Cronaca
Luino (VA) | Auto finisce in una scarpata: un morto e tre feriti gravi
Un pericoloso tentativo di sorpasso è stato alla base del tragico incidente avvenuto sabato pomeriggio a Luino (Varese) lungo la strada provinciale 61, in direzione di Cremenaga e del confine svizzero. L’incidente ha causato la perdita di una vita e sei feriti, tre dei quali in condizioni gravi. Francesco Ferrazzo, 43 anni, è deceduto sul sedile del passeggero anteriore della Golf Volkswagen coinvolta nell’incidente. Secondo quanto ricostruito, la vettura avrebbe tentato un sorpasso rischioso, collidendo con un’altra auto e precipitando lungo una scarpata vicino alla diga di Creva, dopo un salto di oltre tre metri. Quattro auto sono rimaste coinvolte nell’incidente, con sei persone ferite trasportate in ospedale.
La dinamica precisa dell’incidente è ancora al vaglio della Polizia Locale di Luino, complicata dalla complessità della scena e dal fatto che le testimonianze delle sei persone coinvolte non sono state immediatamente registrate a causa delle ferite riportate.
Un’indagine per omicidio stradale è stata avviata dalle autorità giudiziarie, anche se al momento il fascicolo è aperto contro ignoti a causa della complessità dell’incidente. Il conducente della Golf, un coetaneo e concittadino della vittima, risiede entrambi a Cremenaga (Varese).
Il conducente più gravemente ferito è rimasto intrappolato nelle lamiere dell’auto deformate dall’impatto ed è stato trasportato in condizioni critiche all’ospedale di Circolo di Varese. I vigili del fuoco di Luino hanno lavorato per liberarlo utilizzando cesoie pneumatiche per tagliare il metallo. Cinque ambulanze, un’automedica e due elicotteri di soccorso da Milano e Como sono stati inviati sul posto.
L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro della salma di Ferrazzo e dei quattro veicoli coinvolti, con l’incarico di un’autopsia imminente sul corpo della vittima. Potrebbe essere richiesta anche un’analisi cinematografica per determinare esattamente le circostanze e le responsabilità dell’incidente.
L’incidente ha causato gravi disagi al traffico, con la strada provinciale chiusa in entrambe le direzioni per oltre tre ore per consentire il soccorso delle vittime e il recupero dei veicoli.
Cronaca
Perugia | Maxi sequestro: oltre 16 Kg di cocaina nell’airbag per un valore di 1,5 milioni di euro
Nel corso di un’ampia operazione di polizia mirata alla lotta contro il traffico di sostanze stupefacenti, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Perugia, con il supporto di un’unità cinofila, hanno sottoposto a controllo un’auto presso il parcheggio di un centro commerciale a Castiglione del Lago. A bordo si trovava un cittadino albanese, incensurato, che ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine.
Durante il controllo, il comportamento nervoso del conducente e l’allerta dei cani antidroga hanno spinto i Finanzieri a effettuare una perquisizione approfondita del veicolo. L’ispezione ha rivelato un’anomalia nel vano airbag anteriore, che era privo del dispositivo di protezione: una modifica spesso utilizzata per nascondere sostanze illecite.
Il sospetto ha portato le Fiamme Gialle ad estendere le verifiche presso l’abitazione del soggetto, situata a Castiglione del Lago. Qui, durante la perquisizione domiciliare, sono stati rinvenuti 15 panetti di cocaina per un peso complessivo di oltre 16 chilogrammi.
Il valore della droga sequestrata è stimato intorno ai 500.000 euro all’ingrosso, ma il guadagno avrebbe superato 1,5 milioni di euro una volta suddivisa e distribuita sul mercato illegale.
Il cittadino albanese è stato arrestato e trasferito presso la Casa Circondariale di Perugia – Capanne. L’operazione si inserisce nel più ampio programma di controllo economico e repressione dei traffici illeciti condotto dalla Guardia di Finanza di Perugia, confermando l’impegno delle forze dell’ordine nella lotta al narcotraffico.
Cronaca
Taranto | Indagini sull’omicidio shock di Silvana Rocca, il figlio:”mangiava carne umana”
Un orrore senza precedenti scuote la provincia di Taranto, dove Salvatore Dettori ha confessato di aver brutalmente ucciso sua madre, Silvana La Rocca, il 13 novembre nella villa di famiglia a Leporano. I dettagli emersi dall’autopsia, eseguita il 19 novembre dal medico legale Francesco Introna, confermano il macabro racconto fornito dall’uomo. Dettori, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato, ha ammesso di aver espiantato il cuore della madre dopo averla accoltellata.
La ricostruzione del delitto
Secondo quanto dichiarato da Dettori agli inquirenti, tutto è iniziato con un’aggressione alle spalle mentre la madre stava riponendo una borsa in auto. Dopo una prima coltellata alla nuca, la donna è rimasta viva, supplicando spiegazioni. In seguito, il 46enne le avrebbe tagliato la gola e inferto un ulteriore colpo al fegato, prima di aprire il torace e rimuovere il cuore. Dettori ha raccontato di aver avvolto l’organo in fazzoletti di carta e di averlo poi gettato via, senza ricordare il luogo esatto.
Accuse inquietanti e un movente controverso
Nel corso delle indagini, Dettori ha sostenuto che l’omicidio fosse motivato dal desiderio di “liberare” la madre, che a suo dire era vittima di una setta dedita al cannibalismo. L’uomo ha affermato che la madre gli avrebbe somministrato parti del corpo del padre, morto oltre vent’anni prima, per nutrirlo. Il gip ha ritenuto la ricostruzione compatibile con le ferite riscontrate sul corpo della vittima, ma ha giudicato poco credibile il presunto movente legato alla setta.
Proseguono le indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura e con la consulenza di esperti di parte, puntano a chiarire ulteriormente i dettagli di questo delitto sconvolgente. Intanto, la comunità è sotto shock per un crimine che sembra trascendere la comprensione razionale, lasciando aperti interrogativi sullo stato mentale dell’assassino e le dinamiche familiari all’origine di questa tragedia.
Cronaca
Milano | Giovane arrestato per spaccio nei pressi di una scuola: droga e contanti sequestrati
Venerdì pomeriggio, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino albanese di 20 anni a Milano, accusato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione, condotta dagli agenti del Commissariato Lambrate, si è svolta durante un controllo mirato nei pressi degli istituti scolastici di via Don Calabria.
La scoperta durante il controllo
Il giovane, fermato intorno alle 14 insieme a un gruppo di minori, è stato trovato in possesso di sette dosi di hashish per un totale di 16 grammi e 200 euro in contanti. Successivamente, grazie alla collaborazione con una pattuglia della volante, è stato deciso di perquisire la sua abitazione a Pioltello.
Droga e materiale per lo spaccio in casa
Nell’appartamento, gli agenti hanno scoperto una significativa quantità di droga e strumenti utilizzati per lo spaccio. Tra i materiali sequestrati figurano:
- Hashish: 42 grammi suddivisi in 18 involucri;
- Cocaina: quasi 42 grammi in diverse confezioni, nascoste in buste di fazzoletti e confezioni di caramelle;
- Contanti: 300 euro in una scatola, ritenuti provento dell’attività di spaccio;
- Materiale per il confezionamento: incluso un bilancino di precisione.
L’arresto e le accuse
Il 20enne è stato arrestato sul posto e trasferito nelle camere di sicurezza della Questura di Milano. L’accusa è detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre le autorità proseguono con le indagini per ricostruire eventuali collegamenti con altre attività illecite nella zona.
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