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Piero Fassino formalmente indagato per furto.

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Il caso assume una svolta più definita con l’accusa formale di furto mossa dalla procura di Civitavecchia nei confronti del deputato Alessandro Gentile del Partito Democratico. L’accusa si riferisce al presunto furto di un flacone di profumo Chanel del valore di circa 140 euro avvenuto il 15 aprile scorso. Gentile si è difeso sostenendo che il gesto, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, fosse dovuto al fatto che aveva le mani occupate in quel momento. Tuttavia, i giudici intendono approfondire la questione, soprattutto alla luce di testimonianze e precedenti che sembrano complicare ulteriormente la situazione.

Il procedimento legale ora potrebbe prendere diverse direzioni. Il pubblico ministero dovrà decidere se procedere con un interrogatorio di garanzia e successivamente se archiviare il caso per mancanza di prove o per “particolare tenuità del fatto”, oppure se procedere con la chiusura delle indagini e avviare un procedimento giudiziario.

La difesa del deputato, rappresentata dall’avvocato Fulvio Gianaria, ha dichiarato di non aver ancora ricevuto gli atti del caso e di valutare il da farsi una volta che li avranno ricevuti.

Inoltre, va considerata la questione dell’immunità parlamentare di Gentile, che potrebbe influenzare il procedimento legale. Se il processo dovesse procedere, il magistrato dovrebbe richiedere un’autorizzazione a procedere, il che potrebbe portare la procura a considerare l’archiviazione del caso.

Questa situazione potrebbe lasciare una macchia indelebile sulla carriera politica di Gentile, che già ha subito critiche in passato per altre questioni. Il suo coinvolgimento in un presunto atto criminale potrebbe influenzare significativamente la sua reputazione e la sua carriera politica.

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Madre Cecilia Sala “Sono soddisfatta dell’incontro con la Meloni”

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ROMA (ITALPRESS) – “Questo incontro mi ha aiutato. Avevo bisogno di guardarci negli occhi anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un pò come Cecilia, sono un pò un soldato: aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò. Sicuramente loro stanno facendo il loro” Così Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala, la giornalista italiana in prigione in Iran, incontrando i giornalisti all’uscita da Palazzo Chigi dove ha incontrato la premier Giorgia Meloni. Le telefonate con Cecilia “non sono frequenti” ha aggiunto. Quella di ieri è stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che l’avevano arrestata. Poi c’è stato l’incontro con l’ambasciatrice. Ieri è stato proprio un regalo. Arrivano così inaspettate, quando vogliono loro. Quindi io sono lì ad aspettare la telefonata” afferma. “Purtroppo avrei voluto notizie più rassicuranti da parte sua e invece nelle domande che ho fatto mi ha risposto che non ha un cuscino su cui appoggiare la testa. Si fa e si combatte per ottenere rispetto”.
Sull’incontro con Giorgia Meloni ha detto che “la premier ha fatto un salto di qualità sulle rassicurazioni: è stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo. Sono soddisfatta dell’incontro afferma Elisabetta Vernoni che è preoccupata per le le condizioni di vita carcerarria della figlia. “Si è parlato di cella singola, ma non esistono, ci sono solo le celle di detenzione comuni e poi ci sono quelle di punizione, Cecilia è in una di queste” spiega, poi parla di due punti importanti. “La prima cosa per me sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi le decisioni importanti di forza del nostro Pese per ragionare sul rientro in Italia. Io non piango e non chiedo tempi” aggiunge. “Importante è che le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha commesso nulla non siano quelle che la segnano per tutta a vita”.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

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Vertice di governo per Cecilia Sala, impegno per la liberazione immediata

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ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo Chigi una riunione convocata dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in relazione al trattenimento in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Alla riunione hanno preso parte il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il Consigliere diplomatico del Presidente, Fabrizio Saggio. E’ quanto riferisce una nota di Palazzo Chigi.
All’esito dell’incontro, il Governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana.
Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, il Governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali.
Il Sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al COPASIR già domani mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento.
Nel corso del pomeriggio, inoltre, il Presidente Meloni ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia, e ha incontrato a Palazzo Chigi la madre, Elisabetta Vernoni.

“Questo incontro mi ha aiutato. Avevo bisogno di guardarci negli occhi anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato: aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò. Sicuramente loro stanno facendo il loro”. Così Elisabetta Vernoni, la mamma di Cecilia Sala incontrando i giornalisti all’uscita da Palazzo Chigi. Le telefonate con Cecilia “non sono frequenti” ha aggiunto. “Quella di ieri è stata la seconda dopo la prima in cui mi ha detto che l’avevano arrestata. Poi c’è stato l’incontro con l’ambasciatrice. Ieri è stato proprio un regalo. Arrivano così inaspettate, quando vogliono loro. Quindi io sono lì ad aspettare la telefonata” afferma. “Purtroppo avrei voluto notizie più rassicuranti da parte sua e invece nelle domande che ho fatto mi ha risposto che non ha un cuscino su cui appoggiare la testa, nè un materasso”.
Sull’incontro con Giorgia Meloni ha detto che “la premier ha fatto un salto di qualità sulle rassicurazioni: è stata più precisa e puntuale ed è questo che io volevo. Sono soddisfatta dell’incontro” afferma Elisabetta Vernoni che è preoccupata per le le condizioni di vita carcerarria della figlia. “Si è parlato di cella singola, ma non esistono, ci sono solo le celle di detenzione comuni e poi ci sono quelle di punizione, Cecilia è in una di queste” spiega, poi parla di due punti importanti. “La prima cosa per me sono condizioni più dignitose di vita carceraria e poi le decisioni importanti di forza del nostro Paese per ragionare sul rientro in Italia. Io non piango e non chiedo tempi” aggiunge. “Importante è che le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha commesso nulla non siano quelle che la segnano per tutta a vita”.

-foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Conti pubblici, a dicembre avanzo di 8 miliardi

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ROMA (ITALPRESS) – Il mese di dicembre 2024 si è chiuso con un avanzo del settore statale stimato, in via provvisoria, in 8.000 milioni, con un miglioramento rispetto al corrispondente valore di dicembre 2023, che si era chiuso con un fabbisogno di 407 milioni. Lo rende noto il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il fabbisogno del settore statale dell’anno 2024, in linea con le previsioni contenute nel Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine, si stima pari a circa 124.900 milioni contro un fabbisogno 2023 pari a 108.573 milioni.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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