Cronaca
Palermo | Minaccia turista e la rapina al Molo Trapezoidale, lei scatta foto e lo fa arrestare
Dopo aver minacciato una turista con una bottiglia di vetro per derubarla e aver fatto lo stesso con un giovane, F. G., 32 anni, è finito in manette grazie all’intervento tempestivo della polizia. L’uomo è stato accusato di aver compiuto una rapina nel pomeriggio di alcuni giorni fa: prima ai danni di una donna al molo trapezoidale e poi ai danni di un ragazzo nei pressi dell’Istituto Padre Messina.
La donna che è stata minacciata con una bottiglia di vetro ha lanciato l’allarme, raccontando che il giovane l’ha costretta ad aprire il portafogli e a consegnargli 20 euro in contanti. Nonostante la paura, la vittima è riuscita a scattare una foto al suo aggressore mentre fuggiva, attirando l’attenzione della polizia. Grazie alla descrizione fornita dalla vittima, gli agenti hanno rintracciato e bloccato l’indagato, trovandogli addosso 60 euro, di cui 20 erano quelli sottratti alla donna.
Pochi minuti prima, i carabinieri erano intervenuti vicino al porticciolo di Sant’Erasmo per un’altra rapina compiuta con le stesse modalità. Il giovane rapinato, però, ha preferito non sporgere denuncia. Gli investigatori, coordinandosi con la polizia, hanno arrestato il 32enne in flagranza di reato per rapina aggravata. Successivi accertamenti hanno rivelato che l’indagato era già stato agli arresti domiciliari per altre rapine con lo stesso modus operandi compiute solo qualche mese prima.
Cronaca
Operazione contro il traffico illecito di migranti: 12 arresti nelle province dell’Emilia-Romagna e Marche
Un’importante operazione dei Carabinieri ha portato alla smantellamento di una rete criminale operante nel traffico illecito di migranti, che avrebbe coinvolto decine di vittime tra il 2017 e il 2020. Le indagini, condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Rimini in collaborazione con diverse forze dell’ordine, hanno portato all’arresto di 12 persone coinvolte in un sistema organizzato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro, corruzione e prostituzione.
Il procedimento è partito dalla denuncia di un cittadino egiziano che ha rivelato di aver pagato 6.000 euro per ottenere una falsa assunzione, necessaria per il rilascio di un nulla osta d’ingresso in Italia e successivamente un permesso di soggiorno. Questo caso ha scatenato una serie di approfondimenti che hanno coinvolto diversi settori, tra cui aziende, datori di lavoro, e intermediari legati a strutture che avrebbero dovuto tutelare i diritti dei lavoratori.
Le indagini, tra cui attività di osservazione, pedinamenti, analisi telefoniche e telematiche, hanno rivelato l’esistenza di un vero e proprio “sistema consorziale” che operava attraverso assunzioni fittizie, matrimoni truccati e l’emissione di documenti falsi. Le vittime, tutte di origine nordafricana, erano costrette a pagare somme elevate per ottenere il permesso di soggiorno, ma una volta entrati nel circuito, venivano sfruttate lavorativamente, spesso in condizioni di grave sudditanza psicologica e fisica.
Il giro d’affari che ha alimentato questo traffico illecito ha fruttato centinaia di migliaia di euro agli arrestati, coinvolgendo oltre cento migranti. Le vittime, infatti, venivano sottoposte a lavori massacranti, in alcuni casi costrette a pratiche sessuali con i membri della rete criminale o con clienti occasionali a loro procurati.
Tra i reati contestati agli indagati ci sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro, corruzione continuata, prostituzione, e falsità ideologica. In totale, 4 persone sono state arrestate e trasferite in carcere, mentre altre 7 sono state messe agli arresti domiciliari. Un ulteriore indagato è stato sottoposto a obbligo di presentazione periodica alla polizia. Le ricerche di uno degli indagati sono ancora in corso.
Le autorità hanno sottolineato che gli arrestati sono da considerarsi presunti innocenti fino a un eventuale processo di condanna definitivo. L’operazione conferma l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta al traffico di esseri umani e al contrasto delle attività criminali che sfruttano le persone vulnerabili.
Cronaca
Padova | Prevenzione contro la violenza di genere e crimine: 19 provvedimenti di sicurezza
Prosegue l’azione di prevenzione della violenza di genere e della criminalità a Padova, con il Questore Marco Odorisio che, in seguito ad approfondite indagini, ha adottato una serie di misure di sicurezza nei confronti di persone ritenute socialmente pericolose. Negli ultimi giorni sono stati emessi 19 provvedimenti, tra cui ammonimenti per violenza domestica, Daspo “Willy” e fogli di via, che mirano a tutelare le vittime e a reprimere comportamenti violenti e persecutori.
Tra gli ammonimenti adottati, spiccano quelli emessi nei confronti di uomini responsabili di violenza domestica. In particolare, sono stati presi provvedimenti nei confronti di un 26enne dell’Alta Padovana che, durante una lite, aveva picchiato la compagna davanti al figlio, e di un 28enne della stessa zona che aveva aggredito fisicamente e psicologicamente la partner. Un altro caso riguarda un 36enne, che aveva maltrattato la moglie con percosse e minacce, e un 34enne, accusato di violenze ripetute nei confronti della moglie, spesso sotto l’effetto di alcol.
Inoltre, è stato adottato un ammonimento nei confronti di un 22enne di Monselice, già sottoposto a restrizioni, che aveva mostrato comportamenti violenti nei confronti di sua madre, nonna e sorella. Il provvedimento riguarda anche un 32enne padovano che, dopo aver tentato una violenza sessuale, è stato ammonito dopo l’intervento delle forze di polizia.
Anche per chi compie atti persecutori è stata presa una misura: un 44enne è stato ammonito per stalking dopo aver perseguitato la ex compagna con minacce e aggressioni verbali.
Oltre alle misure contro la violenza domestica e lo stalking, il Questore ha adottato provvedimenti di allontanamento nei confronti di alcuni individui coinvolti in attività criminali. Tra questi, un 39enne è stato allontanato dopo essere stato denunciato per spaccio di droga in un parcheggio cittadino, mentre una coppia che aveva occupato abusivamente un appartamento a Padova è stata oggetto di un Daspo che vieta loro l’ingresso nel comune.
Infine, le forze di polizia hanno intensificato il contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti. Sono stati adottati Daspo “Willy” per cinque cittadini nordafricani, che non potranno accedere né sostare nelle vicinanze degli esercizi pubblici della città per i prossimi cinque anni. La sicurezza e la prevenzione rimangono al centro dell’impegno della Questura di Padova per tutelare i cittadini e combattere la criminalità.
Cronaca
Vicenza: sequestrati oltre 1.300 articoli natalizi e giocattoli non sicuri
In vista delle festività natalizie, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Vicenza ha intensificato i controlli contro la diffusione di prodotti contraffatti o non sicuri, focalizzandosi sugli esercizi commerciali del bassanese. I finanzieri del Gruppo di Bassano del Grappa hanno sequestrato amministrativamente oltre 1.300 articoli, tra addobbi natalizi e giocattoli per bambini, risultati non conformi alle normative vigenti. Contestualmente, sono state comminate sanzioni pecuniarie per un totale di 3.096 euro.
I prodotti sequestrati includevano decorazioni per la casa, oggetti per presepi e giocattoli privi delle informazioni obbligatorie in lingua italiana, come previsto dal Codice del Consumo (D.Lgs. 206/05) e dal D.Lgs. 54/2011 in materia di sicurezza dei giocattoli. L’assenza di dettagli essenziali, come indicazioni sulle precauzioni d’uso e sulla composizione, esponeva i consumatori a rischi, tra cui allergie o danni derivanti da un utilizzo improprio.
L’operazione ha evidenziato gravi irregolarità nell’etichettatura, con particolare riferimento a prodotti che avrebbero potuto risultare pericolosi per la salute dei consumatori. La normativa impone che tutti gli articoli immessi sul mercato siano accompagnati da informazioni chiare e leggibili, al fine di garantire trasparenza e sicurezza nell’acquisto.
Questa attività rientra nella missione della Guardia di Finanza come Forza di polizia economico-finanziaria, impegnata nella prevenzione e repressione dei traffici illeciti e nella tutela del mercato. Il sequestro di articoli non conformi rappresenta un’azione concreta per garantire il rispetto delle regole, a difesa del made in Italy e della qualità dei prodotti distribuiti sul territorio nazionale.
Operazioni come questa sottolineano il ruolo cruciale delle Fiamme Gialle nel salvaguardare i diritti dei consumatori e nel promuovere un mercato equo, in linea con gli standard di sicurezza imposti dalle normative europee e nazionali. L’intervento mira a garantire un Natale sicuro per la collettività, proteggendo sia i consumatori sia gli imprenditori rispettosi delle regole.
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