondi sui propri conti correnti. Per occultare la provenienza dei fondi, aveva anche reimpiegato le somme su conti bancari di una società ungherese, di cui era socia unica. Alcuni trasferimenti internazionali avevano reso difficile tracciare i movimenti, ma grazie agli accertamenti bancari, alle intercettazioni telefoniche e ambientali, e alle denunce del perito incaricato dal Tribunale, è stato possibile ricostruire l’intero schema illecito.

La confisca riguarda non solo i beni immobili intestati alla condannata e ai suoi familiari, ma anche le somme liquide rinvenute sui suoi conti e quelli dei familiari, oltre ad altre disponibilità economiche. Questo provvedimento ha lo scopo di restituire all’erario i proventi illeciti derivanti dal reato, assicurando che la quasi totalità delle somme sottratte venga destinata alla collettività. L’attività di polizia giudiziaria, ancora una volta, dimostra l’efficacia delle indagini nella lotta contro il riciclaggio e il crimine finanziario.

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