Cronaca
Lamezia Terme (CZ) | Aeroporto: fa discutere la situazione dei lavoratori
Il primo trimestre dell’anno ha sollevato discussioni non solo per i dati negativi registrati all’aeroporto di Lamezia Terme, soprattutto considerando i risultati positivi di Crotone e Reggio Calabria. C’è stata anche attenzione sulla situazione dei lavoratori impiegati presso l’aeroporto internazionale.
Il recente scambio di opinioni riguardo ai numeri – definiti “parzialissimi” dal sindaco Paolo Mascaro e considerati preoccupanti per l’insufficiente peso di Lamezia dai suoi oppositori politici – potrebbe estendersi ad altri aspetti critici della gestione da parte della Sacal, anticipando ulteriori polemiche. Il consigliere comunale Rosario Piccioni ha sollevato accuse riguardo alla gestione dell’aeroporto di Lamezia negli ultimi dieci anni, sottolineando la difficoltà dei lavoratori e degli esercenti delle attività commerciali a causa di una drastica contrazione delle vendite.
In particolare, Piccioni ha criticato il presidente della Regione Roberto Occhiuto e l’amministratore della Sacal Mario Franchini, accusandoli di ignorare le difficoltà dei dipendenti Sacal, costretti a un clima di silenzio e tensione con minacce di licenziamento e azioni disciplinari quotidiane. Piccioni ha anche segnalato casi in cui lavoratori sono stati costretti a ritirare la loro tessera sindacale. Inoltre, ha sollevato dubbi sulla procedura di selezione del nuovo Direttore Commerciale, suggerendo che possa essere stata manipolata a vantaggio di qualcuno.
Piccioni ha criticato aspramente l’attuale gestione dell’aeroporto da parte della Sacal e ha chiesto conto delle responsabilità dell’amministrazione Mascaro. Ha respinto le accuse di allarmismo e campanilismo, sottolineando l’importanza di una politica che promuova lo sviluppo dell’intera Calabria ma che non trascuri l’aeroporto principale della regione, considerato strategico secondo il DPR 201/2015.
Cronaca
Taranto | Indagini sull’omicidio shock di Silvana Rocca, il figlio:”mangiava carne umana”
Un orrore senza precedenti scuote la provincia di Taranto, dove Salvatore Dettori ha confessato di aver brutalmente ucciso sua madre, Silvana La Rocca, il 13 novembre nella villa di famiglia a Leporano. I dettagli emersi dall’autopsia, eseguita il 19 novembre dal medico legale Francesco Introna, confermano il macabro racconto fornito dall’uomo. Dettori, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato, ha ammesso di aver espiantato il cuore della madre dopo averla accoltellata.
La ricostruzione del delitto
Secondo quanto dichiarato da Dettori agli inquirenti, tutto è iniziato con un’aggressione alle spalle mentre la madre stava riponendo una borsa in auto. Dopo una prima coltellata alla nuca, la donna è rimasta viva, supplicando spiegazioni. In seguito, il 46enne le avrebbe tagliato la gola e inferto un ulteriore colpo al fegato, prima di aprire il torace e rimuovere il cuore. Dettori ha raccontato di aver avvolto l’organo in fazzoletti di carta e di averlo poi gettato via, senza ricordare il luogo esatto.
Accuse inquietanti e un movente controverso
Nel corso delle indagini, Dettori ha sostenuto che l’omicidio fosse motivato dal desiderio di “liberare” la madre, che a suo dire era vittima di una setta dedita al cannibalismo. L’uomo ha affermato che la madre gli avrebbe somministrato parti del corpo del padre, morto oltre vent’anni prima, per nutrirlo. Il gip ha ritenuto la ricostruzione compatibile con le ferite riscontrate sul corpo della vittima, ma ha giudicato poco credibile il presunto movente legato alla setta.
Proseguono le indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura e con la consulenza di esperti di parte, puntano a chiarire ulteriormente i dettagli di questo delitto sconvolgente. Intanto, la comunità è sotto shock per un crimine che sembra trascendere la comprensione razionale, lasciando aperti interrogativi sullo stato mentale dell’assassino e le dinamiche familiari all’origine di questa tragedia.
Cronaca
Milano | Giovane arrestato per spaccio nei pressi di una scuola: droga e contanti sequestrati
Venerdì pomeriggio, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino albanese di 20 anni a Milano, accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione, condotta dagli agenti del Commissariato Lambrate, si è svolta durante un controllo mirato nei pressi degli istituti scolastici di via Don Calabria.
La scoperta durante il controllo
Il giovane, fermato intorno alle 14 insieme a un gruppo di minori, è stato trovato in possesso di sette dosi di hashish per un totale di 16 grammi e 200 euro in contanti. Successivamente, grazie alla collaborazione con una pattuglia della volante, è stato deciso di perquisire la sua abitazione a Pioltello.
Droga e materiale per lo spaccio in casa
Nell’appartamento, gli agenti hanno scoperto una significativa quantità di droga e strumenti utilizzati per lo spaccio. Tra i materiali sequestrati figurano:
- Hashish: 42 grammi suddivisi in 18 involucri;
- Cocaina: quasi 42 grammi in diverse confezioni, nascoste in buste di fazzoletti e confezioni di caramelle;
- Contanti: 300 euro in una scatola, ritenuti provento dell’attività di spaccio;
- Materiale per il confezionamento: incluso un bilancino di precisione.
L’arresto e le accuse
Il 20enne è stato arrestato sul posto e trasferito nelle camere di sicurezza della Questura di Milano. L’accusa è detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre le autorità proseguono con le indagini per ricostruire eventuali collegamenti con altre attività illecite nella zona.
Cronaca
Tor Bella Monaca | Tentato omicidio e spaccio: tre arresti nel quartiere romano
La Polizia di Stato, con il coordinamento della Procura di Roma, ha eseguito tre arresti a Tor Bella Monaca nell’ambito della lotta allo spaccio di droga. Tra questi, un sessantunenne tunisino è stato arrestato per tentato omicidio legato a una vicenda di droga e violenza avvenuta a inizio mese.
Tentato omicidio durante una compravendita di droga
Secondo le indagini, il tunisino avrebbe aggredito un tossicodipendente che si era recato nella piazza di spaccio di via Quaglia senza denaro per acquistare la dose. Dopo aver rifiutato una presunta richiesta di prestazione sessuale in cambio della droga, la vittima è stata ferita con un coltello al polso e al corpo. Una volta a terra, l’uomo è stato colpito con calci e pugni. L’intervento degli agenti del Distretto Casilino e dei sanitari, avvertiti da segnalazioni al 112, ha permesso di soccorrere il ferito e avviare le indagini.
Le testimonianze e gli elementi raccolti hanno portato all’identificazione del sospettato, già noto per le sue attività illecite nella zona. Dopo alcuni giorni di ricerca, gli agenti hanno rintracciato e arrestato l’uomo, su disposizione di una misura cautelare emessa dal GIP.
Altri due arresti per spaccio
Nello stesso contesto operativo, i poliziotti hanno effettuato due arresti in flagranza. Un tunisino di 29 anni è stato fermato in via dell’Archeologia con 85 dosi di cocaina pronte per la vendita. Poco dopo, un italiano di 32 anni è stato sorpreso in via Camassei a bordo di un ciclomotore rubato, con circa 10 grammi di cocaina e hashish. Entrambi gli uomini sono stati posti in custodia, e i loro arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria.
Indagini in corso
Gli arrestati, come prevede la legge, sono al momento presunti innocenti fino a una sentenza definitiva. Le autorità continuano le indagini per fare piena luce sui reati contestati e sulle attività della rete di spaccio attiva nel quartiere.
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Il recente scambio di opinioni riguardo ai numeri – definiti “parzialissimi” dal sindaco Paolo Mascaro e considerati preoccupanti per l’insufficiente peso di Lamezia dai suoi oppositori politici – potrebbe estendersi ad altri aspetti critici della gestione da parte della Sacal, anticipando ulteriori polemiche. Il consigliere comunale Rosario Piccioni ha sollevato accuse riguardo alla gestione dell’aeroporto di Lamezia negli ultimi dieci anni, sottolineando la difficoltà dei lavoratori e degli esercenti delle attività commerciali a causa di una drastica contrazione delle vendite.
In particolare, Piccioni ha criticato il presidente della Regione Roberto Occhiuto e l’amministratore della Sacal Mario Franchini, accusandoli di ignorare le difficoltà dei dipendenti Sacal, costretti a un clima di silenzio e tensione con minacce di licenziamento e azioni disciplinari quotidiane. Piccioni ha anche segnalato casi in cui lavoratori sono stati costretti a ritirare la loro tessera sindacale. Inoltre, ha sollevato dubbi sulla procedura di selezione del nuovo Direttore Commerciale, suggerendo che possa essere stata manipolata a vantaggio di qualcuno.
Piccioni ha criticato aspramente l’attuale gestione dell’aeroporto da parte della Sacal e ha chiesto conto delle responsabilità dell’amministrazione Mascaro. Ha respinto le accuse di allarmismo e campanilismo, sottolineando l’importanza di una politica che promuova lo sviluppo dell’intera Calabria ma che non trascuri l’aeroporto principale della regione, considerato strategico secondo il DPR 201/2015.
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Le testimonianze e gli elementi raccolti hanno portato all’identificazione del sospettato, già noto per le sue attività illecite nella zona. Dopo alcuni giorni di ricerca, gli agenti hanno rintracciato e arrestato l’uomo, su disposizione di una misura cautelare emessa dal GIP.
Altri due arresti per spaccio
Nello stesso contesto operativo, i poliziotti hanno effettuato due arresti in flagranza. Un tunisino di 29 anni è stato fermato in via dell’Archeologia con 85 dosi di cocaina pronte per la vendita. Poco dopo, un italiano di 32 anni è stato sorpreso in via Camassei a bordo di un ciclomotore rubato, con circa 10 grammi di cocaina e hashish. Entrambi gli uomini sono stati posti in custodia, e i loro arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria.
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