Cronaca
Napoli | Sequestro di armi, maschere di Breaking Bad e marijuana, indagini in corso
Nel cuore di Napoli, a pochi passi da piazza Garibaldi, i carabinieri hanno fatto una scoperta sorprendente: tre pistole automatiche con la matricola abrasa, una pistola a salve e ben 758 proiettili di vario calibro, insieme a maschere utilizzate in verosimile riferimento a rapine, ispirate ai personaggi di “V per Vendetta” e al chimico Walter White della serie Breaking Bad.
Presso il numero 13 di via Enrico Cosenz, all’interno del vano scala, i militari hanno rinvenuto non solo le armi, ma anche 650 grammi di marijuana. Tra i reperti trovati vi erano anche 9 passamontagna e 5 maschere; quattro di queste richiamano il personaggio della graphic novel “V per Vendetta” di Alan Moore e David Lloyd, mentre un’altra maschera ricalca il volto del protagonista della serie televisiva statunitense Breaking Bad.
Inoltre, sono state sequestrate diverse parrucche e altro materiale per il travestimento. Le indagini sono in corso e le armi saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare eventuali legami con crimini o episodi di violenza, mentre il materiale per il travestimento sarà analizzato per ulteriori indizi.
Cronaca
Modena | Sequestro preventivo per omesso versamento IVA: coinvolta azienda del settore ceramico
Il 20 novembre 2024, le autorità hanno proceduto al sequestro preventivo di beni appartenenti a una società con sede a Maranello, specializzata nella produzione e vendita di materiali ceramici. L’operazione è stata eseguita su mandato della Procura della Repubblica di Modena, con il supporto del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, ed è legata a un’indagine sull’omesso versamento dell’IVA per le annualità fiscali 2017 e 2020, per un importo complessivo stimato intorno a 550.000 euro.
L’inchiesta ha messo in luce una rilevante esposizione debitoria della società nei confronti dell’Erario e degli enti previdenziali, con un accumulo di debiti pari a diversi milioni di euro. Nonostante l’azienda avesse cercato di regolarizzare la propria situazione attraverso strumenti agevolativi come la “rottamazione” dei debiti fiscali e piani di rateizzazione, è emerso che tali iniziative non sono state portate avanti con costanza, portando alla revoca dei benefici per inadempienze ripetute.
La mancata corresponsione dell’IVA, oltre a superare le soglie di punibilità previste dalla normativa vigente, è risultata essere una condotta reiterata, consolidatasi in più anni. La gravità della situazione ha indotto gli inquirenti a richiedere una misura cautelare volta a impedire la dispersione dei beni, considerata la possibilità che il rappresentante legale della società potesse adottare ulteriori azioni per sottrarli alle pretese erariali.
Il sequestro ha riguardato beni per un valore di circa 460.000 euro, compresi asset finanziari, e un immobile situato a Camposanto (MO). La misura si colloca nel quadro di una strategia di tutela preventiva, finalizzata a garantire che i beni possano essere utilizzati per risarcire il debito fiscale in attesa della conclusione del procedimento penale.
La figura del rappresentante legale dell’azienda non è nuova a episodi del genere: già nel 2021 era stato emesso un provvedimento simile per il mancato versamento di ritenute fiscali. Questo nuovo episodio rafforza il quadro indiziario a carico dell’indagato, con implicazioni che potrebbero estendersi anche al futuro dell’attività imprenditoriale.
La vicenda rappresenta un caso emblematico dell’attenzione posta dalle autorità nei confronti di violazioni fiscali significative, evidenziando la determinazione nel contrastare comportamenti lesivi per le finanze pubbliche.
Cronaca
Lanzo D’intelvi (CO) | Sequestro di pellicce di animali protetti: denunciato cittadino italiano
Prosegue l’intensa attività di controllo da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e delle Fiamme Gialle lungo il confine con la Svizzera, finalizzata a contrastare il traffico illecito di beni, in particolare quelli riguardanti la fauna selvatica. Recentemente, un importante intervento ha avuto luogo presso il valico di Lanzo d’Intelvi, dove i militari della Tenenza di Oria hanno fermato un cittadino italiano, originario di Napoli, intento a entrare nel territorio italiano.
Durante i controlli doganali di routine, il viaggiatore ha dichiarato di trasportare delle pellicce acquistate a Lugano per un valore di circa 600 franchi. Tuttavia, durante l’ispezione, è emersa una discrepanza tra il numero di pellicce dichiarato e quello effettivamente trasportato: il viaggiatore aveva con sé 15 pellicce, mentre la ricevuta mostrava solo 12. Questo dettaglio ha suscitato sospetti tra i militari, che hanno avviato una verifica approfondita.
La perquisizione ha portato a un risultato sorprendente: tra le pellicce sequestrate, due erano realizzate con pelli di animali protetti, rispettivamente una pelle di lince (Lynx spp) e una di giaguaro (Panthera onca), entrambe incluse nell’Appendice I e II della Convenzione CITES (Convenzione sul commercio internazionale di specie in pericolo di estinzione). Queste specie sono tutelate a livello internazionale, e il loro commercio è severamente regolato per prevenire il rischio di estinzione.
A seguito dei riscontri effettuati dai funzionari della CITES e dei militari della GdF specializzati in questo tipo di reati, il cittadino è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Como per violazione delle leggi relative alla protezione della fauna selvatica. Le pellicce sono state sequestrate penalmente.
Questa operazione si inserisce in un più ampio dispositivo di contrasto al commercio illegale di flora e fauna selvatica, volto a proteggere le specie in via di estinzione e a salvaguardare la biodiversità globale. L’azione è il risultato di una collaborazione tra l’ADM e la Guardia di Finanza, rafforzata dal Protocollo d’intesa siglato tra le due istituzioni nell’aprile del 2023, che coordina le attività di controllo doganale e le operazioni di tutela ambientale.
Il sequestro rappresenta una vittoria nella lotta contro il traffico di animali protetti, un fenomeno che, oltre a minacciare la sopravvivenza di numerose specie, alimenta il mercato nero internazionale di prodotti illegali.
Cronaca
Catania | Furto in un ristorante orientale, identificato e denunciato il responsabile
La Polizia di Stato ha individuato e denunciato un uomo che si era introdotto in un ristorante sul lungomare di Catania per rubare il registratore di cassa contenente l’intero incasso della serata precedente. Il responsabile, un 52enne catanese con numerosi precedenti penali, è stato identificato dagli agenti del Commissariato “Borgo-Ognina” grazie a un’indagine lampo.
L’episodio è avvenuto nei giorni scorsi e ha preso avvio con la denuncia presentata dalla titolare del locale, che all’apertura del ristorante aveva trovato la vetrata dell’ingresso infranta e notato la sparizione del registratore di cassa. La donna si è immediatamente rivolta alle autorità, che hanno iniziato a raccogliere elementi utili per individuare l’autore del furto.
Grazie all’analisi delle immagini di videosorveglianza, sia del ristorante che dell’area circostante, gli agenti hanno ricostruito l’accaduto. Nei filmati si vede il ladro rompere la vetrata con un mattone e coprirsi il capo con una felpa nel tentativo di nascondere la propria identità. Una volta dentro, ha rapidamente prelevato il registratore di cassa ed è fuggito. Tuttavia, i tentativi di camuffarsi si sono rivelati inutili.
Il malvivente, noto alle forze dell’ordine per una lunga serie di reati contro il patrimonio, è stato prontamente riconosciuto dagli agenti, che lo hanno successivamente rintracciato e denunciato per furto aggravato.
Questo caso sottolinea l’importanza della tecnologia di videosorveglianza per il contrasto ai reati predatori e la rapidità di intervento delle forze dell’ordine nel risolvere episodi di criminalità locale.
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